Beh sicuramente non è la prima opzione che viene in mente
Per quanto riguarda le specie i melocactus sono certamente ben al di fuori dalla mia portata, avevo già pubblicato un elenco ma l'argomento suscita sempre interesse e io ho la tendenza a dilungarmi e divagare quindi le pagine si accumulano, te lo riporto qui.
Citazione:
Le specie che hanno dimostrato essere in grado di vivere in queste condizioni (aiuola a -9) sono state al momento:
Altre specie che sto coltivando e per ora hanno sopportato temperature intorno a -3
Acantocalicyum glaucum
Astrophytum capricorno
Trichocereus terscheckii
Orocereus celsianus
Gymnocalycium neuhuberi
Echinocereus delaetii
Echinocereus nivosus
Ferocactus wislizeni
Hamatocactus setispunus
Thelocactus bicolor
Pterocactus tuberosus
Ovviamente va preso per quello che è: la descrizione fedele di un test, che però non può essere generalizzato, bastano pochi km per cambiare le condizioni climatiche, e basta una provenienza diversa per cambiare le caratteristiche di una pianta.
Quest'anno ho diverse piante nuove in prova che potrebbero aggiungersi ma altre che invece sono nella lista potrebbero essere eliminate se non l'inverno si presentasse più rigido dei precedenti. Siamo sempre in evoluzione
Ok grazie mille! è anche utile per me che è vero che coltivo in serra (non tutto perchè alcune specie sono adesso in stanza fredda a 10-11 gradi ma sono una netta minoranza) ma praticamente in serra la T. è al massimo di 1-2 gradi sopra quella esterna, l'unica differenza, oltre a questo rispetto a te, è che non prendono acqua e neve
È una differenza assolutamente non da poco!
Se si riesce a fornire un ambiente asciutto e magari qualche grado in più nelle notti più fredde, le piante che non sopportano il freddo nostrano sono (per sottoscrivere le tue stesse giustissime parole) una netta minoranza.
Viceversa sopportare le stesse temperature in presenza di forte umidità è una capacità propria di molte meno specie.
Infatti è quella la differenza tra me e te: io le tengo al freddo, come te perchè 1-2 gradi in più in serra non è poi quella gran differenza che salva o meno una pianta, la differenza la fa il terreno secco perchè in fatto di umidità tra dentro e fuori la serra non cambia nulla essendo la serra priva di qualsiasi deumidificatore o riscaldamento: non per niente se il tempo è sereno nella serra si forma condensa che elimino aprendo di giorno parzialmente le porte; la serra da metà novembre a fine gennaio non riceve sole e da fine gennaio il soleggiamento inizia con pochi minuti e man mano aumenta con la stagione.
Diverso è chiaramente l'ambiente di una stanza chiusa di una casa vuota e senza riscaldamento dove la T. rimane costante sui 10-11 gradi e l'umidità è inferiore anche notevolmente all'esterno ma qui chiaramente metto ad es quei 4 Melocactus che ho.
Ma le tue piante all'aperto, sono in terra piena o in vaso?
Quelle della lista sopra sono in terra (parlo sempre dell'inverno scorso, del domani non v'è certezza) o meglio in un'aiuola di sabbia e lapillo. Puoi vedere qualche foto se hai pazienza di scorrere indietro.
Poi c'è ne sono altre in vaso, variamente più o meno riparate.
Quest'anno ho tante nuove specie, sempre divise in questo modo.
A volte le piante possono sorprenderci. Questa è una talea di delosperma echinatum che mi avanzava e ho messo a dimora in primavera, tre giorni fa era coperta di brina.
Certo non è un fiore spettacolare, ma in questo periodo basta poco per alzare il morale, specialmente se è qualcosa di inaspettato.
Accidenti,sono curiosa di vedere come si comporterà' all' aperto il Delosperma.
Io l' ho avuto un paio di anni fa,ma non ha retto il ricovero invernale in serra fredda
Non saprei, sono convinto che a un inverno clemente potrebbe anche resistere, mentre ho la sensazione che se facesse un inverno anche solo come quello passato avrebbe serie difficoltà a sopravvivere. Queste sono solo mie opinioni, e solo il tempo potrà confermarle o smentirle.
Per ora però posso già fare due considerazioni.
- si è già dimostrato resistente a temperature prossime allo zero e decise brinate, nonostante sia esposto a pioggia e nebbia ( degli ultimi dieci giorni qui si è visto il sole solo per uno e mezzo), quindi direi che se tenuto a secco si può ragionevolmente ipotizzare che qualche grado sottozero lo possa reggere.
- questa era una talea minuscola, posta a dimora in tarda primavera. Ho trovato una foto del 19 giugno in cui la pianta ha ancora soltanto 3 coppie di foglioline. Quindi nelle condizioni giuste è una pianta dalla crescita piuttosto rapidamente.
Mettendo insieme le due caratteristiche se ne deduce che (anche se non è in grado di resistere all'inverno) se si tiene una pianta in vaso e la si ripara anche in condizioni non troppo impegnative da ottenere, si potrebbe verso aprile farne taleee da mettere a dimora. Con una precoce messa a dimora e partendo da talee di dimensioni accettabili si potrebbe fare di questa pianta un'ottima pianta da giardino roccioso coltivandola come fosse una annuale.
No, mi sono spiegato male io. La pianta nell'aiuola non verrà riparata in alcun modo, però ho altre piante in vaso che invece posso tenere all'asciutto.
