Inviato: Mer 17 Feb 2010, 23:00 Oggetto: Una lunga settimana di rinvasi
artistichousewife Mer 17 Feb 2010, 23:00
questo sarà un post in più riprese, non credo di riuscire a postare tutto ora ma vorrei ragionare e condividere la nostra vera prima esperienza di rinvasi.
Preferisco chiarire una cosa... Luigi ha sempre amato coltivare e in passato faceva bonsaistica (approfittando della nostra "vicinanza" all'università del bonsai di Crespi) e da qui la convivenza con alcune grasse che però abbiamo sempre coltivato e cresciuto con una tecnica un pò spartana ed ignorante.
Prima di tutto non avevamo serra quindi il ritiro lo facevamo sempre sui davanzali di casa tenendo presente di ritirarli quando le minime scendevano stabili sui 7/8 gradi e riportandoli fuori solo quando sempre le minime non scendevano più sotto tale minima.
Le piante erano coltivate all'aperto, in pieno sole, esposte a sud in vasi di terracotta riempita di terriccio per cactacee della Compo, così come lo trovavo nel sacchetto lo mettevo nei vasi.
Nessuno di noi due eliminava il vecchio terriccio e non si parlava mai di radice nuda. Le bagnavo quasi ogni giorno a doccia con l'innaffiatoio e, alcune volte, anche con la canna dell'acqua.
Ogni giorno però i terricci erano praticamente asciutti.
Perdite mai, fiori tanti anche se avevamo al max una trentina di piante tra cui due pilosocereus, una mammy, un astro myrio, una sulcorebutia e altre ma come vedete non c'era un solo genere.
Alcune di quelle piante ancora ci accompagnano e ci rendono fieri di loro
circa otto anni fa sperimentammo anche la nostra prima semina, fatta in casa, sul davanzale della finestra, sempre in Compo, con la tecnica del sacchetto perchè Lodi era già con noi
E anche di quelle ne conserviamo ancora gli esemplari che, tra l'altro, sono tra le nostre piante più "pregiate" in termini affettivi
Quest'anno invece la serra e l'intenzione di dedicare studio, energie e ovviamente soldi a questo sempre più appassionante hobby.
Così cercando informazioni ho trovato la famiglia di questo forum e il resto è storia documentata e che ho vissuto con voi per primi.
Mi ricordo che alcuni veterani avevano buttato lì con estrema gentilezza e simpatia un "vedrete che passerete ai vasi di plastica" oppure "cambierete composte"... e in effetti avevano proprio ragione!
Questo per ribadire che non c'è una sola tecnica di coltivazione ma c'è la tecnica giusta per ogni metodo e habitat in cui li si coltivano.
Ora abbiamo adeguato le nostre piante alle nostre nuove informazioni, abbiamo cercato per ogni genere di capire composte e habitat e di conseguenza esigenze e abbiamo deciso di svasare, pulire le radici e controllare ogni singolo vaso della nostra collezione... lavoro che ha richiesto una settimana di fermo dal lavoro per luigi, una cava di inerti nel salotto di casa e duro lavoro dalle 10 del mattino alle, a volte, due di notte!
Lo so che siamo dei fissati ma quello che ho visto nella parte ipogea delle nostre piante a volte mi è piaciuto, per fortuna poche volte non mi è piaciuto affatto ma sempre mi ha dato da riflettere.
Per comodità dividerò foto e pensieri procedendo nella nostra scaletta settimanale che si è auto composta così:
Lunedì Astrophytum e Gymno
Martedì Ariocarpus e Turbinicarpus
Mercoledì Mammillarie
Giovedì Generi vari restanti
Venerdì Anhalonium (williamsii)
Sabato succulente e mesembriantemacee
come siete incoraggianti!!! sopratutto in questo brutto periodo di lutti cactacei a causa di quest'inverno e probabilmente degli errori dovuti all'inesperienza-ignoranza. grazie
_________________ Lascia dunque che si affannino invano e sudino sempre coloro che lottano sull'angusto sentiero dell'ambizione, perchè sanno per bocca d'altri e dirigono il loro desiderio ascoltando la fama piuttosto che il loro sentire (Lucrezio)
allora, Lunedì abbiamo svasato gli astro che, detto tra noi, mi stavano dando un pò di angoscia visto che i nostri storici erano nella composta Compo ma avevano passato la stagione in serra.
Quello che mi preoccupava di più era il myriostigma che, nonostante le copiose fioriture della scorsa stagione vegetativa, ci era sembrato "dimagrito".
al tatto era sodo e perciò non potevano essere marciscenze o fusariosi varie ma ero curiosa di sapere come stava veramente e quindi abbiamo dato precedenza a questo genere.
Prima di tutto abbiamo deciso di dare una composta molto drenante e ci siamo regolati con quella effettuata nelle semine e che ci ha dato ottimi risultati ma con una granulometria più ampia.
La nostra ricetta è questa:
2 pomice, 1 lapillo, 1 bentonite mix, 1 akadama e 1 di limestone (terra calcarea) di cui mezza dose a granulometria grossa e mezza a granulometria fine.
Una cosa che abbiamo però riscontrato nelle composte delle piante comprate da rivenditori specializzati è che le composte sono ricche di pomice. Questa cosa mi da da pensare e le prossime semine le faremo anche in sola pomice ma di questo se ne riparlerà più avanti nella sezione appropriata.
Avevamo astri di Ramon, Panarotto e Colombo... i primi usano indubbiamente una composta poverissima di organico e le radici, deboli all'umidità persistente degli astro, provano come questa sia la scelta giusta.
Inutile dirvi che il myrio in compo se la passava proprio male ma voglio essere positiva
Passiamo a delle foto (per capirsi meglio ).
