Registrato: 28/08/13 22:25 Età: 43 Messaggi: 220 Residenza: Bari
Inviato: Gio 22 Mag 2014, 19:57 Oggetto:
luigimita Gio 22 Mag 2014, 19:57
Sull'akadama posso rispondervi io. È una argilla che subisce un trattamento di cottura tale da indurirla e compattarla. Ne esistono di varie qualità, in campo bonsaistico si usa l'hard quality. Tuttavia, nel giro di 2/3 anni si riduce ad un mattone, le sollecitazioni meccaniche dovute agli sbalzi termici ne provocano il disfacimento. Il suo areale ottimale di utilizzo è proprio il Giappone. Probabilmente con le cactacee questo fenomeno è poco sentito per via delle scarse innaffiature. Altra caratteristica, nonostante quel che si pensa, trattiene più acqua della pomice ed asciuga anche prima. Ha solo un pregio, a differenza della pomice è abbastanza ricca di ferro, dunque non è totalmente inerte. Con la pomice questo si può ovviare aggiungendo una piccola percentuale di kiryu, una zeolite ricca di ferro...ottimo per ottenere piante dai colori brillanti di tessuti e spine.
Nelle mie composte la pomice fa la parte del leone e posso dire che le piante si trovano benissimo, molte radici, molti capillari e pianta pulita aggiungo anche del lapillo solo per la stabilità della pianta e anche perchè essendo più pesante rende più stabile il vaso
_________________ Roberto
"Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo."
TAGORE
io ho risolto tutti i problemi con: 3/4 diviso in tre parti uguali tra pomice, lapillo e terriccio per cactus già pronto (quindi torba più un pò di inerti) e 1/4 diviso in parti uguali tra sabbia di fiume e agriperlite....con questo mix alcune piante che hanno avuto una crescita stentata quest'anno dopo il rinvaso stanno partendo alla grande....più avanti vi saprò dire se la ricetta che ho trovato è quella DEFINITIVA....
Al di là della adattabilità delle piante, nel merito si sono scritti fiumi di parole, vedi piante stupende coltivate nel "terriccio del supermercato", non credo che si possa parlare di una ricetta ideale per le cactacee, semmai di ricette specifiche per piante provenienti da habitat diversi. Ancor più credo che tali ricette specifiche devono essere variate in funzione del luogo di coltivazione, nord o sud, dentro o fuori serra, tipo di esposizione e del contenitore utilizzato.
L'ultima modifica di pessimo il Gio 29 Mag 2014, 15:53, modificato 1 volta
Per la mia esperienza la pomice e la migliore come inerte! io ne uso sempre in quantita' maggiori del lapillo . Anni fa quando non trovavo altri inerti usavo per tutte le piante una composta mista di pomici di granulometrie diverse sabbia silicea e torba , bhe i risultati in fatto di radicazioni e apparato radicale non avevano eguali. L'akadama lo usata e la uso e secondo me potrebbe sostituire in toto la terra di campo argillosa , ed e' anche un'ottimo scambiatore cationico! adesso sto iniziando ad usare nella mia composta humus di lombrico quello argilloso credo sia il miglior scambiatore cationico mischiato con pomice lapillo e poca marna per le piante messicane
Registrato: 09/11/20 10:08 Messaggi: 448 Residenza: Firenze
Inviato: Mar 16 Feb 2021, 18:28 Oggetto:
DanielD Mar 16 Feb 2021, 18:28
Thread molto interessante (e vecchio)! A distanza di anni, quali sono i risultati che avete ottenuto in 100% pomice? Vi siete trovati bene o avete cambiato?
Ciao Daniele, gli anni passano, si cambiano le tecniche di coltivazioni e pure alcune idee. Le piante aumentano, seminare è bello e la necessità di ridurre al minimo i tipi di composta si fa pressante. Oggi ho ridotto a tre le composte: minerale (con marna e terra di campo), standard (70% inerti e 30% mix di terriccio setacciato e terrra di campo) e ricca (50% inerti, 30% terriccio setacciato e 20% terra di campo). Continuo comunque a sperimentare nuove composte, per piante particolari e, soprattutto, sulle mie semine provo ogni anno qualcosa di nuovo ... per capire, perché magari non sono soddisfatto di come crescono, perché un amico mi ha parlato di una "particolare ricetta" ... insomma, diciamo anche che la cosa mi piace e mi diverte
Per quanto riguarda l'akadama mi sono reso conto che asciuga un po' troppo rapidamente, nel coccio poi è quasi improponibile, e il rischio è di perdere le radici (capillari) soprattutto con le piante troppo giovani. Quindi avere vasi che necessitano di bagnature frequenti, e altri invece no, può complicare le cose: è più semplice bagnare tutto quando si decide di farlo.