Registrato: 04/06/20 03:24 Età: 39 Messaggi: 44 Residenza: Milano
Inviato: Sab 27 Nov 2021, 18:28 Oggetto:
Tchaddo Sab 27 Nov 2021, 18:28
Ma non ricordo invece come gestisci il nutrimento delle piante nel puro lapillo... Qualche fertilizzazione nella bella stagione o anche in questo si devono arrangiare con quello che trovano?
Tchaddo tu non me la conti giusta, non è che ti sei accorto di avere un angolo vuoto nel tuo giardino toscano???
Comunque tornando seri, concimo, forse per qualcuno anche troppo, ma in base alla mia piccola esperienza credo che i problemi per eccessiva concimazione sorgano più in base ad uno squilibrio nutritivo che ad un vero eccesso generale.
se la concimazione non è sbilanciata stare anche un po' abbondanti non causa crescite squilibrate o suscettibilità ai patogeni. Se invece ci si sbilancia verso l'azoto basta un nonnulla per vedere le piante gonfiarsi in modo anomalo e riempirsi di parassiti.
In fin dei conti nonostante nel'opinione comune si associano i paesaggi desertici a terreni poveri, non c'è nulla di più sbagliato. In un clima arido i prodotti di alterazione non vengono lisciviati e finiscono per accumularsi, quindi anche se la capacità di scambio può essere bassa per la lentezza dell'alterazione della roccia e della poca sostanza organica, la disponibilità di sali solubili è comunque sempre piuttosto elevata salvo che il materiale parentale sia già povero in partenza. Mentre in effetti essendo ambienti in cui si produce poca biomassa, non ci possono essere grandi riserve di azoto organico.
per tornare alla pratica, concimo con un 4-6-8+ micro le cactaceae, per le succulente invece uso qualcosa di un po' più ricco in azoto. In linea molto generale cerco di fare un primo intervento ad anticipare la ripresa ( febbraio/marzo) e altri due entro giugno/luglio poi sospendo. ma chiaramente mi adatto al tempo cercando di evitare di concimare prima di periodi piovosi. Se piove poco faccio un intervento solo.
Poi verso inizio novembre, sempre in base al clima, somministro un p-k che le aiuti ad affrontare l'inverno e metta in già cassaforte il necessario per la fioritura primaverile
Questa è la razione che si beccano tutte, poi per le specie più esigenti o a crescita più importante aumento, sempre però sospendendo a luglio al massimo.
Poi bisogna essere un po' flessibili, se piove due settimane su un terreno minerale così grossolano, la pappa finisce subito un metro sottoterra, quindi diviene del tutto inutile. Se invece si ha un lungo periodo senza pioggia è inutile riconcimare, anzi, si rischia solo di aumentare la tensione osmotica del terreno e acuire gli effetti della carenza d'acqua
Comunque proprio mentre scrivevo si è scatenato il finimondo, vento freddo, lampi tuoni e una bella sferzata di graupel. Non fa abbastanza freddo perché duri fino a domani mattina, però ha dato una bella rinfrescata
E ora ditemi quante volte vi è capitato di vedere un cactus sotto il graupel
   
Scusate, più allargo l'inquadratura e più le foto vengono male
E ora ditemi quante volte vi è capitato di vedere un cactus sotto il graupel
A me un po' di volte è capitato, ma diciamo che dei cactus rimaneva ben poco 😄.
Ciao Roberto, apprezzo molto tutta la grinta che metti nello sperimentare 🙂
Ho amici (non cactofili), che comprano ogni tanto un paio di cactacee al mercato, e le piantano in giardino, abbandonandole a se stesse . Molte piante muoiono , altre sopravvivono, diventando ogni inverno sempre più robuste.
È vero che cosí facendo, la natura, selezionerà le piante più adatte a vivere nei nostri territori. Mi ricorda un po' la discussione dove Gianni parlava degli elefanti che oramai nascono sempre di più senza le zanne, risultato della selezione "naturale", dopo tanti anni di bracconaggio per l'avorio.
Vuoi per ragioni ecologiche, vuoi per ragioni di spazio, questa di coltivare le piante piú resistenti ai nostri ambienti, è una tendenza che sta sempre piú prendendo piede.
Personalmente, da quando ho smesso di lavorare ho del tempo da riempire, e quindi propendo di più per l’altro metodo di coltivazione. Come dice Simo, per me è un passatempo. Mi piace prendermi cura delle piante, coccolarle.
Anche quelle deboli, che poi credo che la natura, in ogni caso sa quello che fa. Come la mia cagnolina, che presi con me ben 14 anni fa, perché mi faceva tenerezza. Essendo la più piccola e timida della cucciolata, veniva morsa da tutti i fratelli. Allo stato brado, sarebbe sicuramente morta. Invece è ancora viva, perché come ha detto Gianni, ha altre qualità che l'hanno aiutata a sopravvivere, mentre molti suoi fratelli sono già morti. Eppure questa cagnolina non ha mai potuto riprodursi, e non di certo perché l'ho sterilizzata io.
La stessa ossessione che ho di non far morire le piante, ce l’ho anche quando pulisco i semi e sto attenta a non perderne nemmeno il piú piccolino.
Peró penso che lasceró perdere la semina a dicembre, per via del senso di colpa che mi crea il consumo "inutile" di energia, a causa delle lampade.
_________________ Lucia
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