Inviato: Gio 16 Feb 2017, 11:01 Oggetto: La composta del pessimo
pessimo Gio 16 Feb 2017, 11:01
Metto a disposizione le mie esperienze, ma soprattutto l’esperienza di tanti amici che in questi anni ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere.
Non esiste la composta perfetta!
Molti di noi, pur usando metodi e composte diverse, ottengono buoni risultati. Si può coltivare in torba, in lapillo, in pomice, nella sabbia di fiume, nei miscugli di questi ingredienti … le piante in qualche modo sanno adattarsi … quasi sempre
Alla fine ho preso le mie decisioni, sia in fatto di epoca di rinvaso, lo faccio in inverno, con le piante ferme, anche perché ho più tempo, sia in fatto di preparazione della composta. Fatevi una propria idea di coltivazione, seguire i consigli va benissimo, ma poi dobbiamo mettere in campo ciascuno le proprie idee. Ritengo questo un passaggio fondamentale: in ogni attività è sbagliando che si impara, commettere errori ci aiuterà a capire cosa NON fare.
Coltivare significa prendere in esame un sacco di variabili, alcune importantissime, altre meno, ma non per questo trascurabili … dalle bagnature all’esposizione, dal tipo di ricovero invernale al tipo di vaso, dalla struttura della composta alla qualità dei materiali usati … ma ritengo che la variabile principale su cui centrare un metodo di coltivazione sia il MICROCLIMA, più semplicemente le condizioni climatiche del luogo di coltivazione.
Ed è per questo che occorrono anni … ed errori … per capire cosa fare, non si finisce mai di imparare. Se è vero che la principale risorsa sono gli amici, cioè il confronto con i loro metodi di coltivazione, spesso molto diversi, è anche vero che dobbiamo “provare” a tirare delle conclusioni e mettere in campo le nostre idee.
Preparazione della composta
Dopo tanti esperimenti, e spesso inutili alchimie, ho dovuto per forza trovare un sistema che mi permettesse di avere poche composte da preparare, magari due, col vantaggio di ridurre così i tempi di rinvaso e gestire meglio l’approvvigionamento dei materiali: vi renderete conto che rinvasare centinaia di piante richiede spazio, tempo e un bel quantitativo di materiali.
In questi anni non sono stato bravo nello sperimentare composte diverse e capire quindi la direzione da seguire. I tempi per queste verifiche sono lunghissimi, durano anni, ed io non sono più così paziente. I test vanno fatti bene e occorrono tante piante, abbastanza simili tra loro, prima di riuscire a notare differenze sensibili nella crescita. Occorre anche un buon metodo, fatto di procedure standard … tempo, tanto tempo … e come ho già detto a me manca sia il tempo … sia la pazienza
Alla fine la maggior parte degli esperimenti fatti mi ha portato a concludere che una buona composta standard (pomice, lapillo e terriccio di torba in parte uguali) ci consente di coltivare abbastanza bene tutto e che l’uso della marna in purezza, piuttosto che l’akadama, richiede oltre ad una maggiore competenza, un impegno particolare in fatto di bagnature e concimazioni … beh, alla fine ho deciso per due tipi di composte.
La prima è MINERALE (80% materiali inerti e 20% terra di campo).
La seconda invece ha una componente ORGANICA significativa (60% materiali inerti, 20% terra di campo e 20% terriccio di torba).
In realtà ne esiste anche un’altra, riservata ad alcune succulente, in cui la parte organica è ancora più alta e non faccio altro che modificare la seconda, per cui evito di parlarne.
Vediamo nel dettaglio i materiali usati: lapillo (mm 3/5 e 7/10), pomice (mm 3/5 e 7/10), akadama (mm 3/5 e 7/10), marna (vedi topic dedicato), terra di campo (setacciata) e terriccio di torba (setacciato). Come terriccio di torba non uso quello per acidofile, bagnando con l’acqua piovana non lo ritengo necessario. Vi sono anche molti altri materiali utilizzabili, perlite, argilla espansa, sabbia di fiume, ghiaia, zeolite, graniglia di quarzo, pozzolana … ma non è mia intenzione prenderli in esame tutti, rimando a voi l’eventuale impiego di alcuni di essi.
Per quanto concerne le composte usate, quelle di scarto, in passato ho sempre buttato via tutto. Attualmente invece riesco a recuperarne una parte, setacciandola, eliminando la componente sottile e le tracce di vecchie radici. Quando perdo una pianta, per qualsiasi motivo, butto sempre via tutto.
Tornando alla composta, in pratica i miei inerti usati ormai sono un mix di pomice, lapillo, akadama, marna … e provengono dal recupero che ho spiegato. A questo mix unisco sempre almeno un 30% di inerti nuovi, marna e pomice soprattutto.
