Inviato: Sab 13 Mar 2021, 8:48 Oggetto: Prove di riaffrancamenti e radicazione
Rosaedela Sab 13 Mar 2021, 8:48
Cari amici, sono emozionata. Non ho molta esperienza con gli innesti, e meno ancora con gli affrancamenti.
Recentemente ho comprato a prezzo stracciato delle piante innestate; Turbinicarpus, Aylostera, Coryphantha, Thelocephala e Sulcorebutia e Stetsonia.
Innestate su Pereskiopsis, è stato facile liberare con cautela le marze, con l’aiuto di un bisturi. Spolverizzate le ferite con ormone radicante, ho lasciato asciugare per un paio di settimane.
Come substrato ho usato seramis, poi rabboccato gli ultimi due centimetri, quelli a contatto con la pianta, con pietra vulcanica in granulometria piú fine. É una pietra vulcanica nera, che ho acquistato in un negozio per acquari.
Ho messo tutti i vasetti in un grande sottovaso, che ho riempito con poca acqua.
Ero quasi certa che non avrei avuto problemi a far radicare le Sulcorebutia e Stetsonia, e cosí è stato. Poi settimana scorsa, ho potuto constatare che anche Aylostera si era affrancata, e anche la Corypantha. In meno di due settimane hanno emesso nuove radici!
Per i Turbinicarpus e Thelocephala avevo poche speranze. É ieri, che, con enorme emozione, ho potuto notare che anche tutte e tre le piantine di Thelocephala occulta si sono affrancate. Sono gasatissima! Non pensavo fosse cosí facile.
Chissá se anche i Turbinicarpus mi stupiranno. Incrocio le dita.
Il Myrtillocactus quando si indurisce è molto difficile da tagliare.
Anche il pereskiopsis del resto, con gli anni produce un fusto molto duro al taglio e meno propenso a reagire.
Comunque si, spesso i portainnesti vengono tagliati e fatti radicare.
In questo modo la pianta marza continua ad essere protetta e nutrita e la pianta ha un aspetto naturale. Anzi, spesso la vicinanza con la terra della marza stimola maggiormente l'emissione di radici.
Il Myrtillocactus quando si indurisce è molto difficile da tagliare.
Anche il pereskiopsis del resto, con gli anni produce un fusto molto duro al taglio e meno propenso a reagire.
Comunque si, spesso i portainnesti vengono tagliati e fatti radicare.
In questo modo la pianta marza continua ad essere protetta e nutrita e la pianta ha un aspetto naturale. Anzi, spesso la vicinanza con la terra della marza stimola maggiormente l'emissione di radici.
Buono a sapersi, ho anche una curiosa pianta innestata su myrtillocactus, e penso che proverò a coprire il portainnesto con la tecnica da te descritta, per vedere se la marza emetterà radici 👍🙂
Aggiorno la situazione.
Mi emoziona sempre molto, vedere come le piante si aggrappano alla vita. Alcune con carattere, altre meno, e si lasciano morire...il che ovviamente è triste, ma non mi ferma dal continuare a sperimentare, facendomi sospettare di essere leggermente sadica. Oramai questo forum sta facendo pressione sulla mia etica personale
Premettendo che non mi piacciono gli innesti. Ma certe piante le ho trovate a prezzo accessibile solo in quella condizione, e ho quindi ho proceduto all'acquisto, giá con l'idea di tentare la separazione e l'affrancamento.
Devo dire che la maggior parte delle piante ce l'ha fatta. Un paio sono seccate, e un paio sono marcite dopo aver radicato, per errore mio ovviamente.
Delle foto sopra, tutte le piante sono ancora con me. L'Aylostera ha appena fiorito, con mio grande stupore.
 
Oggi aggiungo le foto del Turbinicarpus alonsoi, a cui non davo molte speranze. Invece, a distanza di 4 mesi, ha finalmente emesso una prima radichetta. Incrocio le dita!  
Ho comprato un orrendo innesto di Cintia knizei. Non mi piace nemmeno particolarmente come pianta, ma mi sono un po’ fissata. Ho provato la semina, ma le piantine si sono allungate molto, perdendo completamente la loro forma. Questo orrendo innesto, pollona veramente molto. Ho staccato un paio di questi polloni, e anche se questo nella foto, non guarda fuori benissimo, ha emesso anche lui una bel  
Per ultima la Weingartia.  
Mi piaceva tantissimo per le sue spine. Non avevo molte aspettative, e invece eccola qua, che ha pure partorito un adorabile figlioletto. Ma che soddisfazione!
Più che un figlio, possiamo anche chiamarlo così, penso che la Weingartia abbia avuto un problemino in prossimità dell’apice vegetativo e lo stia risolvendo creando una nuova pianta … forse anche più di una, dalla foto non riesco a vedere benissimo.
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