Inviato: Mar 17 Ott 2023, 19:42 Oggetto: Succulente ex situ: tribunali ed uffici pubblici
Lepismium Mar 17 Ott 2023, 19:42
Nel Sumario de la Natural y General Historia de las Indias di Oviedo si incontra la prima descrizione assoluta di esemplari di fauna e flora americana.
O
Ad esempio l'autore descrive il porcellino d'India (segnalo- incidentalmente- di avere visto, il primo del corrente mese, otto esemplari di Galea musteloides a Verona rettili!), come pure -tornando sul nostro amato tema- e si diffonde su alcune piante, tra le quali delle Bromeliaceae ed i cactus.
Se estendiamo il discorso alle succulente, lo stesso Colombo, nel diario di bordo, registra il suo convincimento di aver veduto delle piante di Aloe appena sbarcato nelle Indie, evidentemente improntato alle conoscenze botaniche sino allora possedute da noi europei.
All'ex Africa semper aliquid novi di Plinio, si sostituiscono piante ed animali ex America.
Sul tema vi sono due bei libri, uno più elencativo-didascalico (trovato da Galla a Vicenza, luogo sempre ricco di inattese amenità librarie) Animali e Piante dall'America all'Europa, l'altro che sicuramente avrete letto in moltissimi è "La confraternita dei giardinieri" di Andrea Wulf (titolo che a molti noi ex frequentatori del classico finisce per ricordare la versione italiana del carme 37 di Catullo, ma il libro è davvero meritevole di lettura).
Non menziono neppure 1493: Uncovering the New World Columbus Created di Mann e La Conquista dell'America, il problema dell'alro di Todorov (anche perché non sono improntati a questioni botaniche).
Ciò detto, pochi di noi saranno poeti o navigatori, ma anche noi, nella nostra quotidianità, abbiamo modo di vedere dei cactus o delle succulente ex situ nei luoghi più impensati.
Oggi ero al Tribunale di Trento per lavoro e vi ho subito notato una Schlumbergera (con ogni probabilità un ibrido) ed una Kalanchoe daigremontiana , bulicante di plantule a formare un praticello.
Ho dunque pensato di inaugurare questa discussione, inserendo le fotografie di piante inopinata atque inusitata che si incontrano in luoghi improbabili. Dietro ognuna di esse vi è un impiegato che vi si dedica, animato da mere finalità estetiche ovvero arso dal nostro medesimo fuoco tassonomico.
Poco dopo passando davanti ad un ufficio del Comune di Trento ho notato con compiaciuto stupore una Hatiora salicornioides (o salicornoides ) l'esatta denominazione sarà oggetto di un altro messaggio, ed un'ulteriore cactacea, io ritengo possa essere un Aporocactus flagelliformis , mentre un amico col quale ho condiviso la foto stima che si tratti di un Chamaecereus silvestrii eziolato. A voi l'identificazione.
Continuerò qui ad inserire altre immagini raccolte sul lavoro o in luoghi inconsueti e vi auguro buona serata
FSD
 
Hatiora salicornioides  
Schlumbergera sp.  
Kalanchoe daigremontiana  
Aporocactus o più probabilmente Chamaecereus silvestrii  
Registrato: 01/04/09 09:12 Messaggi: 20511 Residenza: Reggio Emilia
Inviato: Mar 17 Ott 2023, 20:00 Oggetto:
Gianna Mar 17 Ott 2023, 20:00
Il problema che queste piante vengono coltivate all'interno e prima o poi una brutta fine la fanno sempre. Forse chissà, una Kalanchoe daigremontiana ha la vita più lunga, queste sono dure a morire (e si nota bene ... )
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5331 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Mar 17 Ott 2023, 21:59 Oggetto:
Gianni Mar 17 Ott 2023, 21:59
Iinteressante.
Conosco poco la Hatiora salicornioides, ma un po' meglio la Salicornia (da cui la Hatiora prende il nome); la Salicornia cresce vicino a dove vivo, la trovo spesso nelle paludi salmastre della Baia; l'ho anche assaggiata, ed e' come mangiare acqua di mare. I nativi la usavano per conservare alimenti. Ma vado fuori tema.
