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Inviato: Mer 18 Gen 2017, 10:12 Oggetto: Affrancare Eriosyce e Pygmaeocereus
*gionni* Mer 18 Gen 2017, 10:12
Salve a tutti,
Quest'estate in un raptus di acquisti in un noto vivaio ceco (c'era mezz'ora, tante piante da scegliere, tante della collezione privata da vedere e la padrona del vivaio mi faceva da ombra con la fretta di chiudere) ho preso praticamente a caso un Pygmaeocereus bieblii e una Eriosyce napina, ambedue innestati su Myrtillocactus (anche perché costavano una fesseria... circa 2€ ciascuno)...
Però ora mi sono un po' pentito di non averle prese più piccole ma su radici proprie (siccome sono due piante che il Myrtillo imbruttisce abbastanza), quindi:
sono piante facili da far radicare? Se si come? Mi conviene aspettare ancora qualche anno?
(Io pensavo di tagliare la marza circa 1cm sopra il punto di innesto, in modo che resti una parte di marza stessa che polloni, così anche se non radicano non ho perso del tutto la pianta... può avere senso?)
Allego foto e vi ringrazio in anticipo
   
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Carl von Linné
Ciao, le mie esperienze di far radicare piante innestate sono state in generale un fallimento.
Le due piante in oggetto non sono così semplici da coltivare franche, richiedono una certa attenzione, ed hanno una crescita molto lenta ... e per questo le trovi innestate.
Per tentare la radicazione alcuni aspettano che la marza sia cresciuta il più possibile (spesso purtroppo la crescita palesa proporzioni insolite rispetto alle piante in habitat) e rinvasano coprendo tutto il portinnesto, ultimo strato in pomice o akadama fino a metà marza.
In queste condizioni a volte la marza radica e il portinnesto piano piano si riduce.
Registrato: 15/03/15 16:19 Messaggi: 37 Residenza: Venezia
Inviato: Gio 19 Gen 2017, 17:36 Oggetto:
*gionni* Gio 19 Gen 2017, 17:36
Il mio fine ultimo sarebbe proprio quello di farle tornare alla forma naturale, una volta affrancate, coltivandole "wild" (per la napina terra di campo pH neutro, ghiaia di pomice e sabbia silicea-quarzosa, innaffiando tutto l'inverno per smettere in aprile e riprendere in ottobre; per il Pygmaeocereus ancora mi devo informare, comunque in wild diventano meno sensibili seppur sempre lentissime), così piano piano potrei vedere quanto riesco a farle tornare alla forma naturale, però più aspetto e più si "alzano" (mentre dovrebbero rimanere belle basse entrambe, soprattutto la napina).
Per il Pygmaeocereus mi sa che proverò questa tecnica già in primavera, vediamo come va... spero non marcisca il portinnesto lì sotto.
Grazie
Se avessi piante uguali con lo stesso FN potrei almeno produrre semi, ma dovrei tornare in Rep. Ceca
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Carl von Linné
Sono molto attratto/interessato anche io dalla WG e sto già facendo qualcosa, ma sono ancora nella fase di "apprendimento"
Per le bagnature credo che si debba lasciar fare alle piogge, estate o inverno che sia, intervenendo se le piante appaiono troppo disidratate oppure proteggendole se le piogge son copiose. Lo stop da aprile a ottobre non mi convince, sette mesi senza acqua con le temperature estive ... dovrei vivere sopra i 1000 metri e beneficiare dell'umidità notturna, ma così non è. Credo sia necessario adeguare la WG al proprio micro clima ... ma la mia è solo una modestissima opinione da inesperto. Di certo il nostro clima non è quello dell'habitat di provenienza.
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Inviato: Gio 19 Gen 2017, 19:29 Oggetto:
cmr Gio 19 Gen 2017, 19:29
Credo ci sia un errore di valutazione per quanto riguarda la coltivazione della Eriosyce napina.
E’ sbagliato pensare di lasciarla fuori durante tutto il periodo invernale alle intemperie e/o irrigarla da ottobre a aprile, principalmente perche l’Italia non ha il clima del Cile. Nel suo luogo di origine l’acqua (intesa come pioggia che annaffia) la vede raramente, ovvero, credere di ricreare le condizioni dell’habitat della pianta in serra è praticamente impossibile.
Molto piu semplicemente, la E. napina è una pianta abbastanza rustica, che in coltivazione non ha problemi. Come molte piante, ha la tendenza a crescere con l’età alzandosi di qualche centimetro, accestendo se ben coltivata.
In una discussione nel forum Cactus & Co, si è discusso sull’opportunità di dare acqua (poca) durante il periodo invernale alle cactacee cilene basando le nostre riflessioni sulla nostra esperienza addivenendo alla conclusione che si, un po di acqua in inverno si puo dare ma sempre in funzione delle temperature minime del momento.
 
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Inviato: Gio 19 Gen 2017, 19:32 Oggetto:
*gionni* Gio 19 Gen 2017, 19:32
Anche io, infatti questi sono spunti per esperimenti più che altro, però conosco persone che lo fanno...
Sicuramente 7 mesi di siccità sono duri (per le piante giovani dimonuiscono) ma pare che in riposo estivo non soffrano di marciumi e scottature solari... in inverno beneficerebbero anche delle nebbie (vivo a Venezia), l'importante è che non si trovino con la terra bagnata sotto i -1 (ma con una serra fredda ben fatta non ci dovrebbe essere rischio).
Però non ho ancora sperimtato la WG con le cilene (ne ho pochissime) e dico ciò che ho appreso da un amico della profonda pianura padana, ora non mi resta che provare Ho provato giusto con qualche Sudamericana (Gymno e Frailea) e con messicane, sicuramente più facile che con i generi andini
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Inviato: Gio 19 Gen 2017, 19:36 Oggetto:
*gionni* Gio 19 Gen 2017, 19:36
Cmr, ciò che voglio evitare sono proprio quei cm di troppo, le napina sono belle all'altezza del suolo... un'amica le coltiva con la tecnica WG bagnandole solo in primavera e autunno con ottimi risultati (non riporto foto solo perché non sono piante mie), mentre un altro bagna per tutto l'inverno (poco e raramente, tanto la terra resta bagnata lo stesso) e lascia che possano beneficiare delle nebbie del nord Italia... poi sono tecniche discutibilissime, però i risultati mi sembrano buoni, non mi resta che provare
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