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Perché usare inerti vulcanici
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Lele57
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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 11:30   Oggetto: Perché usare inerti vulcanici
Lele57 Sab 27 Feb 2016, 11:30
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Buongiorno inizio subito con le domande che non riesco a "capire". Si usa mettere gli inerti vulcanici (Pomice,lapillo vulcanico, zeolite ecc) per coltivare le nostre piante, ma io mi chiedo il perché visto che in natura le piante almeno gli echinocereus non vivono su questa tipologia di composta? Se si guardano le foto in natura non c'è neanche l'ombra di questi inerti. Vivono in anfratti rocciosi, su dune sabbiose (White Sands) come alcune sp di triglochidiatus var. triglochidiatus nella regione de New Mexico o altre su terreni argillosi. Allora mi chiedo perché adoperare gli inerti vulc? Forse per una questione di peso? Un vasetto riempito di lapilli pesa decisamente meno di uno con ghiaia e argilla? Forse si asciuga prima? Ma non credo che dipenda se si asciuga prima visto che l'asciugatura dipende dalle dimensioni, se metto sabbia di fiume minuscola sicuramente ci vorrà molto tempo prima che sia riarso al contrario sabbia grossolana ci starà un attimo ad inaridirsi.....dubbi, dubbi!


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cmr
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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 12:06   Oggetto:
cmr Sab 27 Feb 2016, 12:06
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Non è una questione di peso ma della composizione chimica dei materiali di origine vulcanica (assenza quasi totale di azoto), nonchè della loro naturale porosità (trattenimento e rilascio dell'umidità) che rende i substrati di coltivazione in cui vengono inseriti, ottimali per moltissime specie vegetali. Altro elemento non di poco conto è la loro facilità di reperimento nel nostro territorio a prezzi irrisori.
la sabbia di fiume, di qualsiasi granulomentria, è un materiale siliceo che nelle nostre composte crea solo problemi: primo tra tutti, compatta esageratamente la composta: se si usa per fare il calcestruzzo, ci sarà un motivo.
Discorso analogo per i nostri terreni argillosi che tendono a trattenere l'acqua in modo esagerato: quelli messicani, con quelle caratteristiche climatologiche (irraggiamento, temperatura, vento, ecc.), asciugano in fretta, mentre da noi no.


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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 13:46   Oggetto:
Lele57 Sab 27 Feb 2016, 13:46
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cmr ha scritto:
la sabbia di fiume, di qualsiasi granulometria, è un materiale siliceo che nelle nostre composte crea solo problemi: primo tra tutti, compatta esageratamente la composta: se si usa per fare il calcestruzzo, ci sarà un motivo.
.

Ciao...La compatta se fosse fine, ma se invece è grossolana penso non dia problemi o almeno credo,(per il calcestruzzo si usa una granulometria pari a < 0,063 mm. Non certo 3/5mm) io la uso da tempo ti posso garantire che le mie piante stanno benissimo, fioriscono e pollonano, l'unico inerte che aggiungo è la zeolite e un pochino di pomice la quantità la faccio a occhio e ho smesso due anni fa di usare torba, sostituendola con terra di campo che è argillosa. Per questo ho molti dubbi sull'efficacia e/o l'uso di inerti "classici". Però mi piace leggere le esperienze di altri appassionati per potermi confrontare. Grazie


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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 13:55   Oggetto:
pessimo Sab 27 Feb 2016, 13:55
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Quoto Carlo, mi permetto solo di aggiungere una cosa evidente, ma che a me spesso sfuggiva: la coltivazione in vaso richiede attenzioni diverse dalla coltivazione in piena terra. Leggo spesso di sforzi profusi nel ricreare in vaso il substrato dei luoghi di origine delle piante, dimenticando che il clima (come ha ben spiegato Carlo) non è lo stesso.
Quindi noi dobbiamo trovare delle soluzioni diverse, consentendo alle piante la possibilità di adattarsi ad un clima spesso ostile ... già in Italia si notano differenze sensibili tra nord e sud.

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cereus81
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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 14:00   Oggetto:
cereus81 Sab 27 Feb 2016, 14:00
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Ciao,mi sono appena arrivate delle piante che avevano una grossa percentuale di sabbia (vero che non era solo grossolana) e presumo terra di campo: al rinvaso mi sono trovato un terreno durissimo super compatto.
Poi presumo che il lapillo con la sua porosità ed i suoi microelementi aiuti di molto lo sviluppo delle radici, in fondo visto che nel vaso il terreno è molto limitato meglio dare più benefici possibili alla pianta


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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 14:02   Oggetto:
pessimo Sab 27 Feb 2016, 14:02
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Altro fattore non trascurabile è rappresentato dal tipo di piante che coltiviamo: talune si rivelano molto più adattabili di altre, sia al clima, sia al substrato.