Questo post trasuda una profonda cultura trasversale ed una autentica passione per la botanica!
Ho apprezzato molto i riferimenti letterari, tant'è che mi sono già segnato la Confraternita dei giardinieri per il prossimo acquisto, ammetto che non lo conoscevo.
Mi piace molto anche l'idea del post: spesso anch'io mi perdo nell'osservare le piante che si trovano lungo i corridoi di tribunali ed uffici.
Ricordo che qualche anno fà nel Tribunale di Rovereto sono comparse delle cactaceae nel cui vaso lo strato superficiale era costituito da una graniglia grigia (oppure nera, non ricordo bene) cementata da una qualche colla, probabilmente per fare in modo che il terriccio non uscisse dal vaso; sono durate diversi mesi e poi ad un certo punto non le ho più viste.
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Ciao, le Rhipsalideae in verità tendono anche a conformarsi alla vita all'interno delle abitazioni, pur necessitando quantomeno di una nebulizzazione, se non di una irrigazione con cadenza fors'anche più che settimanale.
Esse prediligono gli ambienti che non siano in pieno sole. 0Va detto che talune Rhipsalis hanno una crescita differente a seconda dell'illuminazione: una R.paradoxa , ad esempio, può avere i singoli articoli del fusto più (al sole) o meno (in penombra) lunghi, in ragione dell'esposizione.
Lo stesso può predicarsi dell'Hatiora .
Per quel motivo prospera anche nei pubblici uffici.
A Bologna sono apparse in gran numero quest'anno delle Rhipsalis da vivaio, già alquanto sviluppate, ma abbastanza comuni quanto a specie, in vasi appesi, ma a giudizio di chi scrive a prezzi forse eccessivi (si andava oltre i 50 euro per pianta, quando con meno di 2 euro si compra una talea e, con essa, si riceve il piacere privo di valore economico ma psicologicamente invalutabile, di attendere il radicamento, attestato massimamente dallo sviluppo di nuovi fusti. Prima rossicci, poi viranti al verde).
Concordo con voi che si tratti di un Chamaecereus e non di un Aporocactus. Il mio è un bias cognitivo che mi spinge a vedere piante amate anche laddove non ci sono.
La Kalanchoe, come correttamente mi ha fatto notare G. Barbi è Kalanchoe x hougthonii , ibrido tra Kalanchoe delagoensis e Kalanchoe daigremontiana.
Ieri avevo in mente questa pagina, quando citavo la prima descrizione dell'Ananas.
Una cosa debbo dire che mi ha stupito in alcune conversazioni della vita quotidiana: molte persone sono convinte che l'ananas cresca sugli alberi.
Un tempo seguivo un ente di chimici e questi anziché il dolce prendevano sempre ananas come dessert (eravamo a Roma), per via della bromelina in esso contenuta. Beh, in una antologia di narratori di viaggi geografici del '500 si fa menzione di ananas tagliato e conservato quale rarità assoluta.
Sempre a proposito di "prime visioni dell'ananas", una volta sono stato colpito da una nota in calce a Cuore di tenebra di Conrad. Vi si leggeva che, nella prima decade del 1900, l'autore aveva personalmente visto in Congo, per la prima volta in assoluto, l'ananas con tutta la sua pianta.
Eheh in effetti è curioso, dove cresce l'ananas. Non mi ero nemmeno mai posta la domanda, fino a quando pochi anni fa, ho visto la pianta in vendita, e ne sono rimasta piuttosto affascinata. Ora è diventata una specie di moda e ne vedo spesso in vendita nei supermercati, a prezzi irrisori. Stessa cosa per il Ficus ginseng, la Pachira aquatica e oggi addirittura vendevano a 7 franchi diversi esemplari di discrete dimensioni di Nolina recurva. Sono tutte piante che noto spesso negli uffici, che sembrano adattarsi più che bene alla perenne vita tra le quattro mura. Mia suocera ha una pianta di Hatiora salicornioides che è enorme, la tiene in cima a un armadio e ricade giù in un enorme cespuglio, fin quasi al pavimento.
Se tenute con qualche accorgimento e molto amore, tante piante possono stare bene anche nei luoghi più impensabili.
