Inviato: Ven 03 Nov 2023, 13:33 Oggetto: Le piante brevidiurne
BobSisca Ven 03 Nov 2023, 13:33
Cenni di coltivazione
Con piante brevidiurne si definiscono piante che hanno il loro periodo di fioritura quando l’illuminazione non supera una certa soglia di ore minime giornaliere. Tra le piante più note che questa tipologia include troviamo: tabacco, riso, cotone, mais, canapa ed altre, tra quelle però che più strettamente destano la nostra attenzione troviamo piante dei generi: Aloe, Crassula, alcune Lithops, quasi tutte le Conophytum, Adromischus, diverse Aizoaceae (ex Mesembryanthemaceae), Pelargonium (quelli provvisti di un caudex), Tylecodon, Othonna e molte bulbose come Massonia, Brunsvigia, Haemanthus e Boophone per citarne alcune.
Mentre con gli anni abbiamo acquisito che la coltivazione delle cactacee in genere e piante provenienti dalle Americhe, ha un ritmo scandito in periodi di vegetazione estivi e periodi di riposo invernali, questo fatto ha influito anche sulla coltivazione delle specie di provenienza africana. Non ultimo anche la componente climatica europea con estati calde (irrigazioni) ed inverni freddi (sospensione delle irrigazioni) ha influenzato questo metodo di coltivazione per noi così favorevole.
In Europa abbiamo inoltre il problema dell’intensità luminosa, e la durata delle giornate durante il periodo invernale. Ad esempio, nel mezzo dell’inverno, abbiamo una differenza della durata del giorno tra Bolzano e Palermo di quasi tre ore, e spesso ci dimentichiamo che Roma è alla stessa latitudine di New York, mentre le nostre piante gradirebbero il sole egiziano o il caldo sahariano anziché le umide nebbie milanesi. Questi sono i motivi per cui si preferisce coltivare le nostre piante in estate anziché in inverno.
Le piante di cui tratteremo in questo breve articolo, sono di provenienza principalmente africana, più esattamente dalle regioni del Sud Africa. Mentre sul versante orientale del continente si hanno precipitazioni estive, sulla parte occidentale (Sud Africa e Namibia) le precipitazioni cadono nel periodo invernale. Le fredde piogge provenienti dall’oceano Atlantico, le nebbie costiere e l’altitudine nella quale molte di queste vivono, le fanno ricevere l’apporto idrico a temperature sotto i 10°, e questo durante il loro periodo vegetativo.
Sotto queste piante troviamo delle così dette “opportuniste”, che vegetano quando hanno disponibilità idrica indipendentemente dalla temperatura e le “altre” per le quali delle basse temperature ed il rispetto della loro fase vegetativa è molto importante, ed il non mantenimento di questi criteri porta inevitabilmente alla perdita della pianta in coltivazione.
Cosa rende interessante la coltivazione delle “brevidiurne”? La possibilità di andare in vacanza in estate senza dover pensare a loro, giacché sono in riposo e durante il periodo invernale, quando in genere le altre piante sono in stasi, di avere più tempo da dedicare a loro.
Come per tutte le piante, anche per queste non è facile dare uno schema generale di coltivazione, ma a grandi linee si può affermare che hanno il periodo di riposo durante le nostre estati e quello vegetativo durante gli inverni.
La stagione vegetativa, per voler dare un riferimento “standard”, inizia il 15 di settembre. Questa data può subire delle variazioni a seconda si viva in una regione fredda (15 giorni prima) oppure in una calda o se si tratta di annate particolarmente fredde o calde. Quindi diciamo che con il primo di settembre si potrà iniziare con le irrigazioni. La differenza verrà data se le piante vengono coltivate all’aperto sotto la pioggia oppure in una serra, comunque è buona norma iniziare dapprima con moderate irrigazioni e se possibile far si che le piante prendano acqua dal basso (si mettono i vasi in una vaschetta con acqua), nel giro di una settimana si vedranno comparire i primi accenni fogliari.
In alcuni generi potranno comparire prima i fiori che le foglie come per esempio in Othonna, Lithops o Conophytum, che crescono in primavera ma fioriscono in autunno. Il genere più spettacolare è rappresentato dai Conophytum, i quali si trasformano da grigie masse cartacee secche in spettacolari tappeti di fiori dai vividi colori. Se possibile è consigliabile portare (o lasciare) queste piante all’aperto perché l’acqua piovana e le basse temperature accelereranno di molto la ripresa. La seconda irrigazione avviene dopo ca. 15 giorni, anche questa verrà influenzata dalle condizioni atmosferiche presenti. Si consiglia di irrigare in giorni piovosi perché l’umidità nel vaso resterà disponibile più a lungo. In genere si irriga una volta a settimana per Pelargonium, ogni due settimane per Othonna, una volta al mese per le bulbose e Conophytum, questi dati saranno soggetti a come e dove si coltivano le proprie piante.
