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Inviato: Mar 03 Set 2019, 1:12 Oggetto: Sarcodes sanguinea
Gianni Mar 03 Set 2019, 1:12
Pianta nativa delle zone di alta quota delle montagne Californiane, che ho cercato per mesi e che finalmente sono riuscito a fotografare lo scorso Aprile, a poco piu' di 2000 mt di quota, nei boschi attorno al Lake Tahoe.
La pianta ha la particolarita' di essere micoeterotrofa, cioe' non fa fotosintesi (non ha parti verdi), ma si nutre parassitando l'intricato network di ife fungine del sottosuolo. Per una volta, e' la pianta a parassitare un fungo, e non viceversa
La pianta quindi esiste sottoterra, e l'unica cosa che emerge e' il fiore di colore rosso acceso (da cui il nome). Il fiore emerge in primavera; a quell'altitudine buona parte del terreno e' ancora ricoperto di neve, per cui spesso questi fiori rossi sbucano direttamente dalla neve.
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Inviato: Mar 03 Set 2019, 18:48 Oggetto:
Gianni Mar 03 Set 2019, 18:48
Andrea, non so come sia sotto, ma immagino che l'apparato radicale sia anche lui assente, o almeno non penso sia la tipica radice, visto che la pianta assorbe direttamente il nutrimento dalle ife fungine.
La cosa e' un po' complicata: il fungo parassitato da questa pianta normalmente forma una simbiosi (micorriza) con le radici di certi alberi, per cui il fungo stesso cresce all'interno delle radici dell'albero. La Sarcodes si unisce a questo connubio come parassita del fungo. Per cui penso che quello che si vede da fuori siano solo le radici dell'albero, che all'interno contengono le ife fungine e il tessuto assorbente della Sarcodes. Lo stelo fiorale dovrebbe quindi uscire dalle radici dell'albero.
Non sono sicuro sia proprio cosi', ma ad esempio la Rafflesia, la pianta che produce il fiore piu' grande al mondo, e' una pianta parassita di un'altra pianta (una liana). La Rafflesia non ha ne' foglie ne' radici ne' fusto; il tessuto vegetale della Rafflesia vive all'interno della pianta ospite, per cui della Rafflesia si vede solo il fiore, che esce dalla pianta ospite.
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Inviato: Mar 03 Set 2019, 19:38 Oggetto:
Andreroe Mar 03 Set 2019, 19:38
OMG! Qui le cose si fanno complicate!
Grazie della spiegazione.
Non conoscevo nemmeno la Rafflesia! L'ho googlata ora ed è davvero una cosa impressionante!!!
Che fiore incredibile ed è ancora più interessante la sua biologia.
Il resto è simile alle altre piante, cioè impollinazione, fruttificazione, produzione dei semi, ecc. ?
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Inviato: Gio 05 Set 2019, 19:10 Oggetto:
Gianni Gio 05 Set 2019, 19:10
Si' Eduardo, il resto e' uguale. Non so cosa succede una volta che i semi iniziano a germinare. In alcune piante parassite (non questa in particolare), la piantina appena germinata cresce finche' non trova la pianta ospite; questo deve avvenire in fretta, perche' la piantina ha poche risorse per sopravvivere da sola. Per la Sarcodes qualcuno aveva ipotizzato che i semi, per germinare, dovevano prima essere circondati dalle ife del fungo; cosi' la piantina appena nata sarebbe gia' vicina alla sua "preda". Non so se questo e' stato confermato.
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Inviato: Gio 05 Set 2019, 19:25 Oggetto:
Gianni Gio 05 Set 2019, 19:25
Il mondo delle piante parassite e' affascinante. Spesso si pensa alle piante come organismi "passivi", che se ne stanno li' ad aspettare di essere mangiati dal primo erbivoro che passa. Oltre a tutta la serie di armi chimiche che le piante hanno sviluppato per proteggersi, e oltre a tutti i metodi che le piante hanno sviluppato per comunicare tra loro (*), le piante parassite sono l'esempio piu' evidente di quanto sottovalutato sia il regno vegetale.
(*) Uno degli esempi tipici della comunicazione tra piante: quando certe piante vengono attaccate/mangiate eccessivamente da un animale (un erbivoro, un bruco, etc.), non solo iniziano a produrre composti tossici nelle loro foglie, ma sono anche in grado di comunicare alle piante vicine che c'e' una minaccia incombente. Cosi' le piante vicine, che pure non sono ancora state mangiucchiate, iniziano a produrre le stesse tossine.
