Registrato: 28/08/13 22:25 Età: 43 Messaggi: 220 Residenza: Bari
Inviato: Mer 21 Mag 2014, 9:59 Oggetto: Coltivazione cactacee in pomice pura
luigimita Mer 21 Mag 2014, 9:59
Ciao a tutti, credo che l'oggetto del messaggio sia piuttosto chiaro. In campo bonsaistico utilizzo moltissimo (anzi quasi esclusivamente) pomice come substrato. I vantaggi derivanti dall'utilizzo di tale roccia di origine vulcanica sono:
- ottima areazione del substrato e delle radici
- ottima capacità di trattenere acqua senza creare ristagni
- ottima azione preventiva nei confronti di funghi patogeni responsabili di
marciume radicale, causa n°1 di morte sia in campo bonsaistico che di
coltivazione delle succulente in genere
- eccellente capacità di scambio cationico, che consente un ottimale
assorbimento da parte delle radici di nutrienti forniti con trattamenti di
concimazione
- stimolazione delle radici che, di conseguenza, producono un apparato
capillare estremamente articolato
Essendo anche un grande estimatore di cactacee e piccolo collezionista, ho deciso di sperimentare anche con qualcuna di queste piante la coltivazione in pomice pura.
Ho iniziato questa primavera travasando alcune piante in questa composta, con granulometria 3-5mm.
Sarò lieto di analizzare e rendervi partecipi dei risultati (positivi o negativi) che si avranno. Se qualcuno già ha avuto modo di provarci mi farebbe piacere leggere i primi riscontri.
Da un paio d'anni coltivo tutte (tranne quelle non ancora rinvasate) le mie piante (grasse) in pomice (80-90%) e terriccio universale e mi pare che le piante ne traggano beneficio.
_________________ Eduardo
“Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.” Carl Nilsson Linnaeus
Sempre quella da 3-5 mm. circa.
Un confronto di tipo scientifico sulla crescita non l'ho mai fatto, anche perché credo sia molto difficile, una cosa però è certa quando svasi le piante cresciute in pomice le radici sono bellissime, folte e piene di radichette capillari, ma soprattutto pulite!!
Un po' di terriccio però, secondo me, rimane necessario, altrimenti bisogna fertilizzare di continuo.
Facendo la parte dell'avvocato del diavolo e volendo trovare a tutti i costi qualche difetto, direi che il problema fondamentale è che la composta di sola pomice risulta troppo "sciolta" e quindi per un lungo periodo la piante appena trapiantate sono molto "instabili" e soprattutto le uncinate sono sempre a rischio!
Poi bisogna fare molta attenzione quando si innaffia e non versare l'acqua con violenza, altrimenti vola tutto via!
Per il resto direi che, per me, è la soluzione perfetta, un'unica composta per tutte le piante e via, senza stare ad impazzire con il bilancino e soprattutto senza dover cercare decine di materiali diversi, faccio un carico di una decina di sacchi e sto bene per un paio d'anni.
_________________ Eduardo
“Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.” Carl Nilsson Linnaeus
Concordo, le osservazioni sulla pomice di Luigi sono corrette, confermo l'instabilità segnalata da Eduardo. Ariocarpus e lopho, per le quali uso vasi molto profondi, bagno con attenzione, quasi sempre dal sotto, non mi danno problemi. Il fittone aiuta a stabilizzare la pianta. In altri casi ho comunque risolto pacciamando cm 2 abbondanti di spessore con lapillo.
Di sicuro non sono pochi gli appassionati che coltivano in sola pomice e con ottimi risultati, così come quelli in sola marna, altri addirittura in sola torba, anche se in questo ultimo caso personalmente ritengo gli svantaggi superiori di gran lunga ai vantaggi.
Non sono ancora in grado di capire se crescono meglio in un modo o in un altro: sto facendo prove con seramis, kanuma, akadama e zeolite, in alternativa alla composta classica, più o meno variata, un terzo lapilllo, un terzo pomice e un terzo terriccio/torba, diminuendo se neccessario la parte organica. Mi sembra di notare qualche vantaggio con l'akadama ... ma lo dico con molti ????
Ho bisogno di qualche anno ancora
L'ultima modifica di pessimo il Mer 21 Mag 2014, 14:53, modificato 1 volta
Registrato: 28/08/13 22:25 Età: 43 Messaggi: 220 Residenza: Bari
Inviato: Mer 21 Mag 2014, 14:47 Oggetto:
luigimita Mer 21 Mag 2014, 14:47
beh l'idea di usare un 10% di terriccio universale ben decomposto, come suggerito da Edus, non è male. Servirebbe a rendere la miscela "meccanicamente" più stabile.
Se anche in ambito cactacee valgono le regole generali per piante (bonsai o non) tradizionali, direi che un miglior sviluppo radicale dovrebbe portare ad una miglior crescita generale, non per altro per la maggiore capillarizzazione e capacità di assorbimento del sistema radicale. Sicuramente occorrerà del tempo per capirlo con esattezza.
Io uso 100% minerale da un paio di anni. Ho iniziato proprio con la pomice, partendo dalle semine. Concordo con Edus sul fatto dell'instabilità e sulla pulizia delle radici. L'inconveniente è che, asciugandosi rapidamente e facendo defluire subito l'acqua, alcune piante non riescono ad idratarsi per bene. Si dovrebbe bagnare per un paio di giorni di seguito. Ho provato anche io a usare una piccola percentuale di torba setacciata ma, essendo molto fine, andava sempre a finire tutta sul fondo; la distribuzione non era omogenea e, svasando, spesso ho notato questo blocco di torba sul fondo che intrappolava le radici. Poi son passata alla zeolite pura e a mix di zeolite/akadama che dovrebbe trattenere di più l'acqua.