Ovviamente sono state scattate per effettuare confronti ai prossimi rinvasi e tra mani sporche di terra e tempi ridotti ho fatto quello che sono riuscita... ma so che capirete!
 
myrio kikko * pianta di panarotto comprata a mantova. La pereskiopsis era completamente interrata. Ma la pianta è in forma e una lunga radice parte già dalla marza. In questo caso però non si possono valutare le radici in base alla famiglia degli astro dato che sono principalmente formate dal portainnesto. Ma la pereskiopsis evidentemente si è trovata bene anche in un composto magro...  
myrio tricostatum * questa pianta era in terriccio compo. come potete notare si sono ridotte le radici portanti e la pianta ha potuto crescere solo quelle più superficiali dove probabilmente sono riuscite a trovare una maggiore areazione. Sì, perchè quello che manca ai terricci così organici sono proprio le tasche d'aria e le nostre piante subiscono la completa asfissia delle radici  
myrio hakuun * questa pianta era in una composta classica 1/3 lapillo, 1/3 lavica e 1/3 torba bionda. Le radici sono sane e elastiche.  
due asterias bicefale * composta classica e radici nella norma.  
myrio nudum * questo myrio ha un buon apparato radicale ed era nella classica composta ma sembra aver sofferto di umidità al colletto e lo dimostrano le "patelle" che ne danneggiano la cute alla base. Una sorta di scudo al pericoloso passaggio dell'acqua ai tessuti interni.  
Asterias * provenienza: vivaio colombo *questo astro era in una composta formata da lapillo, pomice e torba ma con grande predominanza di inerti. L'apparato radicale è molto ampio e ben ramificato  
astrias ibrido a fiore rosso * coltivatore Ramon * come potete notare alcuni granelli di pomice ne denunciano la grande presenza nella composta e la grande compatibilità di quest'ultima con le radici stesse  
altro kikko * coltivatore Ramon  
questo il povero myrio deperito per soffocamento. Il colletto è completamente secco e ora è stato sottoposto a taglio e messo ad asciugare per bene. Spero di non perderlo ma sono sicura che contribuisce (con mia grande dispiacere per lui!) alla salute dei miei attuali e futuri astro come monito sulle composte non adatte.
L'ultima modifica di artistichousewife il Ven 19 Feb 2010, 14:59, modificato 1 volta
poi il giorno seguente siamo passati agli ario, turbini e pelecyphore.
Allora, premetto che gli ario, essendo generi napiformi sviluppano una radice sostanziosa e spesso più grande della parte aerea e che in questo periodo dell'anno, in pieno riposo, tende ad abbandonare le radici capillari spinta proprio dall'autonomia che gli offre la napa stessa. In essa infatti viene storata una buona quantità di mucillagine che aiuta questo genere a passare gli inverni incolumi.
Inutile dirvi che perdere un apparato radicale così importante e essenziale equivale a perdere la pianta dato che si potrebbe dire che la napa è la pianta.
Quindi per chi ama questi generi e li vuole vedere sani e forti la cosa importante e fondamentale è assicurare delle buone condizioni di vita alla sua parete ipogea.
Elio nelle composte fornisce questa ricetta:
2 parti di lapillo e 1 di sabbia grossolana (giova aggiungere al miscuglio un po' di argilla).
Non discuto! In effetti niente organico, molto drenante dato che la sabbia grossolana non ha ritenzione d'acqua, il lapillo stimo la produzione delle radici e l'argilla offre un filo di tempo in più alle piante per dissetarsi dall'arsura.
Noi, dopo la nostra ricerca di marna e limestone, abbiamo deciso di mettere a disposizione dei nostri ario un terreno così composto:
2 parte di marna e 2 di limestone (di cui 1 di vaglio piccolo e 1 di vaglio maggiore)
vedremo come si comporteranno nella stagione vegetativa ma devo dire che ora hanno un effetto quantomeno visivo davvero naturale!
 
ario retusus * Colombo Cactus  
questo è un ottimo esempio di come la rapa dovrebbe presentarsi agli occhi dello svasatore... una sorta di triangolo verso il basso  
questo piccolo Kotschoubeyanus è stato il primo della serie e lo avevamo messo in un terriccio parecchio organico. Tanto che, come potete notare, una parte del fitone ha deviato il percorso è ha creato una gambetta verso le pareti del vaso  
questo agavoides era coltivato in terriccio 1/3, 1/3 e 1/3 che l'ha mantenuta in vita ma che non ha dato modo alla pianta di sviluppare una napa consistente. Infatti la parte aerea ha patito più delle altre ilperiodo di secca e appare più sofferente degli altri ario...  
questa pianta è di Plapp ed ho notato che tutte le piante acquistate da questo venditore, non parlo solo di ario, erano in pomice 100% e l'apparato radicale era sempre ben ramificato e in ottima salute...
L'ultima modifica di artistichousewife il Ven 19 Feb 2010, 17:50, modificato 1 volta
Grazie miss, molto interessante anche questo post.
Sei riuscita benissimo a mettere a confronto i diversi sviluppi radicali in base alla composta.
Spesso ci sembra strano, soprattutto le prime volte, comporre composte con così tanti inerti e granulometrie mai usate prima. Ma alle nostre piante piace così, e questa bella sequenza di Miss lo dimostra pienamente.
_________________ "Molti fiori sono nati per fiorire non visti,
e sperdere la loro dolcezza nell'aria deserta"
infatti hai centrato in pieno il discorso ...quando si è all'inizio non ci si spiega il perchè di quella composta così inerte(anzi sembra anche crudele...) mentre al contrario è fondamentale per la loro salute...
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