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Aiuola all'aperto sulle colline lombarde

 
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Pino15



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Inviato: Gio 21 Mar 2024, 0:25   Oggetto: Aiuola all'aperto sulle colline lombarde
Pino15 Gio 21 Mar 2024, 0:25
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Ciao a tutti, sono nuovo del forum, ma vi seguo con attenzione da un paio di mesi.
La passione per il giardinaggio e l'entusiasmo per coltivare specie da seme mi accompagnano da un discreto numero di anni, ma direi che per quanto riguarda cactus e succulente sono davvero alle prime armi.

Lo scorso anno ho deciso di dedicare un'area in pieno sole, a ridosso di un muro rivolto a sud, proprio a succulente e cactacee. Vorrei sperimentare una coltivazione più auto-sostenibile, sia in termini di risorse idriche che uso di prodotti chimici.

Il terreno, fertile e drenante, è posto in collina a 350m di altezza, su balze degradanti.

Veniamo al dunque. Per preparare l'aiuola di circa 9mq ho lavorato il terreno a 50cm di profondità, incorporando un 40-50% circa in volume di un mix di inerti composto da lapillo, pomice e sabbia grossolana.
Quindi nel mese di giugno ho posto a dimora una 15ina di specie che ho selezionato sulla base della loro resistenza al freddo.
Di queste, ad oggi, tutte sembrano avere superato indenni il loro primo inverno, inverno che a dire il vero definirei piuttosto mite. Fanno eccezione uno di due Echinocereus subinermis che si presenta con una macchia scura alquanto preoccupante e 2 Lobivia chrysochete che sono proprio compromesse dal marciume, ma forse ho preteso troppo da questa specie.

Leggendo le vostre pratiche di coltivazione, mi sembra di avere commesso due errori evidenti. Primo la percentuale di inerti dovrebbe essere maggiore, tra il 60/70%. Secondo, forse più grave, al momento del trapianto non ho effettuato alcun trattamento al pane di terra/torba originario, se non smuoverne esternamente un piccolo spessore, con conseguente riduzione dello spessore superficiale della sabbia di copertura a meno di 1cm.

La domanda che mi pongo è: conviene mettere mano e vanga al terreno per incrementare la composizione degli inerti ed anche liberare le piante dalla torba originaria? Oppure tanto vale lasciare tutto così come è ed applicarmi con le corrette pratiche colturali all'estensione dell'aiuola che ho in programma quest'anno?

Scusate se mi sono dilungato eccessivamente.
Grazie per l'aiuto.

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giovasse
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Inviato: Gio 21 Mar 2024, 11:22   Oggetto:
giovasse Gio 21 Mar 2024, 11:22
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Credo che non aver tolto il pane di terra dalle radici è forse l'unico problema che va risolto, per i prossimi lavori magari aumenta un pochino gli inerti.

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RobertoBr
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Inviato: Gio 21 Mar 2024, 12:37   Oggetto:
RobertoBr Gio 21 Mar 2024, 12:37
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Ciao Pino,
Prima la risposta semplice: la torba va tolta senza se e senza ma, crea un sacco di problemi sia perché mantiene troppa umidità intorno al colletto sia perché rallenta lo sviluppo dell''apparato radicale in aiuola. Quindi, a meno che non si tratti di specie a crescita molto rapida e che magari già di per sé adatte a un substrato ricco ( echinopsis, opunzie etc...), ti conviene tirare su e dare una bella pulita.

L'altra domanda è molto più complessa, la percentuale di inerti non è che un parametro, e se viene preso singolarmente può trarre in inganno. Nel senso che va considerata in funzione delle specifiche piante che vorrai coltivare, del microclima della tua zona, della pendenza e drenaggio dell'aiuola, di quanto sei disposto a irrigare o togliere infestanti e molto altro. Poi ti sconsiglio di fare paragoni tra composte da aiuola e composte da vaso Io in aiuola sono al 100% minerale e ti assicuro che nonostante ciò con il mio clima raramente riesco a portare le piante in asciutta durante l'autunno prima che arrivi il freddo mentre in vaso si asciugano in poche settimane con composte molto più ricche.

Echinocereus subinermis, mai provato a tenerlo in aiuola, ma in vaso al freddo e qualche intemperia pur sopravvivendo e rifiorendo tendeva a ustionarsi sulle coste, alla fine l'ho regalato a chi lo avrebbe apprezzato certamente di più.
Quanto alle Lobivia sono un genere rognoso per questo tipo di coltivazione. Sulla carta sembrerebbero un genere promettente con diverse specie provenienti da habitat che sperimentano periodi decisamente gelidi. Eppure sono molte le delusioni, mie o riportatemi, che hanno causato. Personalmente l'unica che al momento sono riuscito a mantenere soddisfacentemente al freddo umido è la maximiliana

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Maricactus
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Inviato: Gio 21 Mar 2024, 19:54   Oggetto:
Maricactus Gio 21 Mar 2024, 19:54
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Mi piacerebbe vedere qualche foto di questa tua aiuola, se è possibile ovviamente. 😅


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Pino15



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Inviato: Gio 21 Mar 2024, 23:44   Oggetto:
Pino15 Gio 21 Mar 2024, 23:44
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Grazie per le risposte!

Allora procedo a tirarle su tutte tranne, se ho capito bene, Opuntia polyacantha, Cylindropuntia imbricata, Trichocereus pasacana e Echinopsis terscheckii.
Le rimanenti che sono: Denmoza rhodacantha, Echinocereus engelmannii, Echinocereus triglochidiatus, Escobaria missouriensis, Escobaria tuberculosa, Escobaria vivipara, Gymnocalycium gibbosum nigrum, Lobivia famatimensis
le ripulisco per bene dalla torba, liberando le radici.