Dovendo invece preparare la composta con solo materiali nuovi, quella MINERALE è realizzata come segue: 3 parti pomice, 3 parti marna (o akadama), 2 parti lapillo e 2 parti terra di campo.
La composta ORGANICA è invece fatta da 4 parti di pomice, 2 parti di lapillo, 2 parti di terra di campo e 2 parti di terriccio di torba.
Granulometria: per i vasi con dimensione inferiore ai cm 10x10 uso prevalentemente la granulometria più piccola, per le misure superiori faccio metà e metà … più o meno. Terra di campo e terriccio di torba vengono usati sempre e soltanto setacciati, niente grumi, radici o parti grossolane.
Nel preparare le due composte sono solito inumidire leggermente, con lo spruzzatore, gli inerti, mescolandoli ripetutamente. Non devono essere bagnati, ma umidi, in modo che poi, unendo la componente sottile, si ottenga una composta più omogenea. Se i materiali sono troppo secchi, vedrete che la parte sottile tende a sedimentare, va sempre verso il fondo, si rischia di averne troppa negli ultimi rinvasi, poca nei primi.
Le parte sottili: spendo poche parole! Bravi ed esperti appassionati, con ottimi risultati di coltivazione, usano setacciare gli inerti per rimuovere le parti sottili. Se osservate il lapillo, la pomice, ecc. … ne hanno in quantità, io non le tolgo, penso che siano utili e che possano favorire la coltivazione. Sarebbe assurdo altrimenti usare la TERRA DI CAMPO … è questo il materiale su cui sto facendo molti test, l’ho usato in passato e lo sto rivalutando moltissimo ora, potremmo semmai nel merito approfondire.
 
lapillo  
pomice  
marna  
akadama  
terra di campo  
terriccio di torba  
composta
L'ultima modifica di pessimo il Lun 20 Feb 2017, 14:37, modificato 1 volta
Ciao, abbiamo già avuto modo di parlarne, ma per te la terra di campo è minerale? Io, senza andare a vedere da nessuna parte e solo per convincimento personale ho sempre creduto avesse una parte organica...se si chiama terra...Dove la raccogli?
Pubblico un link che molto meglio di me spiega che cosa è la terra di campo:
http://www.chimicare.org/curiosita/la-chimica-delle-piante/da-cosa-e-fatto-il-terreno/
Per chi non ha voglia o tempo di leggere, ecco un super estratto del link:... la terra di campo è composta di materiali minerali e di materiali organici (questi in piccola parte). I materiali minerali, inorganici, derivano dalla frantumazione meccanica e dall’attacco chimico delle rocce: da polveri a granelli, fino a sassolini e vere e proprie pietre. I materiali organici possono essere molecole o esseri viventi: batteri, funghi, protisti, piante ed animali ...
Il terriccio di torba è ... torba, quindi è un materiale organico.
per quanto riguarda la domanda di Luca (dove la raccogli), provo a rispondere io: dagli scavi delle fondamenta della casa.
E ha talmente tante piante che tra un pò la finisce.
Invece approfitto per sapere cosa ne pensate della terra secreta dai lombrichi.
Cioè quelle montagnole che si vedono sui prati a centinaia.
A volte sono tentato di provare a raccoglierle (il raccoglitore di deiezioni di lombrico) ed usarle per qualche pianta; così per provare.
Secondo me funziona alla grande, il terriccio predigerito.
Come al solito è sempre tutto relativo e strettamente legato alle condizioni locali e alle esperienze personali.
Se il terreno lo raccolgo sotto il classico albero di faggio o di quercia, la componente organica sarà probabilmente vicina al 90%, ma se dovessi raccogliere dietro casa mia la sabbia proveniente dalla frantumazione degli affioramenti di scisti, che quasi somiglia a sabbia di tufo, la componente organica probabilmente sarà vicina allo zero.
Quindi terra di campo è una definizione davvero aleatoria, tutto è terra di campo.
Nel dubbio di introdurre elementi nocivi e per evitare di stare sempre a sterilizzare io preferisco utilizzare terriccio universale in sacchetti, che in teoria dovrebbe essere sterile, senza alcuna setacciatura, ma eliminando solo manualmente le parti più grossolane.
_________________ Eduardo
“Se non conosci il nome, muore anche la conoscenza delle cose.” Carl Nilsson Linnaeus
L'ultima modifica di Edus il Gio 16 Feb 2017, 17:05, modificato 1 volta
Non è la terra delle fondamenta così in profondità non sarebbe fertile.
