Salve a tutti,
vorrei chiedere delle informazioni data la mia ancora pochissima esperienza coi cactus.
Mi occupo dei miei pochi cactus dalla primavera passata, quindi ora che stiamo andando incontro all'inverno, il mio primo inverno con queste piante, sto trovando difficoltà.
Abito in provincia di Napoli e qui, si sa, il clima è caldo ancora adesso, in effetti ancora si sta bene a maniche corte e con una giacca su. Però nel corso di questo paio di mesi ci sono stati diversi temporali forti e così ho provveduto a ricoverare i vasi coi cactus in una di quelle scatole di plastica che si usano per gli abiti, così da farne una piccola e maneggevole serra fredda da balcone.
Negli ultimi giorni è ritornato il caldo, dopo i pesanti temporali della settimana scorsa, e non avendo avuto molto tempo ho scoperchiato lo scatolone e lasciato le piante ancora entro le pareti di plastica temendo che di lì a breve sarebbe di nuovo sopraggiunto il freddo.
Questa mattina, accorgendomi del sole davvero forte, ho provveduto a portare via da quello scatolone i vasi con le piante temendo che col filtrare dei raggi del sole attraverso la plastica potessero scottarsi.
In effetti il mio piccolo Cereus tetragonus Monstrose ha riportato molte scottature, nonostante l'aver vissuto tutta l'estate al sole diretto e cocente.
Il Trichocereus bridgesii, che nel giro di una stagione ha raddoppiato la sua lunghezza, come da foto all'apice ora ha un po' di giallo, e non riesco a spiegarmi il perché.
Mi chiedo ora se il Cereus risentirà molto della superficie scottata o se potrà normalmente crescere. Inoltre, il Trichocereus, crescendo, credete perderà quella screziatura gialla? Oppure anche quella è macchia di scottatura?
Gradirei anche qualche ulteriore consiglio su come trattare queste piante durante questa stagione autunnale/invernale.
Grazie.
 
 
 
_________________ E come il vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa voce / vo comparando: e mi sovvien l'eterno, / e le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei.
Giacomo Leopardi, L'infinito, ca. 1819 |