Altro ambito, per la tipologia di composte da usare, è quello per le piante coltivate "wild", cioè esposte alle intemperie, al sole diretto, al vento ecc. ecc. avremo modo di approfondire la cosa nel prossimo futuro.
Registrato: 09/11/20 10:08 Messaggi: 448 Residenza: Firenze
Inviato: Mer 17 Feb 2021, 20:27 Oggetto:
DanielD Mer 17 Feb 2021, 20:27
Grazie della risposta In effetti la composta è una delle cose su cui si può sperimentare di più e quindi si cambia in continuazione. Poi la composta ideale non esiste e va sempre contestualizzata con tutte le altre variabili in gioco.
Sono d'accordo con la composta "unica", anche perché è difficile capire quale sia la più adatta in assoluto per ciascuna specie, sempre per tutte le variabili che dicevo.
pessimo ha scritto:
Altro ambito, per la tipologia di composte da usare, è quello per le piante coltivate "wild", cioè esposte alle intemperie, al sole diretto, al vento ecc. ecc. avremo modo di approfondire la cosa nel prossimo futuro.
Ciao Daniele, gli anni passano, si cambiano le tecniche di coltivazioni e pure alcune idee. Le piante aumentano, seminare è bello e la necessità di ridurre al minimo i tipi di composta si fa pressante. Oggi ho ridotto a tre le composte: minerale (con marna e terra di campo), standard (70% inerti e 30% mix di terriccio setacciato e terrra di campo) e ricca (50% inerti, 30% terriccio setacciato e 20% terra di campo). Continuo comunque a sperimentare nuove composte, per piante particolari e, soprattutto, sulle mie semine provo ogni anno qualcosa di nuovo ... per capire, perché magari non sono soddisfatto di come crescono, perché un amico mi ha parlato di una "particolare ricetta" ... insomma, diciamo anche che la cosa mi piace e mi diverte
Per quanto riguarda l'akadama mi sono reso conto che asciuga un po' troppo rapidamente, nel coccio poi è quasi improponibile, e il rischio è di perdere le radici (capillari) soprattutto con le piante troppo giovani. Quindi avere vasi che necessitano di bagnature frequenti, e altri invece no, può complicare le cose: è più semplice bagnare tutto quando si decide di farlo.
Altro ambito, per la tipologia di composte da usare, è quello per le piante coltivate "wild", cioè esposte alle intemperie, al sole diretto, al vento ecc. ecc. avremo modo di approfondire la cosa nel prossimo futuro.
Ciao Pessimo, ho letto che hai sperimentato anche con seramis. Vale lo stesso discorso che per akadama?
Si, ho sperimentato un pochino anche seramis, ne ho sempre un po' e non la uso. Ero curioso di valutare se i risultati in coltivazione fossero proporzionali al prezzo e alle indicazioni sul prodotto, ritenuto quasi miracoloso: io penso che non ne valga la pena. Forse è un inerte troppo specifico, asciuga ancor prima di essere bagnato ha un bel colore, trattiene pochissima umidità, è leggero, non ha spigoli ... ma è molto difficile valutare se è meglio della pomice o della zeolite, infinitamente più econimici e reperibili. Ho la sensazione che possa andare bene ad esempio per seminare generi molto lenti nella crescita e difficili da coltivare su radici proprie, ma io questo non l'ho ancora sperimentato.
Si, ho sperimentato un pochino anche seramis, ne ho sempre un po' e non la uso. Ero curioso di valutare se i risultati in coltivazione fossero proporzionali al prezzo e alle indicazioni sul prodotto, ritenuto quasi miracoloso: io penso che non ne valga la pena. Forse è un inerte troppo specifico, asciuga ancor prima di essere bagnato ha un bel colore, trattiene pochissima umidità, è leggero, non ha spigoli ... ma è molto difficile valutare se è meglio della pomice o della zeolite, infinitamente più econimici e reperibili. Ho la sensazione che possa andare bene ad esempio per seminare generi molto lenti nella crescita e difficili da coltivare su radici proprie, ma io questo non l'ho ancora sperimentato.
Grazie per le informazioni. In effetti ho recentemente ripicchettato in seramis due semine di un anno di Copiapoa e Pyrrhocactus, che sembravano essere prossime alla morte. Si sono riprese alla grande, ma forse avrebbero fatto altrettanto in pomice. Invece astrophytum capt medusae non sembra avere apprezzato. Continuo a sperimentare...
Col caput medusae, secondo la mia esperienza, potresti fare in modo di non far seccare mai completamente la composta, soprattutto con le piante giovani, altrimenti rischi di perderle. Non far seccare, NON significa affatto tenerla sempre bagnata, attenzione!! Può aiutare in questo senso usare una parte significativa componente sottile, che sia terra di campo o terriccio di torba.
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