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Pachypodium lamerei - Scheda di coltivazione

 
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Gianna
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Inviato: Ven 29 Lug 2016, 19:52   Oggetto: Pachypodium lamerei - Scheda di coltivazione
Gianna Ven 29 Lug 2016, 19:52
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PACHYPODIUM LAMEREI

Famiglia: Apocynaceae

Etimologia: Il nome del genere Pachypodium deriva dal greco "pachys = grosso" e "podos = piede" per via della forma grossa e tozza della parte inferiore della pianta.

DISTRIBUZIONE
Cresce nelle regioni meridionali del Madagascar, in foreste secche o in zone più aperte, da 0 a 900 m. di altitudine.


Illustrazione tratta dal libro di A. Petignat/B. Cooke "Guide des Plantes succulentes du Sud-Ouest de Madagascar"

SINONIMI
Pachypodium lamerei var. ramosum. La validità di questa varietà conosciuta da lunga data è da molti messa in dubbio. Al contrario, la forma o varietà fiherenense, anche se non è riconosciuta, corrisponde bene ad una variazione netta che vive su suoli calcarei nella vallata del fiume Fiherenana e nei Tsingy de Bemahara. Si tratta di una pianta più piccola che non supera i due metri di altezza, con il tronco più panciuto e che arriva alla fioritura in tempi più brevi. Qualcuno considera questa varietà come una specie a sé (Pachypodium fiherenense).

DESCRIZIONE
Pianta a tronco pachicaule di colore grigiastro ricoperto di una serie di bassi tubercoli disposti a spirale che portano ognuno spine lunghe di colore marrone chiaro raggruppate per 3 (due laterali e una centrale); si ramifica generalmente dopo aver raggiunto una certa altezza, intorno al 1,50 m. o anche più e 10-15 cm. di diametro, che corrisponde alla maturità della pianta e alla prima fioritura; le ramificazioni hanno luogo solo sugli apici che hanno prodotto fiori.
Questa specie può raggiungere l’altezza di 5-6 m. e avere un tronco di circa 40 cm. di diametro (in piena terra). Le foglie di colore verde brillante e lanceolate sono disposte solo sulla sommità dei rami: una sua caratteristica è appunto quella di perdere le foglie lungo il tronco, dandole così l'aspetto di una palma. I fiori di un bianco candido con il centro giallo/verde appaiono a fine primavera e sono profumati. Il frutto è formato da due grossi baccelli, che a maturità liberano dei semi muniti di un ciuffo da un solo lato.







Pachypodium lamerei in coltivazione - Foto Marina B.


Fioritura della pianta in coltivazione - Foto Marina B.

COLTIVAZIONE
E’ il più coltivato dei Pachypodium ed è il solo ad essere sempre presente presso i rivenditori anche non specializzati e i fioristi (comunemente è soprannominato Palma del Madagascar). E’ una pianta abbastanza tollerante circa il terreno e sopporta bene una parte di componente organica: l’importante è che il terreno non sia troppo compatto e che permetta all’acqua di defluire. Predilige una posizione molto luminosa fino al pieno sole. Posizionare la pianta all’aperto in primavera quando ormai il rischio delle basse temperature è passato, facendo attenzione ad abituarlo gradatamente all’esposizione in pieno sole (nel suo habitat vive in pieno sole).
Questa pianta ha una crescita molto rapida (anche una dozzina di cm. all’anno) e durante la stagione estiva deve essere generosamente innaffiata, con apporto regolare di fertilizzante. E’ consigliato lasciare asciugare la composta tra un’innaffiatura e l’altra: il terreno che rimane a lungo umido può portare ad un marciume radicale dovuto appunto ad eccessi di acqua. C’è chi consiglia, comunque per quanto riguarda solo il caldo periodo estivo che corrisponde al momento di maggiore crescita, di non lasciare asciugare la terra completamente tra un’innaffiatura e l’altra. Non è facile per i principianti capire quando bisogna innaffiare: infatti in molti credono che la pianta vada trattata allo stesso modo di un cactus, cosa del tutto errata. Durante la stagione invernale si può scegliere di tenerla o in serra fredda (10-15°C), in questo caso preferendo un regime a secco (si avrà la predita totale o parziale di foglie), o più al caldo (15-20°C): in questo caso si dovrà dare un poco di acqua ogni tanto. In questo ultimo caso la pianta mantiene più o meno la maggioranza delle foglie, ma che perderà poi a primavera con la ripresa vegetativa.
Per il rinvaso è consigliato un vaso idoneo alla dimensione della pianta, non esageratamente grande e si rinvasa quando numerose radici fuoriescono dai fori di scolo del vaso.

MOLTIPLICAZIONE
Si semina a primavera con temperature sui 25-30°C, la germinazione dei semi avviene di solito in 6-10 giorni e la crescita è abbastanza veloce.

Le piccole plantule dopo qualche giorno dalla semina


Dopo poco più di un mese


Dopo cinque mesi

La pianta è anche usata spesso come porta innesto per altre specie più delicate di Pachypodium, come ad esempio il P. brevicaule (vedi foto) o il P. namaquanum.



PROBLEMI
La pianta può essere attaccata dalla cocciniglia a scudetto, che si annida nella parte inferiore della foglia e pure da quella farinosa.
L’annerimento delle giovani foglie sull’apice può essere un problema dovuto a qualche carenza: in questo caso somministrare un fertilizzante con oligoelementi o rinvasare la pianta se il vaso è troppo stretto e attendere i risultati.
La perdita improvvisa di foglie può essere causata da due fattori: nella stagione di crescita può avere avuto una forte carenza di acqua, oppure può aver avuto un improvviso colpo di freddo, se la pianta non è stata riparata ai primi rigori invernali (meglio non lasciarla fuori se le minime notturne si abbassano sotto ai 10-12°C).

NOTE
Oltre alle variazioni naturali incontrate, questa specie moltiplicata in quantità industriale, soprattutto dai vivaisti olandesi, ha generato l’apparizione di mutazioni e qualche selezione orticola come la forma inerme (senza spine), o la forma crestata, quella compatta a fioritura precoce, o quella molto ramificata alla base, ed infine quella con foglie variegate.




Qualche immagine della pianta nel suo habitat

  Lungo le rive del fiume Manambolo
    Nei Tsingy de Bemaraha
   
   
   
   


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Gianna

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