Giulius, personalmente credo che ricaverai molte soddisfazioni da questo esperimento. Ma la cosa importante è mantenere questo approccio: non fissarsi su dogmi indimostrati, sperimentare, tenere la mente aperta e non aver paura di tornare prontamente sui propri passi in caso di fallimento.
Io avrei timore per la grandine, e per il cocente sole estivo che ustiona anche le piante adulte, già fuori da inizio primavera. Poi le piccoline si disidratano in fretta. Se pensi anche di non intervenire in questo senso..si, è un esperimento bello estremo 😆Penso che sarà inevitabile subire "qualche" perdita. Non sperimenterei con piante a cui troppo tengo, almeno non all'inizio. E un paio di esemplari per tipo, li terrei al sicuro sul balcone. Per non rischiare di dovermi troppo pentire, in seguito, della fretta dettata dall'entusiasmo.
Trovo bello che tu lo faccia, bisogna avere un po' di coraggio per evolversi!
Registrato: 18/03/19 20:12 Messaggi: 553 Residenza: Torino
Inviato: Dom 13 Mar 2022, 18:35 Oggetto:
giulius Dom 13 Mar 2022, 18:35
Grazie mille Roberto e lucia, le vostre parole mi fanno molto piacere.
sicuramente è molto estremo non avendo possibilità di monitorare giornalmente e se dovesse andare male non ho paura di ammettere i miei errori. Molti altri ferocactus di mia semina a cui tengo molto rimangono a casa. So che le piante sono esseri viventi e non giocattoli e questo e il motivo che mi frenava di più, ma come Roberto mi piacerebbe sperimentare un metodo di coltivazione più naturale e di cui non conosco molto.
Registrato: 18/03/19 20:12 Messaggi: 553 Residenza: Torino
Inviato: Dom 13 Mar 2022, 19:04 Oggetto:
giulius Dom 13 Mar 2022, 19:04
Oggi ho portato le ultime piante. Ho fatto dei cambiamenti dell ultimo momento. Via la cassetta della frutta, i vasi sono finiti tutti in contenitori di polistirolo che dovrebbero coibentare dal freddo di queste notti. Come suggerito da ivan, il brevispina rimane a casa insieme al gymno che già patisce le poche ore di sole di casa mia. Lo scaffale dove sono appoggiate l ho avvicinato ad una siepe perimetrale che spero stemperi un po le temperature. Non saprei se influirà anche sulla luminosità. Come previsto da Roberto in queste 2 settimane di esposizione sembrano aver patito solo i wislizeni. Si sono schiariti parecchio ma al tatto sono duri quindi per ora rimangono li
Piante apparentemente "banali" che invece nascondono diverse particolarità questi wislizenii, neanche io sono ancora riuscito ad inquadrarli
Comunque, per quanto sicuramente i migliori risultati in termini di bassa mortalità e rapidità di crescita si ottengono con un accurato e costante controllo artificiale dei parametri ambientali, eleggere questo ad unico sistema applicabile è fuorviante.
Se i cactus non fossero in grado di resistere fino dalla più tenera età a "ragionevoli" stress ambientali si sarebbero già estinti da qualche decina di migliaia di anni ovviamente in natura la mortalità è assurdamente alta, ma con un intervento umano davvero bassissimo si possono ottenere risultati interessanti
A titolo di esempio capita a pennello il risveglio odierno di una mia semina "estrema". Per farla breve, semina in contenitori trasparenti che tengo chiusi solo per sincronizzare la germinazione, dopo 20/30 giorni apro ed espongo a sole, intemperie e quant'altro limitando il mio intervento alle irrigazioni ( che data la dimensione minima delle piante devono essere molto frequenti). In inverno fuori al freddo, ma a ridosso di un muro esposto a sud. Risultati
 
Gymnocalycium che si stanno risvegliando, sicuramente più piccoli rispetto a coetanei trattati bene, in basso si può vedere anche un morto. Comunque sopravvivenza superiore al 50%  
O ancora notocactus, bruciati e sradicati dai temporali estivi eppure ancora vivi, anche questi si stanno risvegliando.... Aspetto completamente diverso da una semina "tradizionale" ma perfettamente in linea con i conspecifici "selvaggi"
Solo per dire che se anche una sola pianta di quelle dimensioni resiste a ciò che le faccio subire io, figuriamoci quelle di Giulius.
