Questa sintesi è rivolta a tutti coloro che si avvicinano per la prima volta a questo meraviglioso mondo, ricco di spine e fiori straordinari.
La composta
Prima cosa da fare: cominciamo con il rinvasare la pianta appena comprata in un substrato migliore, composto per 1/3 da terriccio universale, meglio setacciato per togliere i grumi, 2/3 inerti, il tutto ben miscelato; questa non è l’unica ricetta possibile, ma può andare bene per la maggior delle cactacee. Se abbiamo invece a che fare con una pianta grassa senza spine (Sedum, Crassula …), possiamo fare invece metà terriccio universale e metà inerti.
Quali sono i materiali inerti? Sabbia grossolana, graniglia, pozzolana, pomice, lapillo, zeolite, akadama, ecc. ecc. alcuni si possono facilmente trovare nelle rivendite di materiali edili, oppure presso i garden e i negozi di agraria, oppure ancora online. Altra strada percorribile, per chi non vuole cimentarsi nel faidate, è l’acquisto di composte già pronte vendute da rivenditori specializzati (miscelate da loro) e il gioco è fatto. Non fidatevi però di quei sacchetti di terricci commercializzati nei garden come composte per piante grasse: sono terricci troppo organici, a cui è stata aggiunta solo sabbia: se volete usarla dovete sempre aggiungere una certa quantità di inerti.
Nella sezione “Coltivazione” si possono leggere titoli molto interessanti e approfondire l’argomento. Occorre tener conto anche della dimensione degli inerti, vasi di piccola e media grandezza necessitano di una granulometria che oscilli tra mm 2 e mm 6 (circa).
Le piante
Torniamo alle piante: altro consiglio utile è quello di pilotare gli acquisti il più possibile verso generi affini, invece di fare il classico minestrone e ritrovarsi con piante che hanno esigenze troppo diverse tra loro, soprattutto in fatto di esposizione al sole e bagnature. Questo aspetto è molto importante e spesso invece cadiamo nella trappola … “questa è troppo bella, come mi piace, costa così poco” … e vai col fritto misto. Chi riesce a controllare e dirigere meglio l’acquisto impulsivo sarà ampiamente ripagato, credetemi.
Preparazione al rinvaso
Prima di procedere col rinvaso è necessario togliere la torba in cui molto probabilmente sarà coltivata la nostra pianta. Compatta e non facile da rimuovere, consiglio molta pazienza, immergere prima in acqua per una o due ore la pianta: si può farlo direttamente col vasetto che la contiene, mettendolo in una bacinella, lasciando scoperta la pianta. In questo modo avremo la possibilità poi, sotto un getto d’acqua, non troppo forte, di rimuovere la torba, aiutandoci magari con uno stecchino, uno spazzolino da denti usato, un pennello con le setole rigide, … ogni tecnica è utile e si può applicare, se funziona. Insomma, l’importante è salvare la maggior parte delle radici e ripulirle il più possibile dalla torba. Una volta fatto il bagnetto e ben ripulita, si mette la pianta a riposare in ombra, non deve assolutamente prendere sole diretto. Occorre un luogo fresco nella stagione calda, non troppo freddo nei mesi invernali, ben areato e si lascia asciugare; io uso appoggiarle sulla carta assorbente presa dal rotolo di cucina, si aspettano da 7 a 10 giorni in inverno, 3 o 4 in estate.
Il rinvaso
Dopo la preparazione si rinvasa, usando un vaso poco più grande del precedente, senza esagerare, in ogni caso circa un paio di centimetri più grande del diametro della pianta e, per la profondità, stessa cosa, qualche centimetro il più rispetto alla lunghezza delle radici. Rinvasando invece un cactus alto un metro, anche se ha il diametro di pochi centimetri, useremo un vaso più grande e stabile. Per l’acquisto dei vasi vale lo stesso discorso fatto per gli inerti, i più gettonati sono quelli neri quadrati in plastica, sono leggeri ed occupano meno spazio, ma vanno benone anche quelli rotondi, sia in coccio che plastica e di qualsiasi colore. Per non fare uscire la composta dai fori di scolo del nuovo vaso, si possono usare degli inerti grossolani sul fondo, ma pochi, la composta è già molto drenante e l’acqua non ristagna. Alcuni sconsigliano l’uso dell’argilla espansa, potrebbe favorire l’insorgere di malattie alle radici perché trattiene un po’ troppo a lungo l’umidità.
Quando rinvasare? Personalmente rinvaso sempre, quando occorre. Se compro una pianta procedo col rinvaso, non faccio eccezioni, fiori o non fiori, estate o inverno, preferisco controllare bene e mettere la pianta nella mia composta. Altrimenti il periodo migliore è durante il riposo vegetativo, in inverno, o subito all'inizio della primavera ... dipende molto anche dalla quantità dei rinvasi da fare.
