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maurillio
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Inviato: Mer 17 Nov 2021, 17:56   Oggetto:
maurillio Mer 17 Nov 2021, 17:56
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La successiva Mammillaria che vorrei mettere alla berlina per essere senzadubbio la più moritura nella mia collezione, è Mammillaria beneckei.
So che in tanti avranno esperienze diverse, di grossa prolificità a produrre polloni e grandi fioriture, ma io proprio non riesco a digerirla.
Mi mando' le prime l'amico "Ento", al secolo Ennio Toso da Savona, me ne hanno mandate Walter Hellinx dal Belgio e Chris Davies dall'Inghilterra.
Mammillaria beneckei ha bisogno di alte temperature invernali, ma le piante che mostro non sono riuscito a proteggerle a dovere.

  Mammillaria beneckei 15 Luglio 2010
    Mammillaria beneckei v. multicaulis WH 233 9 Agosto 2015
    Mammillaria beneckei v. multiceps WH 140



L'ultima modifica di maurillio il Mer 17 Nov 2021, 18:05, modificato 2 volte
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maurillio
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Inviato: Mer 17 Nov 2021, 17:58   Oggetto:
maurillio Mer 17 Nov 2021, 17:58
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Confido ora negli ultimi arrivi da Assen (Wolter ten Hoeve)....

  Mammillaria beneckei WTH 1023
Mammillaria beneckei WTH 1023   Mammillaria beneckei WTH 1023
Mammillaria beneckei WTH 1023

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Inviato: Ven 19 Nov 2021, 22:11   Oggetto:
Giancarlo Ven 19 Nov 2021, 22:11
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Temperature del tipo da serra calda?


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Inviato: Dom 21 Nov 2021, 12:01   Oggetto:
maurillio Dom 21 Nov 2021, 12:01
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Assolutamente sopra i 10/12 gradi centigradi, a costo di tenerle in sala da pranzo vicino ad una finestra e fra le bottiglie di Nebbiolo riserva....

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Inviato: Dom 21 Nov 2021, 12:22   Oggetto:
Edus Dom 21 Nov 2021, 12:22
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Allora le mie fanno eccezione perché vivono insieme a tutte le altre in serra fredda, molto fredda, in pieno inverno si raggiungono anche 2-3 °C.
Forse ho già pubblicato queste foto. Dubbioso

  M. balsasoides
    M. beneckei


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Inviato: Dom 21 Nov 2021, 15:14   Oggetto:
Lucz Dom 21 Nov 2021, 15:14
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Io le mammillaria le tengo anche a 0 (talvolta meno) gradi in inverno e non ho mai avuto problemi finora

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Inviato: Dom 21 Nov 2021, 15:16   Oggetto:
34vy8 Dom 21 Nov 2021, 15:16
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Anch'io, ma ho mammillarie rustiche. Fioriscono bene se tenute al fresco in inverno.


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Inviato: Dom 21 Nov 2021, 17:20   Oggetto:
maurillio Dom 21 Nov 2021, 17:20
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Bellissime Eduardo e complimenti agli amici che riescono a coltivarle con soddisfazione...
Lieto di non dover condividere le mie "soferense"......
A mia parziale discolpa, cito quanto Thomas Linzen riporta nel suo ultimo lavoro sulle Mammillarie....
" le località lungo la regione costiera del Pacifico in cui trova habitat Mammillaria beneckei sono caratterizzate da temperatura ambiente più elevate e con minori fluttuazioni. L'ampia area di distribuzione ha portato anche allo sviluppo di diverse forme, molte delle quali sono descritte come specie o varietà"

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ento
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Inviato: Mer 24 Nov 2021, 21:44   Oggetto:
ento Mer 24 Nov 2021, 21:44
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Non ho avuto problemi con la coltivazione di beneckei e balsasoides, ma a mio favore c'è il fatto che coltivo in Liguria a 3 km dal mare. E' stato un disastro con diverse altre specie, per molti sicuramente facili da coltivare: guillauminiana, berkiana, brandegeei...per citarne alcune.
Ho ricevuto beneckei nel 1995 da un vivaio romano che vendeva per corrispondenza, tre polloni di cui due senza radici.
Balsasoides l'ho seminata nel 2011, semi DeHeart.
Le piante ,cresciute in serra fredda, hanno sopportato anche temperature di meno 2 senza subire alcun danno. Quando arriva il freddo la composta delle piante è completamente asciutta.