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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 21:58   Oggetto:
Gianni Sab 27 Feb 2016, 21:58
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quoto gli altri Sorriso
aggiungo che in ambienti diversi ci sono anche microorganismi diversi, per cui nei nostri vasi crescono anche vari funghi/batteri etc. che magari le piante non incontrano mai nel loro habitat originatio.
La composta ricca di inerti porosi (pomice/lapillo/zeolite tra 60-95%) funziona per la maggior parte delle piante cresciute in vaso nella maggior parte dei climi. Questi inerti assorbono l'acqua in eccesso, che cosi' non ristagna, mantengono aerato l'ambiente intorno alle radici, e non favoriscono la crescita di organismi patogeni.

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Inviato: Sab 27 Feb 2016, 23:05   Oggetto:
Giancarlo Sab 27 Feb 2016, 23:05
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È già stato detto tutto e per quanto mi riguarda posso affermare che con questi materiali ti viene perdonato qualche errore di innaffiatura in eccesso.


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 13:17   Oggetto:
Lele57 Dom 28 Feb 2016, 13:17
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cereus81 ha scritto:
e presumo terra di campo: al rinvaso mi sono trovato un terreno durissimo super compatto.


Buongiorno a tutti..Cereus81 ti posso garantire per quel che vale la mia parola che i miei "terricci" non sono per nulla compatti anzi. Certamente se metti una marea di terra e della sabbia fine be il risultato sarà quello che hai descritto. Personalmente metto al max 10% di terra il resto come ho detto zeolite e pomice non ti so dire la percentuale perché vado a occhio e ghiaino di fiume (che ho visto qui in un post con foto dire appunto ottimo per la composta)....per quel che riguarda la crescita delle radici non credo propio che centrino i lapilli, ma piuttosto dei funghi le così dette Micorizza (riportato da Wikipedia: Per micorriza (dal greco mykos: fungo, e rhiza: radice) si intende un particolare tipo di associazione simbiotica tra un fungo ed una pianta superiore, localizzata nell'ambito dell'apparato radicale del simbionte vegetale, e che si estende, per mezzo delle ife o di strutture più complesse come le rizomorfe, nella rizosfera e nel terreno circostante.) Sui lapilli ogni giorno se ne sente una nuova. Finisco dicendo che io annaffio ogni 20/22 giorni, da Marzo ad Ottobre con acqua e aceto.
Un mio conoscente David Rubbo (conosco personalmente) che non è certamente un neofita non è che ne parla molto bene del lapillo vulcanico anzi tutt'altro.....mi viene spesso in mente una frase del celebre Giuseppe Lodi che recita così: Ogni tanto un Tizio innovatore scopre che i terricci finora usati non sono adatti e propone nuove miscele, che vanno bene finché non arriva Caio e scopre che sono deleterie e propone altre, che vanno benissimo fino all'arrivo di Sempronio che......ecc. Ai tempi di Lodi non esistevano i lapilli, L'orto botanico di Bologna (Lodi) non li ha mai usati eppure lui è la storia del coltivatore di succulente.......Non mi avete ancora dato prove provate (scherzo naturalmente) sull'efficacia di questi inerti, la discussione mi garba ...vi ringrazio di cuore Very Happy


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:17   Oggetto:
Giancarlo Dom 28 Feb 2016, 14:17
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Benone, proporrò alla community di bannarti per le tue idee sovversive.
Sorriso scherzo ovviamente.
Io credo che tutti quanti noi abbiamo fatto, facciamo e faremo le nostre sperimentazioni, cambiando prodotti, proporzioni ecc
Ma negli anni migliaia di semine, di coltivazioni disparate, di rinvasi realizzati da decine e decine di amatori, vorranno pur dire qualcosa, rappresentare una consolidata esperienza, o no?
Quindi c'è un consenso unanime che la più semplice formula di base realizzabile che vada benone per la maggior parte delle nostre piante sia la classica: 1/3 1/3 1/3


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:19   Oggetto:
hikuli Dom 28 Feb 2016, 14:19
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In chimica si definisce "inerte" un elemento che non reagisce a contatto con un' altro e che, se presente nell'ambiente in cui si svolge una reazione chimica , non ne influenza in alcun modo lo svolgimento ; l' esatto contrario cioè di un catalizzatore.
Una persona che si occupi d'edilizia definisce invece "inerte" ghiaia , pietrisco , perlite etc. etc. e lì si ferma ; gli interessa che non gli mandi in malora il calcestruzzo se ce lo butta dentro , ma "inerte" per lui è un sostantivo , non è un aggettivo.
Nel parlato "inerte" significa inattivo , inoperoso , abulico , privo di vita , di attività dinamica o fisica. Affidereste le vostre amate piante alle sole cure di un tipo così prima di partire per una lunga vacanza ? , io no.
Ma se volessi circondare le mie piante con una sorta di cuscinetto fra loro e qualunque influenza esterna, tranne che da me ovviamente , non sarebbe un "inerte" , qualunque cosa esso sia , un'ottima scelta ?