Ho anche notato che piante ferme o che stentavano da un paio di stagioni, dopo il rinvaso in 100% minerale sono ripartite alla grande, non so se sia l'effetto del rinvaso in sè o la maggior libertà delle radici ( all'inizio usavo pomice lapillo e torba ). Uso il minerale indistintamente per tutti i generi, anche quelli che di norma vorrebbero un terreno più ricco tipo i Gymnocalycium, ma a me sembra che stiano bene anche così. Queste sono semine in pomice o nate in pomice e ripicchettate in zeolite, mi sembra che se la cavino
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Inviato: Mer 21 Mag 2014, 19:54 Oggetto:
luigimita Mer 21 Mag 2014, 19:54
Drussola grazie per il tuo contributo. A mio parere è l'ottimale areazione del substrato che consente una sana crescita. Ciò che dici sulla scarsa idratazione è vera, ma solo perché i vasetti sono molto piccoli. In quantità maggiori gli strati interni della pomice trattengono umidità per più tempo di quanto si pensi. L'akadama a me non piace, non la uso nemmeno in campo bonsaistico perché, in breve tempo, tende a frantumare e compattare, pertanto occhio.
Drusola, ti rinnovo i complimenti per le tue splendide semine!!
Anche io ho eliminato totalmente la componente organica nelle semine, utilizzando sola pomice.
Ora sto provando senza germinatoio, a luce naturale, con una semplice copertura in policarbonato e annaffiatura con anti fungino e fertilizzante.
L'unico problema, altre alla costante fertilizzazione, rimangono le alghe verdi che non c'è verso di eliminare.
Per quanto riguarda l'akadama, non l'ho mai provata, primo perché ovviamente qui non si trova, e poi i costi sarebbero proibitivi, se dovessi utilizzarla per tutte le mie piante dovrei chiedere un mutuo.
Però mi sorgeva un dubbio, se fondamentalmente è un'argilla, in presenza d'acqua l'argilla "normale", quella che troviamo nei nostri campi, si imbibisce e diventa come plastilina, non so come si comporta l'akadama, perché ripeto non la utilizzo, però, come dice Luigi, alla fine non è che diventa controproducente.
Discutiamone!
_________________ Eduardo
“Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.” Carl Nilsson Linnaeus
Origine
È un'argilla di origine vulcanica raccolta alla profondità di 3 metri dal sottosuolo di foreste di Cryptomerie in Giappone. L'Akadama viene raccolta e asciugata, riscaldata per rimuovere organismi e parassiti, infine polverizzata in diverse grandezze.
Essa viene usata principalmente in campo bonsaistico, dove può essere utilizzata come unico componente del terriccio, oppure essere combinata con altri elementi, come sabbia, lapillo lavico, torba, o ghiaia.
Uso nella coltivazione dei bonsai
L'akadama viene usata nella coltivazione bonsai per alcune sue peculiarità:
fornisce il giusto equilibrio di acqua, aria e sostanze nutritive;
contiene enormi quantità di minerali grazie alla sua origine vulcanica;
trattiene a lungo l'acqua senza tenere troppo umide le radici;
aiuta il coltivatore a capire quando innaffiare, poiché perdendo umidità il suo colore da scuro ritorna giallognolo-rossastro;
ha un pH neutro (pH 6,5-6,9), quindi non è in genere necessario modificare l'acidità dell'acqua.
Nonostante le sue caratteristiche positive, molti coltivatori ritengono il suo utilizzo non necessario o proibitivo per l'eccessivo costo rispetto agli altri prodotti alternativi.
Si, grazie Massimo, sarebbe utile però anche qualche esperienza di coltivazione in akadama, per riscontrare il problema di compattazione evidenziato da Luigi.
_________________ Eduardo
“Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.” Carl Nilsson Linnaeus
Personalmente uso l'akadama pura nei casi in cui piante a cui tengo hanno perso l'apparato radicale, piante delicate, piante difficili da coltivare. Dove l'ho usata, almeno per ora, non ho verificato fenomeni di compattamento. Sono vasi relativamente piccoli, sul fondo uso 2 o 3 cm di pomice per il drenaggio: complessivamente ne consumo poca e si può fare. Sto provando l'akadama prevalentemente nei vasi plastica, ma ne ho una dozzina anche nel coccio.
Se può interessare ho anche una decina di ario in seramis pura, sempre drenaggio in pomice e mi sembra di riscontrare una buona vegetazione.
Come ho scritto sopra ho ancora bisogno di qualche anno per farmi una ragionevole opinione. Sarebbe interessante unire altre testimonianze tipo quella di Drusola che si è rivelata molto preziosa e anch'io la ringrazio molto.
Akadama pura l'ho provata con le semine ( giusto qualche vasetto ) ma poi non ho continuato perchè effettivamente costicchia. Nelle miscele l'ho messa in percentuale di circa il 10%, nei vasi piccoli con granulometria 3-4 e 7-8 in quelli grandi. Vedremo negli anni gli effetti.
OT: Eduardo, ora ho fatto una semina di mammillarie, ma mi sembrano abbastanza pigre nel nascere. Si le alghe sono fastidiose, anche se ho notato che si formano dopo un po' di tempo, quando lascio i sacchetti chiusi a lungo se i semi non ne vogliono sapere di schiudersi. Altrimenti il problema più grosso, per me, è la muffa che parte dai semi.
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