Durante i mesi di ottobre e novembre la luce disponibile consente ancora di continuare con questi ritmi.
I mesi di dicembre e gennaio sono quelli critici, le piante necessitano acqua ma la luce disponibile è troppo poca / breve per poter garantire uno sviluppo corretto. Le foglie diventano troppo grandi o si allungano ed i rami diventano, allungandosi, troppo deboli, le irrigazioni devono essere ridotte al minimo vitale. Osservando bene le piante è facile vedere quando hanno bisogno di acqua. Le foglie si afflosciano o raggrinziscono, gli steli diventano molli al tatto, è il momento di dare acqua. In questa fase sceglieremo un periodo che ci garantisca diversi giorni di sole (con quanta più luce possibile), anche in questo periodo daremo acqua dal basso (per imbibizione) le radici prenderanno quella necessaria alla pianta, ma la zona del colletto rimarrà asciutta.
Solo i Pelargonium a vegetazione invernale dovranno continuare ad essere irrigati regolarmente (una volta a settimana), mentre le bulbose sempre una sola volta al mese.
Nei mesi di febbraio e marzo si nota un evidente allungamento della luminosità, questo ci permetterà di irrigare più frequentemente e di somministrare una concimazione. Anche qui è buona norma osservare attentamente le piante, il loro stato, mentre Othonna euphorbioides necessita di pochissima acqua, Othonna lepidocaulis dovrà essere irrigata anche due volte a settimana.
Con aprile e maggio cessa il periodo vegetativo e le piante iniziano lentamente ad andare in riposo, le foglie perdono turgore ed avvizziscono, ma attenzione a non forzarle, se questi mesi, come spesso avviene, si presentano freschi ed umidi, questo può ritardare il riposo vegetativo anche di un mese.
Con l’estate le piante sono in riposo, anche se in molte specie si tratta di un riposo latente perché Tylecodon ed alcune Euphorbia hanno proprio ora il loro periodo di fioritura.
La maggior parte delle piante prese in esame sopportano bene temperature attorno ai 3° - 4° anche con substrato bagnato, altre hanno il loro optimum attorno agli 8° - 10°, benché si sia osservato che sotto i 10° la vegetazione subisce un arresto.
Importante e scopo di ogni buon coltivatore è non far eziolare le piante, mentre Othonna non presenta problemi con temperature sotto i 10°, questa temperatura può essere letale per molte Euphorbia. Le Tylecodon mal sopportano temperature basse, mentre i Pelargonium arrestano la crescita aspettando periodi a loro più favorevoli.
In conclusione, possiamo dedurre che ogni famiglia e spesso ogni specie rappresenta un caso a se, dipendente dalla sua origine geografica, natura del terreno e condizioni climatiche.
Questo articolo vuole solamente fornire un piccolo approccio alla conoscenza per una corretta coltivazione di questi generi così peculiari e caratteristici, che raramente sono presenti tra le piante coltivate e che meriterebbero senz’altro più attenzione.
Per correzioni, aggiunte e consigli ringrazio sin d’ora tutti coloro che vorranno unirsi all’ argomento.
Saluti Bob
Qui di seguito alcuni esempi
 
Tylecodon schaeferianus  
Othonna triplinervia  
Othonna euphorbioides  
Othonna herrei  
Conophytum sp. durante il riposo estivo  
Conophytum sp. alla ripresa vegetativa  
Conophytum calculus in fiore  
Euphorbia stellata  
Tylecodon grandiflorus
_________________ Ci sono cose piú importanti nella vita che aumentarne continuamente il ritmo
Tutto molto, molto, molto interessante! Non si smette mai di imparare. Grazie alle tue magnifiche foto ( ma come fai?) ho potuto dare il nome a una piantina che non sapevo proprio cosa fosse. Ebbene, è un' Othonna euphorbioides. Interessante che non sia ancora morta, tra le sgrinfie della mia ignoranza!
Ma allora i Tylecodon mi conviene ritirarli in casa? Da un paio di inverni ne tengo due fuori, ben riparati ma sempre fuori, anche d'inverno.
Ottimo post Roberto come sempre un pozzo di conoscenza. Vorrei aggiungere qualche considerazione e perchè no qualche domanda.
Considero le Dioscorea elephantipes (testudinaria ) appartenenti alla famiglia delle brevidiurne, va in riposo solitamente da fine Maggio a fine Agosto perdendo tutta la vegetazione e lasciando il caudice spoglio come se fosse un pezzo di legno. L'errore che molti fanno è quello di sospendere totalmente le annaffiature fino a quando le piante non si riprendono emettendo i nuovi getti. Questo è un grave errore perchè con il caldo di fine primavere estate i caudici delle testudinarie perdono completamente le radici e prima di riuscire a riformarle devono emettere i getti nuovi. Questo è un forte stress per le piante e il più delle volte le stesse non ce la fanno a riprendersi e muoiono. Noi ce ne accorgiamo molto in ritardo trovando un guscio vuoto perchè la pianta non è riuscita a rifare le radici. Il mio consiglio anche dopo anni di sperimentazione su queste piante è di continuare a inumidire il substrato con la scadenza di una volta al mese o anche meno anche durante il riposo per permettere ai caudici di mantenere le radici ed essere pronti alla ripartenza.