Invece, molto importante, occhio alle lumache e limacce, specialmente vicino a siepi, arbusti e quant'altro. Non hai idea di quante piante ho perso o rovinato così
Cielo, Roberto, mi fanno un po' di pena i Notocactus...non darai nemmeno una spolverata di sabbia sulle radici? 🙂 Chissà quanto ci metteranno a crescere, intendo, rispetto alle piantine viziate da ogni comfort? Sono curiosa, perché io ho qualche piantina che per mancanza di tempo ho trascurato e somiglia parecchio a quelle da te messe in foto qua sopra. Hanno 3 anni ma sono quasi rimaste ferme nella crescita.
Anche io ho pensato che le piante di Giulius sono già grandicelle e possono cavarsela bene, d'altra parte non sono nate allo stato brado, quindi subiranno ora una bella selezione.
Seguo con interesse i vostri sviluppi.
Sai che ci ho provato? ma siccome non sono più in piano a causa dei buchi scavati dall'acqua, andando a spolverare per coprire le radici delle piante più in alto finivo per seppellire quelle in basso. E all'arrivo dell'autunno e del suo carico di umidità nessuna pianta "sradicata" è morta, mentre diverse tra quelle che avevo coperto troppo sono state attaccate da funghi (?) e sono ammuffite. Comunque questa specie è quella con cui ho avuto la mortalità più bassa
Non saprei se sono in linea con i loro conspecifici "selvaggi", hai avuto modo di leggere qualcosa sullo sviluppo dei semenzali?
Un noto esploratore degli habitat succulenti (che purtroppo al momento è in Messico e quindi aspetto che rientri a fine marzo per porgli questa domanda), in più occasioni nel corso dei resoconti dei suoi viaggi ha riferito che da quanto ha potuto osservare ritiene che in natura le piante crescano più velocemente che in coltivazione.
Naturalmente il termine di riferimento non è quello di piante in torba e super concimate che sono ormai riconoscibili, ma quel tipo di coltivazione che cerca di ottenere esemplari dall'aspetto simile a quelli naturali.
Devo chiedergli se ha avuto modo di osservare lo stesso anche sui semenzali oltre che sulle piante adulte; purtroppo però in habitat non credo sia facile osservarli.
Di certo in natura, sulla scorta di quanto riferisce anche Steven Brack nei diari di viaggio che abbiamo tradotto, i semi che hanno la sfortuna di capitare in un punto senza ripari ed in pieno sole non hanno molte speranze;
ogni volta, nel descrivere la predisposizione di un habitat a favorire lo sviluppo delle giovani piante, sottolinea che i luoghi molto rocciosi permettono ai semenzali di essere riparati dal sole, dall'erosione dovuta dagli agenti atmosferici e di avere maggiore umidità;
un simile protezione è offerta anche dalle varie piante nutrici che abbiamo visto nelle sue fotografie.
Personalmente sono a favore della coltivazione "wild" e cerco di adottarla ponendo attenzione a substrati, esposizione e annaffiatura delle piante, ma inizio a farlo parzialmente dal primo ripicchettamento e poi a pieno regime dal terzo anno di età dopo il rinvaso.
Però non credo che inizierei già con la semina, anche perchè la maggior parte delle volte si hanno solo 10 semi a disposizione e con questo ritmo di crescita (le piante in foto credo equivalgano a semenzali di circa 3-4 mesi in germinatoio) bisognerebbe aspettare davvero molto prima di poter avere piante adulte su cui poter effettivamente valutare i risultati di una coltivazione più naturale.
