Inviato: Mar 09 Set 2014, 18:50 Oggetto: Piccolo contributo ...
Zoltrix Mar 09 Set 2014, 18:50
Sono rimasto sorpreso nel vedere Lakota postare Ariocarpus in fiore, e mi son detto, sarà che la sua serra li "spinge" di più di quanto possa fare, visto che non li tengo in una posizione particolarmente calda.
Ebbene ... guardo fra i miei Ariocarpus, e dopo poco più di una settimana è successo questo.
Mi sa che si è preso invidia degli Ariocarpus di Marco.....
Mah ... nemmeno io li aspettavo così presto, decisamente un anno anomalo questo.
Ciao neanche 50 km ci separano ma le condizioni possono essere davvero diverse.
I miei sono in serra e si beccano tutto il caldo del giorno arrivando anche a 40° mentre di notte la temperatura scende allo stesso livello che c'è fuori essendo la serra aperta e arriva a 15 ° quindi si verifica un notevole sbalzo di temperature che quest'anno ha anticipato il normale periodo della fioritura
Ecco perchè i miei stanno fiorendo da due settimane con notevole anticipo sui tempi
Bene allora anche il tuo hintonii ora sta fiorendo ed è proprio una bellissima pianta Complimenti
Si Marco, non posso che condividere quanto dici.
Posso anche aggiungere, che parlando anni fa con Zanovello a una mostra di Verbania, mi diceva appunto, che li teneva nel punto più alto della serra per fornire loro più calore possibile.
Ora però c'è una cosa che non mi torna ... ovvero per curiosità giorni fa, ho guardato le temperature che ci sono in questi giorni a San Luis Potosì, e sono rimasto sconcertato.
Oggi per esempio, il meteo di SLP da nubi sparse e ... e .... 15° di minima, 20° di massima.
Ecco, questo non lo comprendo proprio ... anche se, è indiscutibile che al caldo gli Ario stiano meglio.
Ah! Il piccolo Hintoni ringrazia voi tutti.
Anche se ora non ha più il fiore .. si gongola tutto per i complimenti ricevuti.
Ora però c'è una cosa che non mi torna ... ovvero per curiosità giorni fa, ho guardato le temperature che ci sono in questi giorni a San Luis Potosì, e sono rimasto sconcertato.
Oggi per esempio, il meteo di SLP da nubi sparse e ... e .... 15° di minima, 20° di massima.
Ecco, questo non lo comprendo proprio ... anche se, è indiscutibile che al caldo gli Ario stiano meglio.
Partiamo col dire che gli Ariocarpus colonizzano una vasta area, la parte sud del Nuovo Messico, del Texas, dell'Arizona e gran parte del Messico quindi come vedi è un po più vasta di S.L.P.
Alcune specie come ad es. Ariocarpus Retusus, e Ariocarpus fissuratus, occupano areali estesi anche per centinaia di chilometri e varie altitudini: presentano di conseguenza una grande variabilità sia di forme che di esigenze colturali se così si può dire visto che parliamo di piante in habitat, qinidi non si può dire che siccome a S.L.P. in questo periodo ci sono 15° di minima e 20° di massima devono essereci anche quì per garantire piante sane e fiorifere.
Gli Ariocarpus inoltre sopportano temperature minime assai basse e vicine allo 0 se sani e asciutti.
Le nostre piante poi non sono in habitat e si sono quindi loro malgrado adattate alla coltivazione in vaso.
In effetti ogni specie di Cactacee si comporta in base a un codice scritto nel dna della pianta e lega le sue funzioni oltre che al nutrimento che noi garantiamo, ai fotoperiodi e alle temperature e ancora più importanti gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte.
Ora che anche qui gli sbalzi di temperatura sono diminuiti e la luminosità è aumentata grazie alle belle giornate le fioriture per ora sono cessate e riprenderanno non appena si verificheranno le naturali condizioni per cui debbano fiorire cioè un calo della luminosità e un periodo più fresco.
In definitiva queste sono le condizioni per cui fioriscono gli Ariocarpus pena una forte disidratazione a causa dell'apertura del fiore.
Ti posto l'areale degli Ariocarus, come vedi si tratta di migliaia di km quadrati con le più svariate tipologie climatiche e di altitudine
PS: stante il ritorno dell'estate ora stanno fiorendo a più non posso gli Astrophytum e le Coryphantha questo significa senza dubbio un'innalzamento delle temperature
  _________________ Marco
http://cactipedia.info/
Non acquistiamo piante prelevate in natura
Che dici Marco .. a questo punto direi di farci un giro, così ci rendiamo conto di persona.
Comunque, è evidente che ci sono troppe variabili da quelle che sono le condizioni in loco e le nostre possibilità ambientali... altrimenti non avrei riportato quella eccezzione.
Eccezzione che non è poi tanto eccezzione se confrontata con altre località dove risiedono popolazioni numerose di Ario.
E poi .. tutto sommato, chi ha detto che gli Ario da noi , stiano peggio che dalle loro parti?
Perlomeno pericoli di erosioni, passaggio di bovini e costruzione di nuove strade .... non avvengono sui nostri scaffali.
