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Parliamo di concimazione

 
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Peppe_F
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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 13:10   Oggetto: Parliamo di concimazione
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 13:10
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Invitato da Pessimo nell'altra discussione apriamo un post per parlare di concimazione, in vaso ovviamente, è meglio concimare poco, pochissimo ma sempre ad ogni irrigazione o meglio 1 volta al mese a dose piena? Indubbiamente è meglio concimare poco ma sempre in vaso perchè? la pianta così si trova in una situazione di minore stress non dovrà affrontare picchi di salinità con una concentrazione elevata di nutrienti e momenti invece di scarsa salinità e carenza di nutrienti
partiamo da questo grafico per vedere cosa succede irrigando ogni 15 giorni e concimando 1 volta al mese e irrigando sempre ogni 15 giorni ma mettendo sempre un po di concime nell'acqua di irrigazione... a sinistra i microsiemens (unità di misura dei sali disciolti in acqua e quindi del concime) sotto le settimane... ora partiamo da un'acqua di rubinetto che mediamente ha diciamo 500 microsiemens (e mi tengo basso) aggiungo 1 ml di concime per litro (esempio) e porto i microsiemens a 1100 e concimo ed ecco in rosa cosa succede alla salinità nel vaso, altro tecnica io 1 ml di concime per litro lo distribuisco per le 2 irrigazioni mensili quindi faccio 0,5 ml/lt ogni 2 settimane irrigando sempre con acqua a 700-800 microsiemens, come si vede dal grafico la pianta si ritrova in un substrato a salinità diciamo quasi costante e una presenza di nutrienti sempre disponibile, così come d'altronde avviene in natura... nessuno concima le piante in natura il substarto è quello e quello rimane a salinità costante e con gli elementi sempre disponibili (purchè ci sia anche acqua piovana o da umidità superficiale perchè è anche bene ricordare che le piante assorbono i nutrienti grazie agli ioni disciolti in acqua)
ne vogliamo discutere?

 


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 13:22   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 13:22
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ovvio che poi tanti fattori influiscono più o meno al picco e allo sbalzo, in primis il CSC (capacità di scambio cationico) del nostro terriccio/substrato, è bene dire però che tale capacità per i comuni inerti (a parte l'akadama che ha un'elevatissima capacità di scambio essendo un substrato allofono) è molto bassa, un po più elevata per terricci e torbe che hanno anche una discreta capacità di effetto tampone ma essendo questi presenti in minima parte nelle comuni composte per il momento possiamo trascurare tali variabili al momento...


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 13:38   Oggetto:
Lele57 Gio 30 Giu 2016, 13:38
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Domanda: mettiamo per ipotesi che uno non utilizza gli inerti "tradizionali" niente akadama niente lapilli ecc ma utilizza quei materiali che utilizzavano 100 anni fa, niente torbe varie ma terra di campo argillosa a volte no. parliamo in piena terra o meglio un vascone grande 3 m³ . In questo caso la salinità come influisce cioè rimane costante oppure diventa variabile come nei vasi? 2) La concimazione come dovrebbe avvenire ...diradata? ravvicinata? come?


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 13:54   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 13:54
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allora se parliamo di vasone con tempa di campo cambiano solo i tempi in cui la terra andrà ad impoverirsi, perchè tra le piante che prelevano nutrienti e le irrigazioni nel tempo vuoi o non vuoi un contenitore grande quanto possa essere il substrato andrà ad impoverirsi perchè non più reintegrado col naturale degradarsi della sostanza organica (erbe secche foglie cadaveri micro e macro fauna ecc ecc) lo stesso avviene paradossalmente nei grandi campi di coltivazione, i nonni roteavano i raccolti per ovviare al problema e spalmavano stallatico ad ogni stagione oggi si integra con ammendanti e concimi vari ma chi coltiva in campo (biologico e non) è costretto comunque alla rotazione delle colture solo cicli più lunghi grazie alle tecniche (sinergia ecc ecc) e ad ammendanti e concimi che ci sono a disposizione oggi, quindi in linea di massima è solo questione di tempo, se in un vaso da 1 lt con 70% inerti e 30% terriccio dopo 6 mesi è bene cominciare a somministrare concime perchè al 99% quel poco terriccio sarà esausto in un mastello di 3m cubi ce ne vorranno 2 di anni ma comunque la terra si impoverirà e andrà integrato in qualche modo, consideriamo poi che anche piogge e irrigazioni contribuiscono a dilavare il substrato oltre che il naturale prelievo delle piante... che sia una integrazione organica o minerale andrà comunque fatta altrimenti le piante cominceranno a rallentare la crescita fino stopparla quasi del tutto... le cactacee resisteranno anni di certo grazie alle loro capacità di immagazzinare ma prima o poi andranno comunque in carenza