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Inviato: Ven 06 Set 2019, 20:13 Oggetto:
Bais Ven 06 Set 2019, 20:13
Ciao, leggo solo ora ed e' la prima volta che ne sento parlare. Inquietanti, ma assolutamente stupefacenti. Sono aliene??!!devono x forza venire da un altro pianeta 'ste piante! Grazie mille x averne parlato. E' un post interessantissimo.ora vado a colmare in internet le mie oceaniche lacune. Mi hai lasciato senza parole.
Credo ci sia ancora molto da scoprire sul mondo vegetale, penso che molti dovranno ricredersi negli anni a venire, un po' come sconvolse il mondo Darwin, chissà se un giorno ci sarà un nuovo Darwin che stravolgerà le nostre convinzioni attuali.
Se ad esempio si riuscisse a comunicare in qualche modo con loro, ve lo immaginate che rivoluzione copernicana sarebbe.
_________________ Eduardo
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Inviato: Mar 10 Set 2019, 18:22 Oggetto:
Gianni Mar 10 Set 2019, 18:22
Eduardo, a questo proposito, anche se vado off topic, io ho avuto interessanti discussioni con alcuni amici che hanno scelto di diventare vegetariani perche' non vogliono infliggere sofferenze agli animali (vedi allevamento intensivo), ne' si sentono in diritto di uccidere un essere senziente, che ha la capacita' di soffrire. Allora io mi domando: perche' si esclude a priori che le piante siano "senzienti", e che non soffrano? Ogni essere vivente deve essere in grado di percepire stimoli negativi, a cui risponde in vari modi cosi' da preservare la propria esistenza. Non serve un sistema nervoso centrale per essere capaci di provare dolore.
E' troppo semplice dire: la risposta di una pianta ad un predatore non e' sinonimo di dolore, e' solo una risposta automatica, passiva. E perche' quella di un animale dovrebbe essere diversa?
Quando chiedo ai miei amici: se un giorno si potesse dimostrare che le piante sono in grado di provare dolore, e che sono capaci di soffrire come ogni altro organismo, smettereste di mangiarle? La risposta e' sempre: e' impossibile, le piante non soffrono.
Questa e' pigrizia mentale. L'unica parte di una pianta che si ha il diritto, e il dovere, di mangiare e' il frutto.
Io la vedo cosi': mangiare altri organismi (ed essere mangiati) e' parte dell'ordine naturale (a meno di non essere un organismo autotrofo); quello che non e' naturale e' costringere organismi viventi a vivere in condizioni inumane, tipo campi di concentramento come gli allevamenti intensivi.
Gianni, sono completamente e assolutamente d'accordo con te, varie volte ho tentato di intraprendere questi discorsi, venendo regolarmente dileggiato, anche in questo forum!
Atteso che gli organismi vegetali esistono da miliardi di anni prima di noi, verrà il giorno che le piante riconquisteranno il pianeta e quando noi esseri "superiori" verremo "coltivati" in allevamenti intensivi (stile Matrix), forse ci pentiremo di averle maltrattate ...
... stamattina il cielo grigio si infonde pensieri escatologici ...
P.S.: Sicuramente conoscerai gli studi di Neurobiologia vegetale del prof. Mancuso, che ne pensi?
_________________ Eduardo
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Inviato: Mer 11 Set 2019, 7:24 Oggetto:
cmr Mer 11 Set 2019, 7:24
Gli studi del Prof. Mancuso e le ricerche del suo laboratorio ( http://www.linv.org/ ) mi infastidiscono. E non poco. Aria fritta. Spreco di risorse. Sono decenni che si parla con successo di queste cose, le caratteristiche "nervose" delle piante non le ha scoperte lui. Cercate gli studi del Prof. Jagadish Chandra Bose sviluppati alla fine del 1800 sulle caratteristiche "nervose" delle piante o quelli di Luther Burbank dei primi del '900, poi leggete i libri di Mancuso (non gli ultimi che sono uno spreco di carta) e se non penserete che c'è aria di copia/incolla mi mangio il cappello!
_________________ "Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire." A. M.
Con me sfondate una porta aperta.
Quel poco di giardino che tengo in ordine non vede mai potature drastiche ad alberi da frutta x scopi produttivi, ma solamente rimozione delle parti malate o danneggiate e ,purtroppo, altri accorgimenti legati ai rapporti di buon vicinato.
Ma soprattutto odio il concetto di siepe, dove x decenni devi martoriare le piante a tuo piacimento.
Anche riguardo ai bonsai sarei piuttosto combattuto...
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