Concordo anche pienamente sulla bagnatura dei pelargonium caudiciformi durante l'inverno, dato che è il loro periodo vegetativo anche perchè queste piante hanno il loro habitat in Sud Africa cioè nell'emisfero australe. Da noi è inverno ma da loro è estate.
Per quanto riguarda le domande: Molti anni fa acquistai due boswellia sacra che persi dopo un paio di anni persi perchè in inverno le tenevo asciutte.
Quest'anno a Giugno ho acquistato due boswellia neglacta e poi a Bologna tre Boswellia sacra.
Ora vorrei capire se devo bagnare entrambe le specie (secondo il venditore ) le neglecta sono a vegetazione invernale ma credo anche la sacra dato che entrambe sono dell'emisfero sud. Ho notato che vogliono molta acqua e io le sto accontentando spero di non fare danni
Non ho conophytum ma l'anno scorso seminai 15 bustine di Lithops con una ottima germinazione che sono ora già grandine, non ancora pronte a fiorire ma belline e caratterizzate anche se ancora non hanno fatto la muta Invece ad Aprile di quest'anno ho seminato ancora Lithops purtroppo la primavera di quest'anno è stata fredda e piovosa e le semine non sono germinate subito come l'anno scorso. Per fortuna non ho buttato i vasi da semina che erano ricoperti di verde, ora stanno germinando tutte quelle di aprile e con uno stuzzicadenti ho tolto tutte le alghe che ricoprivano i vasi. La mia domanda è Sospendo le annaffiature sia delle piantine dell'anno scorso sia delle semine??? tutte le lithops ce le ho in serra "calda" con temperature notturne da + 4 a+ 10 mentre di giorno si può anche arrivare a 25°
Grazie per questo interessante Topic Roberto
Registrato: 01/04/09 09:12 Messaggi: 19867 Residenza: Reggio Emilia
Inviato: Gio 23 Nov 2023, 19:48 Oggetto:
Gianna Gio 23 Nov 2023, 19:48
Lakota ha scritto:
Ora vorrei capire se devo bagnare entrambe le specie (secondo il venditore ) le neglecta sono a vegetazione invernale ma credo anche la sacra dato che entrambe sono dell'emisfero sud
La sacra dovrebbe stare nell'emisfero nord, non dovrebbe quindi avere le stagioni invertite. Se ricordo bene in Oman la stagione delle piogge e delle nebbie va da giugno a settembre, quando cioè la zona costiera è interessata dal monsone indiano che risale verso nord e che qui si esaurisce
_________________ Gianna
Considero le Dioscorea elephantipes (testudinaria ) appartenenti alla famiglia delle brevidiurne
La D. elephantipes è in vegetazione , normalmente, tra l'autunno e la primavera successiva, ma non per questo si può considerare una brevidiurna. Visto però che in habitat fiorisce in maggio o giugno (inverno nell'emisfero australe), si può considerare una brevidiurna, questo termine si riferisce infatti solo alla fioritura e non al periodo vegetativo.
_________________ Ciao, Giorgio
Ciao, non ho esperienza con il genere Boswellia (ma esiste un testo ad hoc su questo genere). Non le ho mai prese in considerazione per due motivi, il prezzo, in genere proibitivo ma sopratutto perché prima di cimentarmi nell'acquisto cerco di trovare quante piú informazioni possibili in merito ed anche qui non é facile reperire notizie. In merito alla D. elephantipes, ne ho fatte fuori già tre (e conto di fermarmi qui) é vero andavano in vegetazione verso settembre per poi ingiallire ad aprile. Ma spesso ripartivano poi verso maggio, pur attenendomi ai loro ritmi vegetativi, loro facevano un po' come meglio credevano. Anche molto bulbose africane hanno in periodo vegetativo durante l'inverno. Per i lithops, mi hanno riferito che spesso, a causa della forte escursione termica, sono ricoperti da una crosta di brina, che comunque con il levar del sole poco dopo scompare. Non coltivo Lithops qui a Bressanone e neppure altre Mesembryanthemaceae, seppur molto interessanti per me, qui non hanno proprio il clima adatto. A Roma era tutta un'altra storia, potevo lasciarle fuori tutto l'anno senza problemi. Il "gioco" stá nel far si che sulla pianta siano presenti sempre due foglie, le nuove si nutrono delle vecchie e quando queste sono secche si riparte con le irrigazioni. Ma inutile dirlo ognuno di noi ha un suo microclima ed un'attenta osservazione è spesso la miglior maestra.
_________________ Ci sono cose piú importanti nella vita che aumentarne continuamente il ritmo
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi Non puoi allegare file Puoi scaricare file