Ahahahahaha...tutti il contrario di tutto!!!
Edus, il discorso è ampiamente opinabile.... C'è chi sostiene che quel tipo di piante sviluppano in quelle condizioni NON IDEALI proprio perchè in realtà per loro sono diventate IDEALI. Con l'evoluzione avvenuta nei millenni si sono adattate a quell'ambiente e la loro fisiologia si è oramai tarata per vivere in quelle condizioni, soffrendo notevolmente in altri ambienti e condizioni che alla nostra "vista" sono migliori.
Scusate il gioco di parole ma la faccenda è parecchio intricata e non penso che se ne possa uscire con tanta semplicità.
Come potete vedere c'è chi ama e chi odia il lapillo per i risultati ottenuti, stessa identica situazione per la pomice...Chi avrà ragione?
Forse la soluzione è...non trarre soluzioni!
Giustissimi i confronti costruttivi, ma non so quanto valga la pena dispensare consigli assoluti.
Provate e riprovate amici, e soprattutto godete di questo splendido hobby che non smetterà mai di farci sentire vivi!!!
Luca
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5302 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Mer 17 Gen 2018, 22:17 Oggetto:
Gianni Mer 17 Gen 2018, 22:17
Sono d'accordo, Luca. Ovviamente gli organismi viventi si adattano al loro ambiente, che diventa quindi il loro ambiente "ideale". Ha senso sviluppare un caudice o altri tessuti di riserva idrica solo se si cresce in un ambiente con scarsa disponibilita' d'acqua. Se poi io sposto questa pianta in un ambiente con acqua a volonta', allora la sua caratteristica di immagazinare acqua diventa controproducente, e la pianta puo' risentirne (puo' spaccarsi ad esempio).
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5302 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Mer 17 Gen 2018, 22:20 Oggetto:
Gianni Mer 17 Gen 2018, 22:20
Per lo stesso motivo, una pianta (o un animale) entra in stasi vegetativa (o in letargo) perche' le condizioni non sono ideali. Col tempo poi magari la stasi vegetativa diventa un prerequisito per la fioritura, o per la riproduzione, per cui la stasi diventa una condizione "necessaria".
Io ho sempre usato mooolto lapillo e mai avuto problemi, non avrei alcuna remora a mettere un mio Ariocarpus in puro lapillo.
Io pure la pensavo così...."pare" che non siamo del giusto! La mia sarà troppa modestia, ma quando me lo sento dire da certe persone, non so perchè, mi viene da crederci senza tanti ma nè perchè. E non lo dicono per sentito dire, ma perchè hanno ampiamente sperimentato in prima persona!!! Boh, che devo dirvi... ho sempre avuto la tendenza ad ascoltare chi ha più esperienza di me.
Luca
Ciao, ti ricordi di Eloino a Lanzarote? Coltiva di tutto e di più da decenni in puro lapillo vulcanico e i risultati sono sotto gli occhi di chi ha la fortuna e il piacere di visitarlo. _________________ Ciao, Luca.
... Ovviamente gli organismi viventi si adattano al loro ambiente, che diventa quindi il loro ambiente "ideale" ...
Gianni, scusa se parzializzo il tuo testo.
Ogni volta che scrivi, anche la cosa per te più banale, è sempre spunto di interessanti approfondimenti. I tuoi ultimi commenti ricordano che gli adattamenti all'habitat messi in atto dalle piante, necessari per sopravvivere, sono ormai le piante stesse, con le loro caratteristiche peculiari. Nel nostro caso, appunto, sono dei corpi succulenti più o meno ricoperti da spine, e se ne stanno lì, in luoghi che sarebbero certamente proibitivi per le gardenie … o le orchidee
Hanno impiegato secoli e secoli per evolversi in ciò che sono ora.
Spesso lo dimentichiamo e abbiamo invece la pretesa di adattarle in poco tempo al nostro ambiente, sia pure questo meno ostile, ma sicuramente diverso … un ambiente senza giornate lunghe e soleggiate, senza il sole cocente, senza il vento e le escursioni termiche, con i parassiti che invece affliggono le nostre serre …
Sì, è vero, sono piante nate da semi prodotti a loro volta in qualche serra e chissà da quante generazioni … ma penso che sarebbe bello se ciascuno di noi si adoperasse per cercare di preservarne le caratteristiche originarie.
Registrato: 28/03/13 17:03 Messaggi: 5302 Residenza: San Francisco, California
Inviato: Gio 18 Gen 2018, 21:02 Oggetto:
Gianni Gio 18 Gen 2018, 21:02
Grazie Massimo
Penso che la maggior parte di noi coltiva queste piante perche' particolari, inusuali, almeno alle nostre latitudini. Se fossimo cresciuti nell'Atacama desert, invece di Copiapoa magari coltiveremmo orchidee tropicali...
E' per questo che cerchiamo di farle crescere nel modo piu' naturale possibile. Intendo dire che cerchiamo di fare in modo che la pianta mantenga il suo aspetto naturale. E non e' detto che questo venga ottenuto ricreando le condizioni di crescita naturali, anche perche' possiamo solo controllare alcuni dei parametri (composta, innaffiature...) ma non tutti. E' per quello che, come ho detto sopra, esistono composte sicuramente sbagliate, ma non esiste una sola composta giusta.
Poi ovviamente ognuno fa i propri compromessi. Ad esempio io non sono per principio contro gli innesti, soprattutto se il porta innesto si puo' nascondere sotto la composta. D'altra parte ci sono piante che innestate perdono la loro forma tipica. Ad es. gli Ariocarpus innestati, non potendo immagazinare acqua nella radice a fittone, finiscono per immagazinare acqua nel fusto, e questo li porta a crescere in altezza. Oppure gli Astrophytum caput-medusae, che innestati perdono la grossa radice e diventano immediatamente molto sensibili a mancanza d'acqua, e possono seccare anche se il porta innesto sembra vigoroso. A proposito, secondo me forse questa e' la ragione per cui le Mamm. luethii (che hanno una grossa radice) quando vengono innestate finiscono sempre per morire "di consunzione" (come disse una volta Beppe): forse non andrebbero lasciate a secco.
Ma vado fuori tema.
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