Prendo la terra vicino a dove abito, per l'esattezza ne ho presa due metri cubi. Si tratta di un terreno prevalentemente argilloso, come si vede dal colore nella foto, ma la tessitura (o granulometria) è ideale, perché una volta bagnato e poi asciutto, torna friabile, non compatta. A differenza invece di quello che avrei a disposizione, scavando direttamente nel mio giardino, quando asciuga diventa un mattone
Giancarlo http://forum.cactofili.org/viewtopic.php?t=37197&postdays=0&postorder=asc&start=0 i setacci sono gli stessi che uso per la marna.
L'ultima modifica di pessimo il Gio 16 Feb 2017, 18:47, modificato 1 volta
Anche la "mia" terra di campo è molto argillosa e tende a diventare un mattoncino quando si asciuga; qualche tempo fà ho provato ad aggiungerla alla miscela ma l'ho scartata per questo motivo ed anche per il fatto che con essa si introducono un sacco di semini di erbe infestanti.
Probabilmente raccogliendola altrove avrebbe la sua utilità
Bel post Massimo, è sempre bello confrontarsi con i metodi altrui!
Io sto ancora andando a periodi, ora sono in quello in cui setaccio per eliminare la parte fine ed uso una percentuale di organico (che metto ad occhio) forse inferiore al 10%, con prevalenza di pomice.
Composta sempre perfettamente asciutta
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Certo Eduardo, terra di campo è una definizione "generica", se mi permetti non dire "davvero aleatoria", non essere così cattivo
La terra cambia col modificarsi del territorio, certo!
Infatti uso "la mia" terra di campo, non una presa in un posto qualsiasi. Si tartta della terra che i produttori di piante e fiori della mia zona usano regolarmente nei loro vivai.
Quella che hai tu dietro casa, io in giardino ... o la sabbia della Versilia, non l'avrei utilizzata.
Quali sono gli elementi nocivi presenti nella terra?
Il lapillo, la pomice ... i vasi ... l'acqua piovana ... le piante che compri ... tutta roba sterilizzata?
Aleatoria ovviamente è riferito alle definizione di terra di campo, che significa tutto e niente.
Il terreno prelevato in ambiente "naturale" è di per se pieno di qualsiasi cosa, e potenzialmente anche di parassiti, non si può essere certi.
Se sterilizzo tutto? Ovviamente no, però se ho tempo e ho dubbi sull'origine lo faccio, soprattutto se riutilizzo gli inerti, in quel caso sempre, una passata al micro costa una perdita di qualche minuto in più, ma forse ti evita di inserire nella composta qualsiasi cosa.
_________________ Eduardo
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Inviato: Gio 16 Feb 2017, 17:57 Oggetto:
cmr Gio 16 Feb 2017, 17:57
Aggiungo qualche osservazione personale.
La sabbia di fiume è perfettamente inutile, tant'è che dopo poco scivola via dai fori di scolo: probabilmente lo sa anche lei che non serve! la aggiungono nei terricci pronti per cactacee credendo, forse, che i cactus crescano lungo le sponde dei fiumi o sulla battigia. Piu verosimilmente credo che la mettano al posto di inerti migliori per il basso costo e la maggiore disponibilità.
La pozzolana la abbiamo usata in due: io e Alan Butler. Io la ho scartata perche, in fase di trapianto, ho notato come le radici delle gasterie e delle haworthie la "aggiravano" sistematicamente. Non c'era un solo atomo di pozzolana che sporcasse una radice, la schifavano proprio Alan la ha abbandonata perche quando aveva le serre vicino ad Anzio, l'acqua fornita dall'acquedotto era talmente dura che il calcio presente si legava abbastanza bene con la pozzolana al punto da diventare "discretamente solida".
La ghiaia la ho usata per il drenaggio ma pesa un accidente ed è calcare allo stato puro, quindi sconsigliata per le nostre piante che preferiscono un terreno tendente all'acido.
Terriccio universale in sacchetti. Ho messo in questa roba qui delle aloe e si trovano bene. Non so che tipo usa Edus, ma quello che ho usato io, preso al super, era di qualità pessima sia come tessitura che come componenti e vi risparmio il giudizio sul profumo che aveva; d'altra parte a poco piu di un euro per 20 litri non speravo di portare via chissà cosa!!! Ma le aloe, ripeto, hanno gradito.
Terra di campo. Forse gia lo ho detto ma noi che abbiamo la fortuna di abitare in zone ad origine vulcanica possiamo trovare come terra di campo, un terriccio prevalentemente minerale con una giusta dose di parte organica e una ottima tessitura. La cava di lapillo che purtroppo ora è chiusa era da queste parti e sono certo che quasi tutti i coltivatori laziali abbiano le piante coltivate proprio in quel meraviglioso lapillo.
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