Mi fanno invece imbestialire certi negozi o ristoranti che espongono vasetti di cactacee "decorativi", trattandoli come piante finte e condannandoli a una fine lenta, crudele e irrispettosa. Quando li vedo, se ne ho occasione li infilo nella borsa senza ripensamento alcuno!
Le ultime piante interessanti le ho viste dal nuovo pediatra dove porto i miei figli. Piante particolari, ho capito subito che ci saremmo intesi bene con questo pediatra. Abbiamo dimenticato di vaccinare i bambini, ma in compenso abbiamo parlato moltissimo di piante ( 🤣 scherzo)
Dopo una ricerca di funghi a Passo Manghen, non andata a buon fine, per via della siccità recente, scendendo mi fermo a Levico. Dopo la mostra di quest'anno infatti abbiamo scoperto un ristorante che fa la pizza vegana, quindi è una ottima (forse unica) occasione per mangiare la pizza.
Sulle prime pensavo che le piante sui tavoli fossero in tema mostra (appena uscito non ho resistito ed ho messo tutte le mie sul tavolo, per guardarle).
Invece no: ci sono ancora ed hanno pure esse il "ghiaino"incollato. Come certi Pinus pinea che escono dall'asfalto.
C'era dunque questa Hawortia che ha avuto la forza di pollonare e, pur ritenendo illecito asportare la pianta, memore dell'art. 626, comma primo, n. 3) c.p. (furto minore: se il fatto consiste nello spigolare, rastrellare o raspollare nei fondi altrui, non ancora spogliati interamente del raccolto) ho staccato i polloni, strappandoli a morte certa, e li ho messi a radicare in vaso. Hanno tutti attecchito.
Mi viene in mente che un giorno stavo girando per Trento. Avrei avuto un'udienza importante da lì a poco e, in una piazza, vedo uno scriteriato che sta buttando via due Monstera ed un Ficus lyrata. Proveniva da un ristorante, le piante non erano state bagnate da molto tempo, a giudicare dal terriccio (ovviamente torba e solo torba). Gli ho chiesto di prenderle e me le ha consegnate. In Tribunale ho dovuto celare i vasi (abbastanza ingombranti) ma anche queste si sono riprese.
Sempre a proposito di ritrovamenti, qui ero a Roma, ultimamente ci vado spesso per via di questioni di introduzione del nuovo sistema di identificazione e riconoscimento degli animali esotici.
Ovviamente appena terminato al Ministero, corro il largo Regia di Svezia, al "Tempio", ossia l'orto botanico.
Pure a Roma c'è un posto dove fanno il cibo vegano, quindi sono fisso lì...e sul tavolo ho sistemato tutti i campioni trovati per terra o vicino alle piante, che per cause naturali si erano staccati.
L'Epiphyllum (la pianta madre era senza cartellino) ha radicato, sono nati i Citrus trifoliata (PS se qualcuno vuole delle piantine, ne ho molte), molti pezzi di fusto di Rhipsalis erano troppo corti e non hanno prosperato.
c'era dunque questa Haworthia che ha avuto la forza di pollonare e, pur ritenendo illecito asportare la pianta, memore dell'art. 626, comma primo, n. 3) c.p. (furto minore: se il fatto consiste nello spigolare, rastrellare o raspollare nei fondi altrui, non ancora spogliati interamente del raccolto) ho staccato i polloni, strappandoli a morte certa, e li ho messi a radicare in vaso. Hanno tutti attecchiti
😄 Gentile Francesco, perdona la mia incorreggibile vena provocatoria 😄😉 mi diverto con poco come vedi. Raramente ho rubato piante nei ristoranti. Qualcuna si, è capitato davvero, ma erano già accatastate davanti al bidone dei rifiuti, più morte che vive. Altre, avrei voluto osare chiedere, impietosita, ma non l'ho fatto perché mi dà tanto fastidio l'idea di poter sembrare un'accaparratrice.
Mi fa piacere vedere tanto entusiasmo sul forum, che ne ha bisogno. Certamente non sarò una buona interlocutrice per quanto riguarda la scuola, visto che sono molto ignorante e troppo disordinata in quel senso. Però mi farà sicuramente piacere leggerti. Ho il sospetto che ti appassionerai di tanti altri generi ancora.
