– Se la diversità tra gli individui di una stessa specie è la forma di accrescimento, questa viene chiamata forma ad es. Fagus sylvatica f. prostrata, cioè il faggio che cresce in forma di cespuglio.
– Se le variazioni sono presenti in natura si chiamano varietà ad es. Pinus sylvestris var. scotica che è la varietà delle regioni montuose di pino silvestre, con aghi corti e verde-blu.
– Se la varietà cresce in una certa regione geografica o è diffusa in habitat simili, allora viene chiamata sottospecie, il confine tra sottospecie e varietà è molto sottile come si può intuire, in genere una sottospecie è più frequente di una varietà. Ad es. Silene vulgaris ssp. alpina.
– Se la variazione insorge in piante coltivate o come risultato di incroci intenzionali, allora viene chiamata cultivar ed il nome è scritto tra virgolette in carattere normale: Pinus sylvestris ‘Aurea’.
La mia domanda è la seguente: se con "forma" si indicano particolari forme di accrescimento (crestate, prostrate, mostruose, ecc.), perché il "rubra" dell'Euphorbia trigona – che quindi indica una particolare colorazione e non una forma di accrescimento – è indicata come "forma" e non, per esempio, come "varietà"?
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi Non puoi allegare file Puoi scaricare file