Ah ma si vede eccome, confrontando le foto con quelle iniziali si vede bene la crescita di alcune e , mi pare di notare, un cambio di spinagione variabile tra le specie. Direi che hai quindi centrato esattamente l'obbiettivo che ti eri prefissato. L'unico problema direi che è stata quella cassetta di semenzai, dei quali comunque sarebbe con tutta probabilità bastato ritardare appena l'esposizione per ottenere un risultato completamente diverso, ero come ricorderai tra coloro che ti rassicuravano dopo quelle prime bruciature, ma se sulle altre piante non si vedono più i segni, su quella cassetta devo ammettere di avere sbagliato clamorosamente, e non mi è ancora del tutto chiara la catena di causalità.
perdonate l'eccessiva semplificazione che finisce per oscurare certi aspetti di notevole rilevanza, ma fondamentalmente: le piante hanno alle spalle diverse migliaia di generazioni in cui direi che se la sono cavata abbastanza bene anche senza le "fondamentali" attenzioni umane non deve stupire che possano continuare a farlo. Chiaramente si deve considerare la diversità di condizioni tra i luoghi in cui si sono evolute e quelli in cui le costringiamo a vivere, ma concentrarsi su queste differenze e cercare di limitarle mi pare un approccio più semplice* che non creare ex novo un "ecosistema" artificiale di cui cerchiamo di controllare singolarmente ogni parametro.
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Inviato: Ven 21 Ott 2022, 9:13 Oggetto:
giulius Ven 21 Ott 2022, 9:13
Grazie mille Roberto, il prossimo anno posticiperò l esposizione ai primi di aprile, per evitare colpi di coda invernali, e partirò gia con una rete antigrandine , cosi da poter esporre anche specie un pò piu delicate.
cosi sul momento mi viene in mente l herrerae e il gymno che già volevo portare per questo esperimento. poi porterò una leuchtembergia , c. coquimbana , molti altri ferocactus e la sulcorebutia rauchii. hai mai testato ques'ultima dalle tue parti??
No, ma in linea generale mi associo a quanto detto da Giancarlo, queste Rebutia e sulco molto accestenti e compatte tendono ad essere piuttosto capricciose in fatto di umidità. Sia a livello radicale che a partire da tutti i piccoli interstizi che si formano tra un pollone e l'altro, anche se la pianta è di dimensioni maggiori i polloni presi singolarmente sono molto piccoli ed un qualsiasi danno è relativamente grande rispetto alla dimensione dello stesso, con complicazioni nella guarigione e ulteriori rischi di marciume.
Se la pianta è a portata di mano è facile rimuovere il/i polloni infetti, ma se non la si ha sott'occhio è facile che l'infezione si trasmetta a quelli vicini e alla pianta intera.
Queste sono le problematiche possibili, poi non è detto che si verifichino, ma bisogna tenerne conto
Registrato: 18/03/19 20:12 Messaggi: 553 Residenza: Torino
Inviato: Mar 25 Ott 2022, 11:20 Oggetto:
giulius Mar 25 Ott 2022, 11:20
Oggi ne ho approfittato per pulire i vasi dalle erbacce prima del riposo invernale. La terra era ancora fradicia, le piante erano molto strette e quindi sono state rinvasate piu larghe.
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