Io uso gli inerti per alleggerire il terriccio , evitarne il compattamento e rendere disponibile più aria alle radici , per circondarne il colletto delle piante e perchè no , anche per questioni estetiche.
Non mi interessa l' acqua che l' inerte può ritenere e fornire in un secondo tempo perchè il fusto della peggiore delle piante che coltivo in questo sport fa 6 a 0 al migliore degli inerti al primo tempo.
NON ci coltivo interamente le piante perchè NON intervengo con concimazioni , e chiunque ce le coltivi sa benissimo che non si può essere , almeno alla lunga , "inerti" in due.

Ma quale , quale "inerte" usare Triste ?????? ...
Aaahhhh Accaldato , è' "inerte" , non fa nulla per definizione , e quindi dipende dalle preferenze estetiche , da quello che si ha sotto mano e anche dalle proprie tasche , sono sicuro
per esempio che i diamanti andrebbero benissimo , ( lieto di essere smentito da laboriosa ricerca) , ma non me li posso permettere.

Molto arrabbiato Molto arrabbiato Ma va che non è così , .... è provato infatti che alcuni inerti , "inerti" non sono e forniscono alle nostre piante microelementi essenziali ( e sottolineo essenziali !!! ) , che altri inerti più ligi al dovere si astengono dal fornire.
Io coltivo solo in 100% "inerti non inerti" , vario la % di marna in rapporto alla pomice in 25 vasi diversi e lo stesso faccio con la pozzolana in rapporto alla perlite ( aggiungo in verità anche un 3,123456789 % di zeolite per sicurezza ) in altri 25 vasetti lì vicino e non dispero di arrivare in tempi ragionevoli alla composta perfetta.
L' unica cosa che mi rallenta è che non riesco in nessun modo a mettere in questi 50 vasetti la stessa identica pianta ( con individui diversi si approssima troppo ) e neppure a metterli tutti insieme nello stesso identico posto. Svaso e rinvaso la pianta continuamente per provare ma dopo qualche mese mi muore e devo cominciare tutto da capo. Arrabbiato
Ora poi stavo anche pensando all' akadama , è vero che è un' argilla e quindi con gli "inerti" in senso stretto non c'entra nulla , e costa quasi quanto i diamanti , però ... Dubbioso Dubbioso

Ma perchè ? Sorriso e basta ... ma i microelementi e i sali minerali che si danno con le concimazioni obbligatorie , forse che non sono sufficienti ?


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:23   Oggetto:
Lele57 Dom 28 Feb 2016, 14:23
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Mi sa tanto di aver scritto una cavolata (spero solo una) sulla Micorizza, perché effettivamente questo fungo ben si ancora e/o aggrappa al lapillo essendo poroso convertendo l'azoto in forma riutilizzabile. ‬Una roccia porosa come la pomice/lapillo fornisce una grande quantità di superficie in un piccolo volume per massimizzare la densità microbica,‭ ‬lasciando spazi per la fuoriuscita di gas aiutando le piante ad assorbire i nutrienti e lo scambio di gas.


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:45   Oggetto:
hikuli Dom 28 Feb 2016, 14:45
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la micorriza non è un fungo , è una forma di simbiosi fra un fungo e una pianta superiore a livello radicale , il fungo ottiene dalla pianta i nutrienti che non può sintetizzare da solo perchè è privo di clorofilla e in cambio provvede a rendere disponibili alla pianta più sali minerali Sorriso


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:46   Oggetto:
Lele57 Dom 28 Feb 2016, 14:46
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La risp di hikuli mi aggrada anche se un pochino "caotica" (scusa ma ho una certa età Sorriso ) scusa la mia ignoranza ma la marna che è un'argilla che ci incastra con gli inerti? L'akadama bah trattiene un sacco d'acqua molta di più della zeolite difatti è un' argilla come il serramis.
#Giancarlo pur essendo io un "sovversivo" di una cosa hai ragione e cioè che tutti noi per un motivo o per l'altro abbiamo bisogno fare esperienze anche dopo 40 anni di coltivazione. Sai che monotonia fare sempre le solite e identiche cose? E poi chi di noi non cerca non solo di far SOPRAVVIVE le nostre piante, ma cerca di farle assomigliare a quelle in natura? A me 1/3- 1/3- 1/3- non mi basta Sorriso


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Inviato: Dom 28 Feb 2016, 14:49   Oggetto:
Lele57 Dom 28 Feb 2016, 14:49
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hikuli ha scritto:
la micorriza non è un fungo , è una forma di simbiosi fra un fungo e una pianta superiore a livello radicale , il fungo ottiene dalla pianta i nutrienti che non può sintetizzare da solo perchè è privo di clorofilla e in cambio provvede a rendere disponibili alla pianta più sali minerali Sorriso


sisi ok mi sono espresso male pardon ma è quello che intendevo Intesa


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