  Mammillaria balsasoides
Fotografata il 23/11/21
Mammillaria balsasoides   Mammillaria balsasoides
14/07/2021
Mammillaria balsasoides   Mammillaria balsasoides
15/07/2019
Mammillaria balsasoides   Mammillaria beneckei
23/11/2021
Mammillaria beneckei   Mammillaria beneckei
15/07/2019
Mammillaria beneckei


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Inviato: Gio 25 Nov 2021, 17:43   Oggetto:
maurillio Gio 25 Nov 2021, 17:43
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Signore e Signori non c'è alcun dubbio...
"Ento" Ennio è la miglior mano che abbia mai conosciuto e le sue piante lo dimostrano.
Averlo fra noi è il piacere più grande che si possa augurare un appassionato di Mammillarie.....
e ultimamente sembra avere il pulsante di scatto ben caldo....



L'ultima modifica di maurillio il Dom 05 Dic 2021, 11:43, modificato 1 volta
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Inviato: Gio 25 Nov 2021, 21:24   Oggetto:
ento Gio 25 Nov 2021, 21:24
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maurillio ha scritto:
ultimamente sembra avere il pulsante di scatto ben caldo....


è ben caldo in questo periodo, ma mai caldissimo come era in passato..... Sorriso


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maurillio
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Inviato: Dom 05 Dic 2021, 12:13   Oggetto:
maurillio Dom 05 Dic 2021, 12:13
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E' sicuramente una Mammillaria da record...
Intanto per la difficoltà di collocazione in tassonomia, correlata in origine a Mammillaria oteroi e successivamente come
sottospecie di Mammillaria longiflora, ha infine conquistato lo status di specie buona.
E' il numero elevato di piccole spine centrali 4/5 fino a 8 tutte splendidamente uncinate a caratterizzarla principalmente.
Che dire poi dei fiori, fra i più piccoli del genere....
Non conosco i livelli di longevità, ma di certo lo sviluppo dei corpi non è mai superiore ai 2/2,5 centimetri di diametro,
solitaria in natura, più soggetta a pollonare in coltivazione.

 
   
    Un bel gruppo di Mammillaria tepexicensis ML 186 dalla Gallery del sito ADBLPS

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maurillio
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Inviato: Lun 13 Dic 2021, 16:51   Oggetto:
maurillio Lun 13 Dic 2021, 16:51
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Sto cercando di imbastire uno studio su Mammillaria prolifera, anche questa specie un mondo a parte nel grande mondo di Mammillaria.
Trovo difficile però orientarmi nell'intricato labirinto della loro genetica (mammamia quante cialtronerie usciranno da questa tastiera)....
Mi sono incastrato subito appena ho letto:
"E' una delle Mammillarie più interessanti, soprattutto per l'autopoliploidia con forme diploide, tetraploide ed esaploide...."
Ho trovato però chi può provare a rendere più accessibili questi concetti.
Spero in una sua risposta a breve proprio quassotto.....

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DanielD
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Inviato: Mar 14 Dic 2021, 22:21   Oggetto:
DanielD Mar 14 Dic 2021, 22:21
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Ciao Maurizio, ciao a tutti! Spero di riuscire a spiegare precisamente, facilmente e senza fare errori il concetto di autopoliploidia e cosa ciò comporta per il mondo vegetale.

Intanto bisogna dire cos'è la ploidia, per farlo prendo ad esempio l'uomo. Ognuno di noi ha nel nucleo delle proprie cellule il DNA, questo DNA di norma è una massa informe (ma ben organizzata) che contiene la maggior parte delle informazioni genetiche della cellula (una parte è presente anche nei mitocondri). Questa massa è informe fintanto che la cellula effettua le sue funzioni normalmente ma non appena si divide (per esempio in un tessuto in crescita), il DNA si organizza in quelli che sono definiti cromosomi, che non sono nient'altro che DNA e proteine aventi una tipica forma a bastoncello.
Ognuno di noi, di norma, nelle proprie cellule ha 46 cromosomi: 22 coppie + 2 cromosomi sessuali (XX per le femmine, XY per i maschi). Per questa caratteristica le nostre cellule sono dette diploidi, ovvero vi sono due copie omologhe per ciascun cromosoma.
Le cellule germinali invece, come ad esempio gli spermatozoi e le cellule uovo, hanno un corredo cromosomico aploide, ovvero è dimezzato, non sarà più a coppie ma ogni cromosoma è singolo. Questo perché quando avviene la fecondazione e lo spermatozoo si unisce alla cellula uovo, si ripristina la condizione diploide, ovvero lo zigote avrà sostanzialmente metà del DNA da parte maschile e metà del DNA da parte femminile (genitore 1 e genitore 2 eheh).
Questo è vero anche per le piante, i granuli pollinici e le cellule uovo hanno un corredo cromosomico dimezzato rispetto all'individuo adulto perché poi, unendosi, ripristinano la condizione "normale".