Le annaffiature
Bene, la pianta è nella sua nuova dimora e non va annaffiata subito, il suo apparato radicale non è ancora in grado di funzionare, non può assorbire l’acqua e si rischierebbe il marciume. Anche ora non va esposta al sole, ma collocata in ombra molto luminosa. Dovremmo essere nella bella stagione e allora si aspetta circa una settimana prima di somministrare un pochino di acqua, di solito col nebulizzatore e si fa una sorta di doccia alla pianta, bagnando quindi solo la superficie della composta. Così per 2/3 volte nelle quattro settimane successive, fino a quando dovremmo scorgere i segnali della ripresa vegetativa e a quel punto si può fare una prima bagnatura più consistente. Si bagnerà poi in maniera abbondante ogni volta, sempre e solo quando la composta è ben asciutta e circa ogni 20 giorni. Queste sono solo indicazioni di massima e per taluni generi e condizioni climatiche saranno necessari ulteriori approfondimenti. Meglio aspettare una settimana in più e non una in meno, prima di bagnare: è molto difficile che un cactus sano muoia per disidratazione. Nel periodo invernale non si bagna e si aspetta la primavera.
E per quanto riguarda la concimazione: appena rinvasata una pianta non ha bisogno di concime, infatti trova nella nuova composta tutto quello di cui necessita. Ci si penserà casomai l'anno successivo, avendo premura di trovare un concime specifico per piante grasse a basso contenuto di azoto. Le piante troppo fertilizzate tendono a gonfiarsi, ad assumere una forma snaturata e diventano meno resistenti alle malattie.
L'esposizione
Per l’esposizione diretta ai raggi del sole, si valuta la stagione in corso e inizieremo intanto nelle prime ore del mattino, abituando la pianta gradualmente ed evitando le scottature, molto frequenti, perché nella maggior parte dei casi, che siano le nostre piante messicane o piuttosto cilene, o di chissà quale deserto … in realtà sono nate da seme in una serra, in un germinatoio, probabilmente in Italia, e non hanno forse mai visto il sole direttamente, ma invece ne hanno un gran bisogno, fidatevi. Tenere anche presente che le piante che hanno svernato riparate, vanno abituate gradatamente al sole, altrimenti il rischio scottatura è assicurato. Altra regola (molto empirica!) da tener presente è che più spine hanno le nostre piante e più saranno riparate dal sole, viceversa, se non ne hanno o ne hanno poche, dovremo fare molta più attenzione alle scottature. Alcuni generi non gradiscono il sole diretto, dobbiamo sapere cosa compriamo e provvedere alla corretta esposizione. Volendo proteggere dal sole le nostre piante, esistono in commercio teli ombreggianti di vario genere, anche una semplice zanzariere può essere di aiuto.
Comunque le piante non vanno mai tenute all'interno durante il loro periodo vegetativo, la luce non sarebbe abbastanza e crescerebbero in una maniera strana, si allungherebbero assottigliandosi, perdendo la loro forma caratteristica, che purtroppo non potranno più recuperare: in questo caso si dice che la pianta "fila".
L’inverno
Pianta rinvasata? Tutto bene? Sopravvive ormai da tempo? Ma come la mettiamo con l’inverno? In casa al caldo è davvero sconsigliabile, non c’è mai abbastanza luce, e queste ne vorrebbero almeno 12 ore. Fuori è freddo, piove, nevica, le giornate poi sono corte … come si fa? Ci vorrebbe una serra, piccola o grande che sia, … oppure? Un luogo riparato e asciutto, protetto dalle temperature troppo basse e dalle piogge, ma molto luminoso. Sappiamo che moltissime delle nostre piante, se lasciate a secco almeno da ottobre in poi, quindi composta perfettamente asciutta, resisteranno nei mesi invernali anche a temperature molto basse, vicine allo zero. Quindi meglio fuori al freddo, che in casa al caldo, ma ripariamole dalle intemperie. Una serra, anche piccola, può fare al caso nostro, avremo però l’accortezza di aprirla nelle belle e miti giornate, ricambiando l’aria e abbassando l’umidità interna, che sarà sempre troppo alta. Faremo in modo che la posizione di questa serra non sia sempre al sole: soprattutto le mini-serre, che normalmente si trovano nei negozi di bricolage o nei garden, potrebbero trasformarsi in veri e propri forni!
Cosa non fare
Evitiamo l’uso di vasetti (e portavasi) decorativi, molto carini e dalle forme anche bizzarre, ma senza il foro di scolo sono inadatti alla coltivazione. Composizioni e ciotole con gruppi di piante di vario genere, sono belle esteticamente, molto usate nei regali e presenti nelle vetrine dei fiorai, ma poco funzionali per la coltivazione. Se anche una sola pianta si ammala, questa potrà trasmettere la malattia anche alle altre e, quando si dovrà rinvasare, il groviglio delle radici complicherà le cose. Non tutte le piante, come abbiamo già accennato, hanno le stesse esigenze in fatto di coltivazione e con la composizione diventa un problema gestirle.
Cominciamo acquistando poche piante per volta, non troppo rare e delicate, ma cerchiamo invece di affinare le nostre tecniche di coltivazione imparando prima a conoscerle e comprando piante robuste e facili da coltivare: queste ci perdoneranno molti errori ed eviteremo così delusioni, fallimenti e frustrazioni. Ricordiamo sempre che la pianta non è un soprammobile, anche se molto carina, e un giusto approccio con le sue esigenze l’aiuterà a crescere bella, sana e rigogliosa … che è ciò che desideriamo!
Non stanchiamoci mai di leggere e di fare domande, possiamo mettere ogni giorno a confronto le nostre esperienze e crescere insieme.
Buona coltivazione!
L'ultima modifica di pessimo il Mer 24 Gen 2018, 10:13, modificato 1 volta |