Inviato: Mar 11 Feb 2025, 2:35 Oggetto: Ephedra helvetica (o Ephedra distachya subsp. helvetica)
RobertoBr Mar 11 Feb 2025, 2:35
In occasione dell'odierna potatura ho pensato di mostrarvi questa interessantissima pianta semisconosciuta. Tanto più che recentemente l'ho vista finalmente in catalogo ad alcuni rinomati venditori di cactus e succulente.
La prima particolarità di questa pianta è la sua posizione tassonomica: è infatti insieme alla Welwitschia e al genere Gnetum in un clade "rimasto a metà" nel passaggio evolutivo tra le gimnosperme e le angiosperme. Clade con caratteristiche morfologiche e fisiologiche intermedie uniche e molto isolato evolutivamente. Inoltre ognuna di queste tre piante è non solo l'unico genere delle propria rispettiva famiglia, ma l'unica famiglia del proprio ordine (per mettere le cose in prospettiva cactacee, aizoaceae, garofani, spinaci e almeno un'altra trentina di famiglie sono tutte parte di un unico ordine) quindi parliamo di un clade molto isolato composto da tre generi comunque molto isolati anche tra di loro.
Ephedra helvetica è un piccolissimo arbusto che raggiunge nel migliore dei casi un'altezza massima di meno di 50 cm, ma quasi sempre molto meno. I fusti dell'anno articolati, verdi, sottili, leggermente succulenti e privi di foglie danno alla pianta (specie da giovane) un aspetto generale che può ricordare un po' quello di qualche equiseto. In realtà invecchiando i fusti lignificano e si accrescono, molti rami dell'anno si perdono disarticolandosi e guardando sotto alla crescita esplosiva annuale ( o potando drasticamente come faccio io ogni primavera) si può vedere la struttura arbustiva nana che la caratterizza. La pianta è dioica, i fiori femminili sono appaiati e circondati da brattee carnose che a maturità si tingono di un rosso intenso, non ho mai avuto occasione di osservare i fori maschili che invece sono raccolti in piccole spighe.
L'apparato radicale è molto esteso sia verticalmente alla ricerca di acqua sia orizzontalmente a formare dei lunghi stoloni che possono dare vita ad una nuova pianta a breve distanza dalla madre
È una pianta relitta rarissima, endemica delle alpi centro occidentali in cui occupa i fondovalli secchi e termofili delle valli più continentali. Sono conosciute poco più di una dozzina di popolazioni alcune delle quali molto piccole e in pericolo sparse in val di Susa, Val d'Aosta, Trentino alto Adige e Canton Vallese in svizzera. Vive in microclimi aridissimi e assolati, in ambienti di steppa discontinua di Stipa o pendii rocciosi dove solo poche altre piante riescono a sopravvivere e la competizione è bassa. È così ben adattata da formare popolamenti in purezza nei punti più ostili e risultare durante i periodi siccitosi l'unica macchia di verde in quanto mentre le altre piante vanno in dormienza o terminano il loro ciclo annuale lei continua a vegetare. Altro adattamento la presenza di numerosissime gemme avventizie basali e nella parte più bassa dei rami come mezzo per riprendersi immediatamente dopo il passaggio di un incendio o il sovrapascolamento.
 
Giovane pianta  
Dettaglio: i giovani fusti articolati semisucculenti con foglie ridotte a squame e fiori femminili  
Durante un trapianto diversi anni fa, notare la sproporzione tra radici e fusto. Proprio l'estensione di questo apparato radicale unita alla ridotta traspirazione per la mancanza di foglie la rende adatta a colonizzare ambienti estremi
Grazie Rod. Si, è solo un po' invadente, per contenerla devo potarla drasticamente a fine inverno e una leggera ripulita rapida in estate prima che i rami giovani lignifichino.
Aggiungo, la pianta femmina in frutto è uno spettacolo di colore, purtroppo la mia pianta non avendo un maschio nei paraggi non allega e i frutti cadono immediatamente tinti appena appena di un pallido rosa.
 
Ecco la mia pianta che ha ormai 7 o 8 anni subito dopo la potatura di fine inverno. Posterò poi la ripresa.  
La struttura alla base, ricorda la radica di Erica arborea in miniatura.
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5343 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Gio 13 Feb 2025, 21:54 Oggetto:
Gianni Gio 13 Feb 2025, 21:54
Pianta interessante, grazie per la condivisione. Qui c'e' l'Ephedra californica, ogni tanto si vede nei giardini aridi. Veniva usata dai nativi per preparare una bevanda medicinale. Quando la vedo mi ricorda sempre un qualche Equisetum (con cui non ha nulla a che vedere, ma secondo me ci assomiglia un po'). Non l'ho mai vista fiorita, o comunque non ci ho mai fatto caso.
Posso dire che non conoscevo questo genere così bene, ricordo di averlo già sentito ma non sul forum... Attendo volentieri aggiornamenti sulla ripresa, tutte le piante "immortali", tutte quelle resilienti che crescono dove tutte le altre non ce la farebbero mi affascinano molto. Purtroppo ho già finito lo spazio a disposizione per new entries nella collezione. So che a te invece manca il tempo ma è bello vedere quanto ti dai da fare!
Postilla, non so perché questa pianta mi ricorda un po' la ginestra.
Gianni. Esistono molte specie di Ephedra di vari portamenti e dimensioni, alcune addirittura rampicanti, ma non credo di aver mai visto la californica.
Non mi sono in effetti soffermato sul valore etnobotanico della pianta che tuttavia è anch'esso molto interessante. Come tutte le piante psicoattive porta con sé un bagaglio variegato di elementi culturali, basti pensare che molti identificano la pianta con il mitico Soma vedico, altri ne fanno un uso molto più....prosaico.
Seba. Si, penso che nel caso delle ginestre si possa in qualche modo parlare di convergenza evolutiva.
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