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 14:43   Oggetto:
Lele57 Gio 30 Giu 2016, 14:43
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Se in questo vascone non ci fosse il fondo risulterebbe come piena terra, per tanto non servirebbe concimare? Oppure avendo una copertura comunque il "fertilizzante" naturale (erbe secche foglie cadaveri micro e macro fauna ecc ecc) non ci sarebbe comunque ?
L'humus potrebbe avere qualche funzione nella "composta"? Sarebbe possibile e/o in parte sostituire le concimazioni, insomma potrei evitare di concimare, lasciando fare a madre natura oppure sarei costretto in ogni caso dare "l'aiutino"?


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 14:52   Oggetto:
pessimo Gio 30 Giu 2016, 14:52
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Peppe, mi son permesso di rendere immediatamente fruibile il grafico Sorriso

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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 15:32   Oggetto:
Rod Gio 30 Giu 2016, 15:32
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Molto interessante; di sicuro questa discussione stimola a fare delle prove.
Io sono uno di quelli che pur usando una composta prevalentemente minerale concima molto poco; rinvasi non troppo ravvicinati. Le piante ovviamente crescono lentamente, ma sembrano godere di buona salute e fioriscono regolarmente.
Leggendo questo tread, però, inizio a mettere un pò in discussione la mia abitudine, e penso che inizierò - ameno su una parte delle piante - ad applicare blande ma regolari concimazioni. Sono curioso di vedere le differenze


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 16:12   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 16:12
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se non ci fosse il fondo sul vascone sarebbero le piante stesse a cercarsi i nutrienti con le radici visto che in linea di massima sarebbero libere di "esplorare" e andare in cerca dell'umidità e dei nutrienti necessare, quindi si senza fondo in teoria la pianta non ha limiti se non quelli fisioligici propri della specie, in più è ovvio che in quel caso non si può parlare più di vaso ma di coltivazione in terra a tutti gli effetti visto che comunque non ci sarebbe un "contenitore" vero e proprio ne che limita le radici appunto ne che limita tutta la micro fauna batterica e terricola che fa il lavoro sporco ma vitale di tutto il ciclo dell'azoto per intenderci, esempio in un vaso 20x20 non andrai a trovare mai un lombrico perchè non ci sarebbero le condizioni di vita a lui necessarie (sostanza organica da digerire e soprattutto umidità) nel caso del vascone senza fondo li avrai eccome perchè saranno liberi di spostarsi lungo gli strati di terreno in cerca delle loro condizioni ideali, quindi in inverno o quando tu irrigherai verranno più in superfice stimolati dalla maggior quantità di sostanza organica che si trova in superficie e dalle condizioni ok di umidità durante il periodo secco invece potranno trasferirsi più in profondità andando così a trovare le condizioni ideali e comunque continuando a stazionare in zona... e così vale anche per tutto il resto dei detritivori utili e dei batteri azoto riduttori e decompositori aerobici e non. praticamente sarebbe come coltivare in piena terra.


