Inviato: Mar 19 Apr 2016, 19:17 Oggetto: Demoralizzato
cereus81 Mar 19 Apr 2016, 19:17
Le piante acquistate da un mese le ho messe in ombra per ambientarle e questo fine settimana le dovevo mettere nella posizione definitiva,erano sotto ad una scaffalatura con sopra un telo da camion (bello pesante;fatto sta che nell'andare ad ammirarle ho visto che il telo è scivolato da un'altezza di due metri e mezzo proprio sopra le piantine facendole uscire dal vaso una ad una,con danni alle spine ed alle radici (quella che ha avuto la peggio è l'Escobaria con le spine spezzate ma penso anche le piantine piccole);le piante sono 8 e non se ne è salvata una...non vi dico a quanto è il morale
quando ci si mette la sfiga
_________________ “Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.”
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Inviato: Mar 19 Apr 2016, 19:48 Oggetto:
Gianna Mar 19 Apr 2016, 19:48
Rinvasa, sono piante resistenti, qualche spina rotta non è un gran danno. Ci si passa tutti: purtroppo succede che per una ragione o per l'altra le piante finiscano a gambe all'aria ... Tutta esperienza! Mai più teli non fissati
Ma per Escobaria intendi quella che poi si è rivelata una Mammillaria gracilis?
Rinvasa, sono piante resistenti, qualche spina rotta non è un gran danno. Ci si passa tutti: purtroppo succede che per una ragione o per l'altra le piante finiscano a gambe all'aria ... Tutta esperienza! Mai più teli non fissati
Ma per Escobaria intendi quella che poi si è rivelata una Mammillaria gracilis?
l'Escobaria è quella certificata,ha fatto anche 3 boccioli...la vedo messa male,tutte le spine lunghe sopra sono spezzate e le testoline mi sembrano molto flessibili,ci tengo molto a questa,ha una bellissima forma
la Mammillaria marksiana sanguina bianco
la Mammillaria spinosissima è meno spinosa
il resto è più robusto e sembra sano
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Inviato: Gio 21 Apr 2016, 8:23 Oggetto:
Lele57 Gio 21 Apr 2016, 8:23
Letto....però questo lattice ha una funzione nella pianta presumo, quale? Cioè la pianta ferita emette questo liquido come una sorte di cicatrizzante oppure ha un'altra funzione? Chi sa delucidarmi...?
_________________ Devo ancora incontrare un ignorante che non cerchi di insegnarmi qualcosa.
(Anonimo)
Bella domanda Lele, ti sottopongo la lettura di questo testo
LATTICE o Latice
Enciclopedia Italiana (1933)
di Giuseppe Gola
LATTICE o Latice (dal lat. latex). - È il contenuto dei canali latticiferi, che sono un tipo particolare di cellule secretrici alquanto diffuse nei vegetali superiori. Ha tale nome, perché nel maggior numero di casi si presenta di aspetto più o meno simile al latte, ma talora è quasi incoloro o colorato in giallo o rosso intenso. Esempî notissimi di lattici bianchi si hanno nel liquido che geme dalle ferite praticate su parti giovani del fico e della lattuga: giallo è il lattice della celidonia. La sua composizione chimica è estremamente complessa e varia da specie a specie, e anche nella stessa specie a seconda delle condizioni dell'individuo vegetale. I lattici rappresentano il prodotto di una quantità di funzioni diverse del ricambio vegetale. Anzitutto in essi è contenuta una quantità di acqua, per lo piü assai superiore alla metà, che impartisce la fluidità al lattice, che può così uscire con una certa facilità dalla ferita, favorito in ciò dalla pressione dei tessuti circostanti. Ma, assai di rado, l'acqua può anche mancare, come in certe secrezioni indubbiamente di carattere latticifero che si osservano nei rami dell'evonimo o fusaggine. Nell'acqua sono mescolate sostanze diverse: quelle che impartiscono l'aspetto caratteristico di liquido lattiginoso sono grassi o delle sostanze che hanno comuni con i grassi l'insolubilità nell'acqua e la solubilità nei solventi organici (etere, benzina, cloroformio, ecc.). Il lattice dell'albero del latte (Galactodendron utile) contiene specialmente dei grassi di natura cerosa; nel maggior numero dei lattici però prevalgono le sostanze del secondo gruppo, quali le resine, le sterine, oppure i costituenti del caucciù e della guttaperca. Comunque, tutti questi corpi si trovano nel liquido emulsionati in goccioline tenuissime, in modo analogo a quanto si verifica per il grasso contenuto nel latte. Inoltre essi contengono soluzioni di sostanze organiche diverse; tra queste sono notevoli gli alcaloidi, come quelli contenuti nel lattice del papavero da oppio (v.). Le sostanze albuminoidi (proteiche) sono sempre presenti, seppure, talora, in misura minima. Frequenti sono specialmente gli enzimi o fermenti: il lattice del papavero da oppio imbrunisce rapidamente appena esposto all'aria perché contiene un fermento ossidante che agisce sopra altri costituenti, che assumono colorazione scura; un fenomeno analogo si verifica in quello del Rhus vernicifera del Giappone che, per l'azione di ossidasi, detta laccasi, imbrunisce il laccol contenuto nel lattice fino a colorazione nera, gli oggetti laccati giapponesi sono appunto spalmati di tale vernice naturale che è bianca appena uscita dai latticiferi, e poi anneriti all'aria. La Carica papaja contiene nel lattice enzimi capaci di digerire le sostanze proteiche utilizzati anche in medicina. Analoghi fermenti contengono il lattice di fico e quelli delle euforbie. Si trovano inoltre soluzioni di sali minerali o di sali organici di elementi diversi, specialmente di magnesio. Ma il contenuto più diffuso e caratteristico è dato dagl'idrocarburi, come resine (per es., resina di euforbio) e, soprattutto, caucciù e guttaperca, il primo estremamente frequente, quantunque spesso in quantità minima. Il caucciù si estrae appunto dai lattici di parecchie piante, ma specialmente dall'Hevea brasiliensis (vedi gomma elastica). La guttaperca invece è contenuta nel lattice di alcune Sapotacee (Palaquium).
Nei riguardi fisiologici la funzione dei lattici non è molto chiarita; in alcuni casi il loro contenuto viene utilizzato per successivi bisogni della pianta (per es. gli alcaloidi del papavero per la nutrizione azotata dei semi); ma in generale questa utilizzazione è assai scarsa e alcuni componenti, come le resine e il caucciù, vi rimangono invariati, diminuendo col diminuire delle condizioni di floridezza dell'individuo. Una pianta spossata da ripetute estrazioni di lattice ha un contenuto più acquoso; così quelle cresciute in climi freddi rispetto a quelle di climi più caldi e secchi. Le connessioni dei latticiferi con i tessuti assimilatori delle foglie dimostrano come alcuni componenti del lattice abbiano una diretta origine dall'attività delle cellule assimilatrici. Le applicazioni dei lattici sono importanti; tra le medicinali sono da ricordare l'oppio dal papavero, il lattucario dalla Lactuca virosa, la papaina dalla papaja; tra le industriali, la preparazione delle lacche giapponesi e quella del caucciù e della guttaperca.
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