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Coltivazione all'aperto sulle Alpi
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RobertoBr
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 0:37   Oggetto: Coltivazione all'aperto sulle Alpi
RobertoBr Lun 29 Ago 2022, 0:37
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Oops, l'ho fatto di nuovo Very Happy

Vi mostro un piccolo esperimento per un carissimo amico nella sua baita in Val d'Ayas a 1540 slm. Chiamarlo giardino roccioso è assolutamente esagerato, ma cominciamo con una piccola prova, giusto per valutare la fattibilità e osservare la risposta delle piante a questo ambiente.

Innanzitutto una piccola descrizione del posto: versante esposto a sud di un vallone laterale ad andamento est-ovest, non è fondovalle, ma poco sopra ad un piccolo pianoro che sovrasta un orrido che rappresenta il fondovalle vero e proprio quindi nessuna inversione termica, esposizione perfetta durante la bella stagione mentre di contro essendo la valle incassata niente sole diretto da metà ottobre a inizio febbraio circa. È un tratto di valle relativamente poco nevoso in inverno, in tanti inverni non ho mai visto più di un metro di neve ( salvo accumuli eolici).
Dopo molte esitazioni ho scelto un punto nei pressi di un muro rivolto a SSO in cui un muro a secco di contenimento incontra un grosso masso. La vegetazione spontanea composta quasi esclusivamente da Sedum denotava, se ce ne fosse bisogno, il buon drenaggio del posto.
Come substrato improvvisato ho usato un po' di terriccio ghiaioso del posto e, colpo di fortuna, delle scaglie di cemento avanzato come inerti.

Le piante, ho preso tra quel poco che avevo a disposizione sul momento, scegliendo quelle che ritengo più resistenti e non secondariamente quelle più sacrificabili.

  Opuntia humifusa, vera campionessa di resistenza al freddo, anche umido sulla quale ripongo molte speranze
    Chamaecereus silvestris, un po' perché ne ho scorte infinite e un po' perché che io sappia è l'unica cactoidea naturalizzata tra le montagne piemontesi, seppur a quote molto più basse ( Il trasporto nello zaino ha contribuito a generare diverse talee)
    Gymnocalycium bruchii, anche questo mi ha dimostrato di sopportare egregiamente gli inverni a quote più basse, mentre mal tollera la calura estiva,chissà che l'aria fresca di montagna possa giovargli e possa superare i rigori invernali
    Gymnocalycium gibbosus, anche questa specie è molto resistente, purtroppo avevo a disposizione solo giovanissimi semenzai e ho paura di aver esagerato con l'ottimismo.

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RobertoBr
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 0:44   Oggetto:
RobertoBr Lun 29 Ago 2022, 0:44
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A dire il vero mi ero portato dietro anche una talea di Cylindropuntia imbricata, ma al momento di piantarla ho pensato che se per caso avesse preso e fosse cresciuta rigogliosa ( cosa possibilissima) avrei messo a rischio una lunga e cara amicizia Very Happy Very Happy Very Happy

  Foto d'insieme, i Gymnocalycium non si vedono ma sono tra l'Opuntia e il Chamaecereus. Quello dietro è il muro della baita
    E l'ambientazione

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Lucz
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 7:24   Oggetto:
Lucz Lun 29 Ago 2022, 7:24
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Bellissimo, mi piace

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sergio_radi
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 13:12   Oggetto:
sergio_radi Lun 29 Ago 2022, 13:12
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Shocked
adesso aspettiamo la prossima evoluzione:
coltivazione all'aperto sull'Himalaya ... LOL LOL LOL


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Ciao
Sergio
'Scuse me while I kiss the sky ...
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RobertoBr
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 20:13   Oggetto:
RobertoBr Lun 29 Ago 2022, 20:13
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Beh Sergio versante nepalese a quote basse un pensierino ce lo si può fare, qualche amico con un giardino in zona? Very Happy

Comunque, prima di cambiare continente, c'è la baita dei miei sotto le Levanne, ma presenta qualche difficoltà in più, vediamo prima come si comporta questo. Ho molti interrogativi e molti dubbi e non ha senso per ora spingersi oltre prima di farsi almeno una vaga idea delle problematiche.

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Giancarlo
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 21:37   Oggetto:
Giancarlo Lun 29 Ago 2022, 21:37
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Davvero il Chamaecereus si è naturalizzato?
Hai immagini da qualche parte?


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giancarlo


L'ultima modifica di Giancarlo il Mar 30 Ago 2022, 7:07, modificato 1 volta
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RobertoBr
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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 23:03   Oggetto:
RobertoBr Lun 29 Ago 2022, 23:03
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Si, ci sono due stazioni in area alpina: una si trova in Trentino a Merano ma di questa non so molto, l'altra invece si trova nel VCO poco sopra a Domodossola.
Per quanto riguarda la stazione piemontese si tratta di una parete rocciosa tra i vigneti, stando alle descrizioni probabilmente le piante in alto sono state piantate, ma la pianta è sfuggita alla coltivazione e ha colonizzato la rupe a spese dei sempervivum autoctoni.
Il Chamaecereus comunque è autosterile quindi vedo improbabile una colonizzazione a lungo raggio come avviene per esempio con l'Opuntia humifusa, comunque il fatto che sia in grado di riprodursi e diffondersi senza intervento umano la dice lunga sulla sua adattabilità.
Aggiungo una considerazione personale, l'Ossola è per chi non la conoscesse l'ultimo posto in cui ci si aspetterebbe di vedere un cactus, fresca e molto molto molto piovosa, quindi mi viene spontaneo pensare che in molte valli del Piemonte occidentale e della valle d'Aosta, più calde e molto più secche, sia mancata l'opportunità di una colonizzazione e non certo le condizioni.