P.s. ma allora rubare i semi di eventuali piante in vendita è considerato furto minore? 😄
_________________ Lucia
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5331 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Gio 19 Ott 2023, 22:39 Oggetto:
Gianni Gio 19 Ott 2023, 22:39
Scusa ma non ho saputo resistere: quello sul tavolo era il tuo pranzo vegano?
Più seriamente, tra le piante che apprezzi (Rhipsalideae, Hyloceree...), immagino ben poche possano resistere fuori in inverno. Come fai per proteggerle dal freddo? Le metti dentro casa?
Ciao, sì ripongo tutte le piante in casa. Ora vi sto procedendo. Ho predisposto dei cavi metallici sui soffitti, dove le appendo e l'unico incomodo è annaffiare, poiché occorre la scala.
Queste piante-come noto- abbisognano di avere sempre il terreno umido ed amano le nebulizzazioni sui fusti.
Un ottimo ambiente dove tenerle sono i bagni, perché di per sé già più umidi delle altre stanze.
L'unico "pericolo" sono i gatti che rovesciano i vasi, tuttavia la collocazione in alto evita il rischio.
Leggo davvero con piacere le tue avventure botaniche, le trovo anche molto divertenti
e mi offro volontario per adottare un C. trifoliata!
Quindi le piante sono riuscite a germinare dai semi ricavati da quei due frutti ritratti in foto? avrei pensato che sarebbe stato necessario utilizzare semi di frutti ben maturi
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Ciao, sicuramente sabato ti porto un C. trifoliata già cresciuto, nato da frutti raccolti l'anno passato (a Roma).
Anche nel nostro comune borgo vegetano bene nella piazza dietro la chiesa della collegiata (ma può darsi che siano ibridate, quindi non ho raccolto i semi).
Nella foto le vedi a destra. E' una pianta che talora veniva piantata al confine tra i fondi, vista l'impenetrabilità dei rami e l'abbondanza delle spine.
La pianta più prospera (e quella che ti darò) mi è cresciuta sul balcone, un un vaso dove tengo le Crassule, dove l'acqua che arriva è sostanzialmente quella piovana.
E' dubbio se il genere sia Citrus o Poncirus, ma si propende per Citrus .
La pianta madre si trova in uno snodo strategico dell'Orto botanico di Roma: siamo sulla pista che porta alla serra coperta (con le Rhipsalis - che recano ancora qualche denominazione obsoleta - peraltro su cartellini scritti a matita oltre dieci anni or sono), prima però si passa davanti a due esemplari di Wollemia nobilis, uno dei quali un po'celato.
Questo mi ricorda i giardini di Kew: a fianco di una pianta c'è la fotografia della regina che scava l'alloggiamento per l'albero, l'altra invece è completamente anonima.
Un'altra volta, al parco Le Cornelle, ho visto altre due Wollemia nobilis nel recinto delle tigri. Questo mi ricorda la Wollemia che c'è ai giardini Trauttsmandorff di Merano: giunta poco dopo la sua scoperta, era (ed è) collocata in una gabbia metallica. Davanti ad essa alcuni fossili della stessa pianta, dietro un modellino in scala 1:1 di Deinonichus (ancora senza piume, perché non erano state ancora registrate le novità in materia di evoluzione dei dinosauri).
Sulla Wollemia c'è un bel libro divulgativo, qui in calce, dello stesso autore di altri due bei testi: The secret life of Wombat ed una monografia sul grande cancello che divide l'Australia.
Questo mi ricorda la serra delle Cycadaceae di Monaco di Baviera: era il dicembre 2017m, fuori nevicava, ma nella serra le piante prosperavano. Erano esposti dei fossili di Calamites (e qui non puoi non pensare al film cecoslovacco Cesta do Praveku, ma finirei per dilungarmi).
Invece al Museo di Scienze naturale di Verona ci sono le palme fossili, trovate a Bolca, che molti di noi residenti in Italia nord-orientale avranno potuto vedere...lì vicino ci sono delle piante ornamentali abbastanza comuni ancora in vita ed è curioso vedere due forme di un medesimo essere organico: uno ormai mutato in pietra ed uno che prospera
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