Io concimo con quello che mi capita, anzi direi che variare fa bene alle piante.
L'importante è che sia concime adatto alle piante grasse ovvero con basso contenuto di azoto e alto contenuto di potassio. Poi molto importante l'apporto di microelementi per cui mi assicuro che i concimi abbiano in forma solubile ferro, boro, Rame ecc. oppure li acquisto separatamente
Non so che collezione avete, ma io mi rifornisco dalle agricole con le confezioni max che durano molto e sono in polvere, non liquide.
i concimi organici non vanno bene non perchè non siano nutrienti, ma perchè portano spesso problemi di funghi e muffe.
Più o meno lo stesso motivo per cui non bisogna usare terricci ricchi di humus, ma terricci prevalentemente minerali.
i concimi organici non vanno bene non perchè non siano nutrienti, ma perchè portano spesso problemi di funghi e muffe.
Più o meno lo stesso motivo per cui non bisogna usare terricci ricchi di humus, ma terricci prevalentemente minerali.
Aggiungo:anche troppo azotati.Alle succulente in genere e sopratutto alle cactacee non serve affatto tanto azoto.Le "spingerebbe" troppo a scapito del loro naturale portamento e della robustezza.Risulterebbero insomma"estrogenate".Se ne vedono tante piante così,bellissime,ma spesso appena le porti a casa, fuori dalla serra ipertecnologica da dove provengono,se non schiattano di certo stentano parecchio a ritornare alla normalità.Un concime adatto alle "grasse" indicativamente dovrebbe avere i seguenti valori di NPK (oltre ai microelementi ovvio !!)
N = azoto,P= fosforo,K = potassio
P il doppio di N,K il doppio di P
(es. 4-8-16 )
Sperando di aver fatto cosa utile...Ciauuu
Verissimo..... se ci fai caso le piante grasse della grande distribuzione non hanno terriccio minerale ma 100% torba o quasi.
A loro interessa che la pianta si faccia bella e grande per poterla mettere sul mercato. Sono piante magari belle a vedersi, ma sono esposte fortemente al rischio parassiti di quasiasi natura, poichè i tessuti della pianta sono molli e deboli verso qualsiasi agente esterno. I funghi cosi come gli acari non hanno alcuna difficiltà ad infiltrare la pianta provocandone danni o la morte.
La morale è che non bisogna esagerare con i concimi a meno che non ci sia necessità.
Quando una pianta ha difficoltà a vegetare, se non ci sono patologie latenti, si prova la strada del concime, forzando un pò la mano.
Se invece la pianta vegeta e sta bene il concime si apporta tanto quanto basta.
Il "tanto quanto basta" sta a te deciderlo, facendo riferimento ai parametri ambientali e a come ti piacciono le piante.
Io per alcune piante ho un regime alimentare diverso che per le altre.
Ci sono generi, ma anche specie, che reagiscono differentemente agli stimoli della crescita apportati dal concime.
Beppe coltiva Euphorbia e sicuramente concimerà molto di più rispetto a me che prediligo il genere Copiapoa.
Il periodo della concimazione è la primavera e la tarda estate.
Questi a spanne dovrebbero essere i periodi in cui le piante sono in vegetazione, fatta eccezione di alcune piante (vedi Lithops, Rhipsalis ecc).
Al di fuori di questi periodi non che sia proibito concimare, ma il risultato sarebbe ridotto. Le piante devono essere ricettive insomma.
Per precisione, lo sono quando sviluppano le radichette assorbenti. Questo avviene secondo fattori di umidità ambientale, dell'aria o del terriccio.
Per questo ci sono fissati come me che concimano e abbeverano le piante soltanto quando piove in primavera e autunno (fino a ottobre/novembre).
O anche, un altro modo per assicurasi che le piante siano ricettive e che il concime non vada perso, è quello di procedere in 2 giorni consecutivi.
Il primo giorno si innaffiano le piante con sola acqua e il secondo si concimano.
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