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 16:35   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 16:35
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Rod ha scritto:
Molto interessante; di sicuro questa discussione stimola a fare delle prove.
Io sono uno di quelli che pur usando una composta prevalentemente minerale concima molto poco; rinvasi non troppo ravvicinati. Le piante ovviamente crescono lentamente, ma sembrano godere di buona salute e fioriscono regolarmente.
Leggendo questo tread, però, inizio a mettere un pò in discussione la mia abitudine, e penso che inizierò - ameno su una parte delle piante - ad applicare blande ma regolari concimazioni. Sono curioso di vedere le differenze


Rod in questo caso dobbiamo introdurre un'altra legge, la legge di Liebing o legge del minimo che dice "la crescita di una pianta è controllata non dall'ammontare totale delle risorse naturali disponibili, ma dalla disponibilità di quella più scarsa" questo cosa significa, le piante sono fortamente adattabile ed adattive, molto più dell'uomo e degli animali in genere, loro sono in grado di adattare la propria crescita e il proprio sviluppo in base al luogo in cui crescono, in natura un seme non sceglie dove germinare e non ha la possibilità una pianta di spostarsi in cerca di risorse e condizioni migliori quindi che si fa?? sfrutta tutto quello che riesce a trovare con le sue radici e soprattutto "adatta" la sua crescita a ciò che ha... come dici sono più "lente" ma ciò non pregiudica affatto ne la sua fisiologia ne tanto meno la sua capicità riproduttiva che è comunque alla base e il motivo unico e principale per cui vive... poniamo l'esempio di due alberi dello stesso tipo due magnifiche querce (chi di noi non è stato in montagna ad osservare meravigliosi boschi) 1 cresce in una bella radura fertile boschiva sarà immensa piena di vegetazione e di vita l'altra invece cresce su un costone roccioso a strapiombo, sarà piccola e più stentata con una chioma molto contenuta rispetto alla sorella della radura, nonostante ciò però morfologicamente saranno uguali ed entrambe fioriranno e produrranno ghiande solo in quantità differenti ovvio perchè una avrà nutrienti limitati e quindi tutto il suo ciclo vitale crescita fioritura e fruttificazione saranno proporzionate ai nutrienti che avrà a disposizione, l'altra invece che i nutrienti li trova a palate non avrà nessun bisogno di "dosare" le proprie energie e quindi potrà usarle per esplodere in rigogliose crescite a primavera ma anche in abbondanti fioriture e fruttificazioni tanto ha tutto ciò che le serve...
ovviamente il concetto va adattato alle succulente che comunque sono piante particolare e che hanno capacità estreme di adattamento equiparabili forse solo dall'abete rosso che riesce ad adattarsi a condizione climatate estreme anche se diametralmente opposte alle succulente visto che lui vive a ridosso del "polo nord", ma in linea di massima ti faccio un esempio facciamo per ipotesi un esperimento su un cactus che vive nello stesso vaso da 4-5 anni con lo stesso substrato e do solo ed esclusivamente fosforo (cosa materialemte impossibile ma ipotizziamo) perchè voglio una fioritura spettacolare a quella pianta potrai dare tutto il fosforo di sto mondo a tonnellate ma crescerà poco sarà stentata (sopravviverà non vivrà!!) e possibilmente non fiorirà perchè pur di sopravvivere lei cercherà di accumulare e razionalizzare quanto più possibile i nutrienti che ha, di tutto il fosforo che gli dai non se ne farà nulla anzi nemmeno lo assorbirà perchè non gli serve, non sussistono le condizioni ideali per sfruttarlo e usarlo quindi non gli serve a nulla!! una pianta uguale invece dai poco di tutto nel modo corretto... questa userà quello che ha tutto e lo userà nel modo migliore se può accrescere di 1 mm i suoi tessuti lo farà di 1 mm non di più e se avrà il necessario per fiorire e riprodursi lo farà invece che 10 fiori ne farà 1 bene ma lo farà!! lo scopo è vivere per riprodursi


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 16:58   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 16:58
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ora il succo della discussione non vuole essere pompiamo al massimo le nostre piante, quello lasciamolo fare ai vivaisti che ci campano con la vendita delle piante, io stesso che sono agronomo e quindi i miei studi e la mia formazione si basa su "come faccio per trarre il massimo profitto/prodotto da quella pianta" non amo pompare le mie piante anche se potrei tranquillamente farlo con cognizione di causa e con la strumentazione adatta, ma questo lo lascio ai professionisti, anche perchè non è per nulla un bene forzare le piante si va ad accorciarne la vita sul vero senso della parola, un albero frutticolo mediamente industrialmente parlando ha una vita di 10 massimo 20 anni poi va sostituito perchè è così spinto che il suo ciclo vitale ne risente, velocizzare e estremizzare la fisiologia produttiva equivale ad un invecchiamento precoce in parole povere per essere a tutti comprensibile nel concetto

ma piuttosto come posso far vivere la mia pianta nel modo migliore e portarla al massimo splendore?
ovvio già sono piante che non vivono nel loro habitat e quindi già appunto vivono perchè si adattano e grazie soprattutto alle nostre cure... bene come posso curarle al meglio allora? cosa devo dare e come per farle vivere nel migliore dei modi e godere di tutto il loro splendore??


