PARTE I
[1.] Descrittore e descrizione di Mammillaria melanocentra.
La descrizione della specie si deve ad Heinrich Poselger (1818-1883), chimico botanico e raccoglitore sul campo che prese parte alle operazioni di controllo confinario tra Stati Uniti e Messico (1850-1856). I cactus raccolti nell’occasione venivano spediti all’erbario di Jena, segnatamente a D. Dietrich, mentre la collezione vera e propria di Poselger si trovava a Berlino.
Il nome di Posleger tra le mammillarie conta tre ricorrenze: due come descrittore (la bocasana oltre a quella in oggetto) ed una come dedicatario: M. poslegeri.
A p. 348 del volume Taxonomic literature: a selective guide to botanical publications and collections si apprende che il coinvolgimento di Posleger in Messico giunge sino al 1851, ossia a quattro anni prima della scoperta e descrizione della nuova specie.
Rientrato dal Nuovo Mondo viveva di mezzi propri in Berlino, ove curava una notevole collezione di cactus e succulente, già menzionata sopra.
La collezione viene ben descritta in tre pagine del fascicolo n. 9, del settembre 1919, di Monatsschrift für Kakteenkunde, per noi moderni appassionati imprescindibile rivista diretta dal dottor Vaupel.
Vi si legge, in una retrospettiva collettiva di ricordi sul Posleger, compilata dai maggiori cactofili dell’epoca che il dottore possedeva pressoché tutte le specie di cactus allora conosciute.
Conservava, come se fossero delle mummie, gli esemplari che aveva spedito dalle Americhe, entro grandi teche di vetro.
Alcuni collezionisti erano stati autorizzati a cercare dei semi rimasti conservati nelle “mummie” degli Ariocarpus.
Era particolarmente misogino, tanto da non volere più intrattenere rapporti con chi gli dichiarava che aveva intenzione di contrarre matrimonio. Non era sposato e si faceva aiutare nella coltivazione della collezione da alcuni servitori. Qui consentitemi un rimando a Marguelis, The cactus hunters: l'autore è un geografo ma si diffonde a lungo e spesso sul simbolismo dei cactus. Pensate alla frequenza con cui ricorre il richiamo alle mammelle (presumibilmente bovine, invero) tra le nostre piante: Thelocactus, Mammillaria, Epithelanta, se poi andiamo agli animali abbiamo il Mastodonte e così via. Devo dire che-per quanto sia botanicamente infondato- a me viene naturale immaginare alcuni cactus di genere maschile, ad esempio Echinofossulocactus o Lepismium, altri femminili, come Mammillaria, Copyphantha (sarà il nome latino che fa inclinare per l'uno o l'altro genere; ma ad esempio per me Copiapoa è una pianta maschile).
La collezione di Posleger fu ereditata dai nipoti, che non nutrivano alcun interesse per i cactus, la maggior parte di essi venne così inviata all’orto botanico di Berlino.
Nonostante fosse un chimico e potesse così disporre prontamente di preparati insetticidi, ebbe una infestazione di cocciniglia che gli rovinò molte piante colonnari, tra le quali un Echinocereus pectinatus.
Ora, la specie nuova Mammillaria melanocentra viene descritta nell’annata 1855 dell’Allgemeine Gartenzeitung (Giornale di giardinaggio universale), quindi dopo che Posleger era tornato – contro la propria volontà – dal Messico. Il testo stesso riferisce che l’esemplare gli era stato spedito.
(immagine 1: Giornale di giardinaggio universale. Un giornale dedicato al giardinaggio ed a tutte le scienze con esso collegate)
Nel numero 3 della ventitreesima annata (1855, appunto, per l’esattezza domenica 20 gennaio) Posleger pubblica l’articolo d’apertura: Descrizione di alcune nuove specie di cactus. (immagine 2)
Vi si legge che: “Tra i Cactus, che mi sono stati inviati ad inizio d’anno dal Messico, si trovano le seguenti nuove specie”. La prima è Mammillaria pachytele, sinonimo di M. magnimamma, subito dopo troviamo la nostra.
Non è noto chi sia stato a spedire l’esemplare, proveniente dai pressi di Monterey (la grafia ha una sola “r”, ma si tratta comunque di Monterrey in Nuevo Leon. Lo attesta, tra l’altro, la provenienza delle altre Mammillaria descritte nell’articolo, alcune trovate a Saltillo altre a La Rinconada, che verosimilmente è il nome di un villaggio nei pressi di Garcia, sempre in Nuevo Leon), dove appunto si trova Monterrey.
Sulla base dei tre dati geografici, si può pertanto individuare approssimativamente il luogo di rinvenimento del tipo (v. immagine 3).
L’autore descrive l’esemplare (nella versione tedesca fornisce anche delle misure) e così “7-9 spine radiali, forti, diseguali, lunghe da 3 a 11’’’, quelle inferiori sono le più lunghe. In età giovanile si presentano nere, successivamente grigio chiaro e nere sulla punta”.
Il giornale non contiene una illustrazione, ma Britton e Rose ci rimandano alla Iconografia cactacearum, Blühende Kakteen, vol 3, tavola 129, riprodotta in bianco e nero, come figura 73 alla p. 82 del loro IV volume. Qui sotto l’originale, che ritrae la prima immagine nota di Mammillaria melanocentra (immagine 4).
SEGUE...
 
 
 
 
|