La diploidia di per sé è già una condizione di poliploidia, perché abbiamo più copie del singolo cromosoma. Si è detto che è comune che vi siano due copie dello stesso cromosoma tuttavia, soprattutto nelle piante, è molto frequente avere copie multiple del singolo cromosoma (quattro, sei, otto, ecc.) e questi individui saranno definiti come tetraploidi, esaploidi, ecc.
La poliploidia nelle piante è importante perché conferisce loro caratteristiche spesso a noi vantaggiose: cellule più grandi che si traducono in frutti più grandi (pensiamo alle fragole giganti), di altezza o stazza maggiore, foglie più grandi, ecc.

Detto questo si può finalmente arrivare a dire cos’è la autopoliploidia: come dicevo prima, quando la pianta produce il polline, i cromosomi si dimezzano così che, quando il polline si unirà alla cellula uovo, si avrà di nuovo la condizione “normale” di cromosomi doppi tipica di un individuo adulto.
Succede però che, durante la formazione per es. del polline, qualcosa va storto e i cromosomi non si dimezzano, rimanendo per esempio doppi, a coppie. Se un granulo pollinico di questo tipo si unisce a un ovulo “normale”, avremo tre copie dei cromosomi nel nuovo individuo, che sarà definito triploide (tipico esempio la banana coltivata). Questi individui di norma sono sterili, quindi non producono semi, una condizione per noi vantaggiosa (la banana non ha semi e si mangia più polpa), ma che risulta poco utile per l’evoluzione, perché i nuovi individui sono sterili, quindi la specie non si propaga.
Ecco perché comunemente si hanno individui che hanno copie dei propri cromosomi come multipli di 2 (tetraploidi, esaploidi, ottaploidi, ecc.), che di norma risultano anche fertili e possono dare a loro volta nuovi individui.
Questo spiegone per dire che, quando succede quanto detto sopra, ovvero che il polline non dimezza il proprio numero di cromosomi e si unisce a una cellula uovo anch’essa “non dimezzata”, si forma, finalmente, un autopoliploide. L’autopoliploidia è quindi la formazione di un individuo poliploide che si è generato per unione di polline e cellula uovo della stessa specie. Ad essa si contrappone invece la allopoliploidia, che si ha quando avviene quanto detto prima ma tra due individui di specie diverse. Tipico esempio di allopoliploide è il frumento, che di fatto è la fusione di 3 specie diverse.

Tornando alle nostre Mammillaria, ho trovato un articolo un po’ vecchio (1980) ma interessante su Mammillaria prolifera. In sostanza dice che questa specie ha una ploidia (numero di cromosomi) molto variabile: gli esaploidi (6 copie dello stesso cromosoma, l’autore li associa a M. prolifera var. prolifera e var. haitiensis) si ritrovano principalmente a Cuba e Haiti, i tetraploidi (M. prolifera var. texana) e i diploidi (var. arachnoidea) si ritrovano sui pendii a est della Sierra Madre Orientale, in Messico. Ma la cosa più interessante di questa autopoliploidia è che, come avrete capito dal fatto che si hanno diverse varietà nella stessa specie, queste piante appaiono morfologicamente diverse a seconda del numero dei cromosomi.
L’autore fa poi un altro esempio di variabilità morfologica correlata alla ploidia e prende in esame due popolazioni diverse di Mammillaria dioica, una tetraploide e l’altra esaploide, che differiscono tra loro morfologicamente in virtù (probabilmente) del numero di cromosomi.
In un altro lavoro scientifico ho trovato che livelli di poliploidia nel genere Echinocereus (in particolare E. engelmannii) sono associati alla sua capacità di colonizzare areali più vasti, probabilmente le piante sono più resistenti degli individui “normali”.

Spero di aver chiarito almeno in parte la questione e di non aver creato confusione. Magari nei prossimi giorni mi guardo meglio la questione “poliploidia e cactaceae”, cercando qualche articolo un po’ più aggiornato. Non prometto niente in tempi brevi perché il tempo è poco, ma cercherò di fare del mio meglio!
PS: Se c'è qualche biologo/biotecnologo un po' meno arrugginito di me, con più esperienza, si faccia avanti! Sorriso

Daniele


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Inviato: Mer 15 Dic 2021, 12:15   Oggetto:
maurillio Mer 15 Dic 2021, 12:15
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Grazie Daniele....
non avevo dubbi circa il successo della tua spiegazione.
Su alcune cose però vorrei farti delle domande...
Abbiamo chiarito la presenza di individui diploidi, esaplodi, tetraploidi all'interno della stessa specie Mammillaria prolifera (che al momento è quella che attira il mio interesse).
Queste variazioni succedutesi nel passare del tempo sono ora stabili, giusto?
.... ma potenzialmente ed ulteriormente modificabili nel tempo?


A tutt'oggi abbiamo un certo numero di varianti che tu hai sottolineato.
In un futuro lontano anche centinaia di anni potremmo avere altre forme?
Le forme diverse inoltre non avranno la capacità di ibridarsi fra di loro essendo ben definite e non essendoci oggi conoscenza di forme intermedie?

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