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Rod hai ragione, anche io ho letto più volte di una maggiore crescita in habitat, ma come ho testualmente scritto mi riferivo strettamente all'aspetto, anche perché non ho dati per paragonare il ritmo di crescita. Da quel poco che ho avuto modo di notare dalle fotografie in habitat l'aspetto "naturale" di un giovane semenzaio è una pianta appiattita al suolo, più larga che alta e di colore quasi sempre tendente più al rosso che al verde e una spinagione già importante.... caratteristiche che invece mi è capitato molto raramente di vedere nella normale pratica di semina su piante così piccole.
Per quanto riguarda i micro-habitat favorevoli, anche qui non posso che convenire con te, è universalmente riconosciuto che giochino un ruolo fondamentale, se non addirittura necessario, alla sopravvivenza dei giovani esemplari. Ma bisogna anche fare un distinguo tra un'insolazione da 30° di latitudine e un'insolazione da 45° nord, nonché tra il totale affidamento alle naturali precipitazioni, che possono mancare del tutto per mesi, alla possibilità di ricevere irrigazioni alla bisogna.
È sicuramente plausibile che se avessi condotto le stesse operazioni sotto un leggero ombreggiamento dato da un rado arbusto o albero avrei probabilmente ottenuto un risultato migliore. Anzi, potrei anche fare una prova quest'anno, devo solo inventare poi qualcosa per l'inverno....
Neanche io credo che questo sia il sistema che garantisce minori perdite o migliori ritmi di crescita, o che sia in qualche modo funzionale ad una propagazione in ottica di ampliamento, ma come avevo sottolineato nella discussione " coltivazione all'aperto ai piedi delle Alpi" l'obbiettivo principale era proprio quello di fare selezione. E non ci crederai ma avrei preferito farne di più . Il mio intervento non era in alcun modo un suggerimento di "buone pratiche di coltivazione" perché nemmeno io nella mia follia credo che queste siano buone pratiche era solo una dimostrazione tangibile di quanto la capacità di sopravvivere delle nostre piante venga costantemente ed enormemente sottovalutata.
Questo post mi ha portato alla mente un libretto online che abbiamo fatto qualche anno fà con la Cactus Trentino Sudtirol
A pag.13 si parla di un tipo di semina che cerca di essere più naturale di quello tradizionale in germinatoio
In parte sono d'accordo con te, ma per il momento cerco di portare avanti più piantine possibili in modo da avere più soggetti adulti su cui sperimentare
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Grazie Rod molto interessante, sia il singolo articolo che l'intera pubblicazione.
Direi che i risultati di quella tecnica sono ottimi, sicuramente con qualche piccola variazione voglio provarla.
Citazione:
le piante in foto credo equivalgano a semenzali di circa 3-4 mesi in germinatoio
Comunque sono andato a controllare e sono semine di agosto. Quindi in effetti hanno anche questi circa 4 mesi di crescita prima della dormienza invernale. Non ho esperienza con i germinatoi, ma basandomi solo sulla tua stima direi che non è nemmeno così lento come metodo. ( Salvo ovviamente poter saltare la pausa invernale con un germinatoio)
Registrato: 18/03/19 20:12 Messaggi: 553 Residenza: Torino
Inviato: Mar 15 Mar 2022, 9:23 Oggetto:
giulius Mar 15 Mar 2022, 9:23
roberto guardando le tue semine estreme, è incredibile quanto sia la forza e l adattabilita delle giovani piante. come procedono ? sono ancora vive?
intanto a Torino e cintura ieri ha piovuto tutta la notte, e oggi è una giornata uggiosa con massime di 12°. domani dovrebbero risalire, asciugando un pò i vasi. vediamo se riesco a farmi mandare qualche foto
Registrato: 18/03/19 20:12 Messaggi: 553 Residenza: Torino
Inviato: Mar 15 Mar 2022, 11:29 Oggetto:
giulius Mar 15 Mar 2022, 11:29
Roberto le piante sono su di una panca abbastanza rialzata , dici che le lumache vi arrivano? Intanto sono arrivate le foto . I fero dopo la pioggia sono bellissimi. Le piante sembrano in forma a parte qualche wislizeni e qualche herrerae che sembrano piu di la che di qua. Come diceva lucia, inizia una selezione che non è avvenuta prima. Per ora l esperimento va avanti
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi Non puoi allegare file Puoi scaricare file