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Inviato: Lun 29 Ago 2022, 23:08   Oggetto:
RobertoBr Lun 29 Ago 2022, 23:08
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Ti aggiungo un link alle note floristiche
cactaceae naturalizzate in Italia

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dinfelu
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Inviato: Mar 30 Ago 2022, 0:40   Oggetto:
dinfelu Mar 30 Ago 2022, 0:40
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ciao

bellissimi cactus....il paesaggio è impressionante

Saluti


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Gabriel Moreno
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Giancarlo
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Inviato: Mar 30 Ago 2022, 7:10   Oggetto:
Giancarlo Mar 30 Ago 2022, 7:10
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RobertoBr ha scritto:
Ti aggiungo un link alle note floristiche
cactaceae naturalizzate in Italia

Molto gentile grazie


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giancarlo
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Inviato: Gio 15 Giu 2023, 1:14   Oggetto:
RobertoBr Gio 15 Giu 2023, 1:14
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L'inverno alpino si è abbattuto su questa piccolo esperimento. La neve lo ha coperto dai primi di dicembre fino quasi ad aprile e, per confronto con stazioni vicine, le temperature dovrebbero essere scese intorno ai -15.
Devo ammettere che è stato un fallimento. Solo l'Opuntia humifusa era viva e sana, il Gymnocalicium bruchii marcito a partire dalla base conservava solo l'estremità dell'apice ancora verde ( il che mi fa pensare che sia morto in primavera per eccesso idrico al disgelo o complicazioni dei danni invernali), comunque non era salvabile. dei Chamaecereus e del minuscolo esemplare di Gymnocalicium gibbosus non ho trovato più nemmeno i cadaveri.

  Tolta la competizione delle erbacee solo gli autoctoni sedum e il sempervivum spostato di pochi metri hanno avuto modo di prosperare
    A conferma della straordinarietà di questa pianta ecco spuntare delle giovani gemme sull'Opuntia humifusa

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RobertoBr
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Inviato: Gio 15 Giu 2023, 1:31   Oggetto:
RobertoBr Gio 15 Giu 2023, 1:31
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Comunque la sopravvivenza di una pianta e la morte solo in un secondo momento di un'altra mi spingono a pensare che con un po' più di attenzione e progettazione qualcosa si potrebbe fare. Con il senno di poi mi rendo conto di avere commesso diversi errori.
- il substrato: ho sottovalutato l'umidità del terreno, anche se in base alle precedenti esperienze mi sembrava fosse sufficientemente drenante, in un clima così freddo e umido il terreno non si è mai asciugato a dovere, oggi era ancora fradicio.
-la posizione: la roccia che lo sovrasta convoglia alla sua base acqua piovana e acqua di fusione.
- scelta delle piante: ho scelto piante che per quanto resistenti non sono le "migliori" possibili, si potrebbe fare di meglio. Inoltre ho voluto rischiare solo esemplari molto piccoli e la cosa mi si è probabilmente ritorta contro almeno per quanto riguarda il Gymnocalicium gibbosus.
Quindi nonostante l'epica batosta presa, non credo che l'esperienza si fermerà qui, ma va ripensata meglio.

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sergio_radi
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Inviato: Gio 15 Giu 2023, 14:45   Oggetto:
sergio_radi Gio 15 Giu 2023, 14:45
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non la definirei un'epica batosta, piuttosto un piccolo passo sulla lunga via della sperimentazione;
azz ... oggi mi sono svegliato filosofo! LOL
anche io sono del parere che l'esperienza non si fermerà qui;
aspetto quindi aggiornamenti a breve ... Intesa


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Ciao
Sergio
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RobertoBr
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Inviato: Ven 16 Giu 2023, 1:27   Oggetto:
RobertoBr Ven 16 Giu 2023, 1:27
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Eh sì Sergio, un piccolo passo [falso] sulla scivolosa via della sperimentazione Smile

Sicuramente non demordo, però devo riconsiderare parecchie cose

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kE
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Inviato: Ven 16 Giu 2023, 9:13   Oggetto:
kE Ven 16 Giu 2023, 9:13
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Mi piacciono questi esperimenti!
Le opunzie sono talmente ostinate che non mi stupisco, sull'appennino tra le province di Piacenza e Pavia, dal medioevo si sono inselvatichiti i fichi d'india per esempio, per la precisione attorno a Rocca D'Olgisio.
Nella ricca c'era un giardino dei semplici tenuto dai monaci, al successivo abbandono le piante più resistenti si sono propagate anche al circondario.
Fa strano la passeggiata fra le rocce appenniniche e i boschi di castagni e rupi piene di fichi d'india!
Seguo l'esperimento con interesse😁 sono anni che un pezzetto alla volta cerco di traslocare un pezzetto della flora mediterranea calabra nella buca di pianura Padana dove abito, con piú o meno successo...ma alle volte mi sono stupita di come alcuni accorgimenti che sembrano banali in realtá siano stati decisivi!


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Michela
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