Per alcuni degli elementi da considerare, indicati da Roberto, posso aggiungere che la mia zona ha un microclima con umidità mai eccessiva, massimo un paio di giornate all'anno di nebbia, temperature minime che negli ultimi anni non sono mai scese sotto i -5. Sono su una collinetta e l'aiuola è posizionata su un terrazzamento piano profondo 4m circa con muri a secco alle spalle e a valle alti circa 1,80m. Area riparata dai venti. Quest'anno zero neve. Vorrei limitare al minimo le irrigazioni ed il diserbo.

Per le specie che inserirò quest'anno, ho preso ampio spunto proprio dall'esperienza di Roberto, acquistando semi da ADBLPS di numerose specie che ha già sperimentato, ipotizzando che potessero sopravvivere anche nella mia zona. Alcune le ho anche acquistate in vaso, ma non ho ancora iniziato a preparare l'estensione dell'aiuola.

Appena recupero una foto scattata la scorsa estate la invio.

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RobertoBr
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Inviato: Ven 22 Mar 2024, 10:38   Oggetto:
RobertoBr Ven 22 Mar 2024, 10:38
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A mio parere questo progetto ha tutte le carte in regola per dare grandi soddisfazioni. Il microclima e la topografia che descrivi Sembrano molto molto favorevoli per un contesto nord-italico. Stare su una collina mette al riparo dal freddo inversionale che, basandomi sulla mia esperienza, è forse la minaccia maggiore. In più la presenza di terrazzamenti e muri a secco aiutano tantissimo a contenere il freddo notturno rilasciando il calore assorbito durante il giorno. (Per fare un'analogia la mia aiuola ha il muro della casa orientato a sud come nel tuo caso a una distanza di circa 1.5 m. Tra il punto più vicino al muro e quello più lontano da esso a circa 5.5 m nelle notti invernali fredde e cielo sereno è abituale vedere 1/2°C di differenza nella temperatura superficiale del lapillo a pari esposizione).
Anche sulla scelta delle specie direi che hai fatto un ottimo lavoro , e sono curioso di vedere cosa aggiungerai. Tieni sempre presente, visto che hai deciso di seminare, che le piante giovani hanno una resistenza al freddo minore di un esemplare già maturo e stabilito.


Citazione:
Vorrei limitare al minimo le irrigazioni ed il diserbo.


Qui purtroppo i due obbiettivi sono contrastanti l'uno con l'altro. Nel senso che più il terreno è drenante e più sarà difficile da colonizzare dalle infestanti, ma richiederà più irrigazioni nei periodi di caldo asciutto. Viceversa un substrato che permetta alle piante di autosostenersi con le sole precipitazioni naturali consentirà anche ad un buon numero di infestanti di fare altrettanto.

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Pino15



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Inviato: Ven 22 Mar 2024, 22:27   Oggetto:
Pino15 Ven 22 Mar 2024, 22:27
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Ti ringrazio Roberto. Spero prioprio di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra varie specie e terreno, ma sopratutto di non commettere troppi errori. Perdere una pianta è sempre una piccola sconfitta.

Per quanto rigrada le semine mi sembra di capire che forse sia meglio rimandare al secondo anno di vita il loro inserimento in aiuola, in modo che le giovani piante abbiano acquisito una maggiore resistenza.
Comunque è ancora presto per pensarci. Ho seminato lunedì e per il momento è nato qualche micro Astrophytum capricorne. Attendo le altre nascite.

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RobertoBr
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Inviato: Lun 25 Mar 2024, 18:15   Oggetto:
RobertoBr Lun 25 Mar 2024, 18:15
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È un discorso in cui entrano in gioco tanti, troppi fattori.
Dipende prima di tutto da come intendi gestire le semine. Nelle mie mani una semina di due anni cade ancora negli interstizi del lapillo LOL o comunque la vedo molto dura riuscire a metterla a dimora. Però nelle mani di un buon seminatore che prende tutte le misure e gli accorgimenti necessari, una semina di due anni è già una bella piantina. Fortunatamente sul forum ci sono fior fiore di seminatori e nella sezione apposita troverai tutte le informazioni necessarie, alcuni hanno delle crescite che a me ignorante sembrano di origine sovrannaturale Very Happy.
Tolto tutto questo resta da considerare nella fattispecie se una certa specie di una certa dimensione può sopravvivere in aiuola e per quanto può farlo autonomamente. Perché una pianta piccola non è solo più sensibile al freddo, ma anche a tutti gli altri stress ambientali come caldo, disidratazione, patogeni ecc ecc.
Una piantina di due anni non può resistere in aiuola lo stesso numero di giorni senza acqua di una pianta adulta della stessa specie, quindi dovresti irrigare più frequentemente. Alcune specie, specialmente quelle che raggiungono dimensioni notevoli non hanno magari nessun problema a sopportare una giornata di caldo torrido e sole cocente, mentre un semenzale della stessa specie piccolo e appressato al suolo viene cotto alla piastra. Idem con gli attacchi funginei, magari una pianta di una certa dimensione ti dà il tempo di accorgerti del problema e intervenire, con una pianta piccola avrai sicuramente meno margine di tempo.
Tutto ciò per dire che anche quando magari una piantina sarebbe già in grado di sopravvivere sono necessarie comunque una maggiore cautela e una maggiore presenza.

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