Questo è ciò che ho letto, e da qui traggo le mie deduzioni.
Poi ... come ho scritto prima, bisognerebbe essere sul posto ... ancora meglio sui posti, per rendersi effettivamente conto di come stanno le cose riguardo al terreno e clima.
Noi... a prescindere da tutto questo, cerchiamo per loro quelle che sono le condizioni ideali nella nostra zona ... e guardando i risultati ottenuti da molti coltivatori sia professionali che non, credo che si possa affermare che i risultati ci sono stati, e decisamente positivi.
Fioriscono, crescono, sono di bell'aspetto ... credo possa bastare.
Fondalmentalmente diciamo le stesse cose.
Solo che le diciamo in un modo diverso.
Ciao Zoltrix sono perfettamente daccordo con quello che scrivi
ho solo voluto puntualizzare e sottolineare che siccome le condizioni ambientali dell'habitat sono troppo diverse tra loro e da quelle che noi possiamo orrire alle nostre piante ,è praticamente impossibile ricrearle.
Certamente, una volta che abbiamo capito come si coltivano, riusciamo ad ottenere belle piante anche sui nostri scaffali anzi magari più belle di quelle che sono in habitat non c'è dubbio.
Certo, quello che scrivi tu è reale, le piante in habitat a volte sono derelitte e quasi alla fine, a causa di molti fattori naturali e non, ma così è e non si può pensare che le piante coltivate siano uguali a quelle in habitat, le condizioni sono troppo diverse anche se con una sapiente coltivazione come quella riportata sull'ultimo numero della rivista on line Acta Succulenta 2 -2- 2014 coltivazione WIG (Wild Grown), http://acta-succulenta.eu/index.php?pg=dwn&mnu=m1_en ci si può avvicinare.
Grazie Marco, molto bello l'articolo postato nel link.
Come sempre si aprono spazi per nuove riflessioni, nuove sperimentazioni che fanno aumentare in noi la consapevolezza delle esigenze di queste splendide e misteriose piante.
Devo aggiungere anche, che ho trovato molto interessanti le tue considerazioni sul dna messe nel post precedente.
Effettivamente è come se fossero codificate da madre natura, come se avessero un imprinting che le rende ancora legate ai loro paesi di origine.
Questo è molto importante, perche se da un lato ci constringe a rincorrere certe fondamentali esigenze, dall'altro le rende appunto tali, come se fossero un piccolo pezzetto di Messico trapiantato nell'umida pianura di uno stato che non gli appartiene.
Si .. molto interessante tutto questo ... direi un bellissimo scambio di opinioni.
Queste stimolanti discussioni mi piaccono moltissimo
Zoltrix ha scritto:
ho trovato molto interessanti le tue considerazioni sul dna messe nel post precedente.
Pensa che per le messicane e le cactaceae del sud America non è così visibile come per certe africane come Lithops o altre caudiciformi sempre dell'Africa australe
Queste piante dell'emisfero australe trovano enormi difficoltà ad adattarsi all'emisfero boreale e alcune non riescono proprio ad adattarsi e nel nostro emisfero, quello boreale, continuano a vegetare al contrario quando da noi è Autunno o Inverno loro vegetano mentre quando da noi è Primavera, Estate, vanno in riposo
Sta appunto quì la difficoltà di coltivazione di queste piante, annaffiare una Lithops a Dicembre costituisce un grosso problema così pure un Pachipodium namaquanum che cominci a vegetare a Settembre e va in riposo a Maggio e tenere in vita una pianta in riposo quando il caldo è forte costitusce un problema identico
_________________ Marco
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Non acquistiamo piante prelevate in natura
Eeh ... Marco, non mi ci far pensare.
Le lithops ancora ancora ... fanno tutto da sole, ma la testudinaria elephantidens ... quella si che fa pensare.
Troppo estrema quella pianta, ci manca solo che si metta a "gambe all'aria" per rispettare le sue origini, e poi ha fatto anche questo.
Non è che sia particolarmente difficile, anzi ce l'ho con me da molto tempo, è solo che il tempo per la crescita risulta sempre troppo breve, col risultato che è cresciuta pochissimo.
Purtroppo qui nella bassa pianura, spesso si incappa in lunghi periodi nebbiosi ... allora addio sole, addio crescita
E si ... quelle sono rimaste ancora in sud Africa .. non c'è ombra di dubbio.
Non hanno la ben che minima idea di essere dall'altra parte del mondo.
Troppo estrema quella pianta, ci manca solo che si metta a "gambe all'aria" per rispettare le sue origini, e poi ha fatto anche questo
Hai centrato il problema oltre tutto fa quello che vuole ho avuto una testudinaria che è stata in vegetazione per due stagioni di fila poi è schiattata, quella che ho adesso è un po ma solo un po più regolare.
Citazione:
Purtroppo qui nella bassa pianura, spesso si incappa in lunghi periodi nebbiosi ... allora addio sole, addio crescita Triste
Conosco la zona come le mie tasche ho lavorato a Vigevano per più di 10 anni, tutti i giorni Castllanza Vigevao Mora Bassa Cassolnovo Cerano le alzaie dei canali inverno ed estate
_________________ Marco
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