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Inviato: Gio 30 Giu 2016, 21:45   Oggetto:
Peppe_F Gio 30 Giu 2016, 21:45
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Per quanto riguarda i rinvasi anch'io propendo ad allungari i tempi il piu' possibile per diversi fattori, in primis perche' un rivaso anche fatto da persona molto esperta e' comunque uno stress per la pianta e la espone comunque a dei rischi, soprattutto quelle piante che gia' non sono in buona salute, in piu' la pianta va a perdere un equilibrio e un adattamento a cui si e' abituata nel corso delle stagioni e deve ritrovare un nuovo equilibrio nel nuovo alloggio. Anche nel florovivaismo infatti si tende a ridurre al minimo indispensabile i rinvasi sia per il rischio appunto di eventuali perdite che per non rallentare la crescita delle piante che per lo stress subito e per la necessita' di riadattarsi alle nuove condizioni entrano spesso in stasi vegetativa o comunque concentrano le energie la dove necessita quindi nella cicatrizzazione e nello sviluppo armonioso dell'apparato radicale. I substrati inoltre specialmente se sterilizzati poi sono paradossalmente piu' esposti ad attacchi funginei e di batteri patogeni questo perche' i micro organismi simbionti e patogeni sono dei competitor gli uni degli altri quindi tendono a colonizzare il substrato a loro disposiźione e impediscono o quanto meno contrastando lo sviluppo degli altri andando ad occupare la superficie colonizzabile disponibile, quindi praticamente con un substrato nuovo avviene una vera e propria corsa alla colonizzazione dei "nuovi territori" e chi arriva prima ha la meglio, per fortuna comunque i patogeni non sono cosi' diffusi come si crede e molti necessitano di condizioni particolari per svilupparsi ed aggredire i tessuti vegetali, e' buona norma per limitare il rischio seminare i micro organismi simbionti "buoni" si puo' fare in molti modi, il piu' facile e alla portata di tutti e' miscelare una piccola percentuale del vecchio substrato al nuovo, ovviamente se il substrato e' sano e non ci sono segni o sintomi di una qualche contaminazione sulla pianta rinvasata e se non ci sono stati particolari problemi nelle stagioni precedenti, ad esempio se ci sono segni di marcescenze al colletto o alle radici della pianta o se c'e' presenza di cocciniglia radicale e' ovvio non e' una buona idea contaminare il nuovo substrato col vecchio... nel florovivaismo invece e' quasi prassi diffusa seminare i batteri simbionti al momento del rinvaso, esistono funghi e batteri "buoni" in moltissime forme dai terricci professionali gia' inoculati, comunque si trovano in commercio, o le spore stesse in sospensione liquida o in polvere da utilizzare a piacimento. Un altro punto a favore degli inerti che permette tempi lunghi di rinvaso e' che in primis sono facilmente integrabili gli elementi necessari con fertilizzazioni di supporto, alla fine sono inerti appunto e vanno "nutriti"( il concetto base della coltivazione fuorisuolo su substrato inerte) il loro scopo fondamentalmente e' solo di supporto alle radici, e in piu' mantengono inalterati nel tempo la loro struttura sia chimica che fisica a differenza dei terricci e delle torbe che comunque nel tempo vanno incontro sia alla perdita delle proprie caratteristiche chimiche (quando si dice un terreno scarico, esausto) sia soprattutto alla trasformazione delle sue caratteristiche fisiche, comunque un terreno va incontro a decomposizione e trasformazione e dopo un po di tempo va necessariamente sostituito poiche' vanno a modificarsi nel tempo tutte le sue carattestiche base.


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