Per correttezza ieri nell'elencare i vari fattori che determinano in numero
complessivo di spine presenti sulla pianta (densita') ne ho tralasciato uno
importante e cioe' il numero di costolature che la pianta possiede....
esso puo' variare da specie a specie ed e' indipendente dal tipo di coltivazione ed esposizione....
praticamente e' un fattore prettamente genetico ma determina in modo
rilevante l'aspetto piu' o meno spinoso della pianta....
bella discussion Ferokat. Io ho provato sulla pelle (delle mie piante!) il passaggio dalla California a Parigi.... non ho molte piante "spinose", ma l'effetto l'ho visto sulle mie Euforbie, Lithops, crassulacee..... l'eziolatura e lo sbiadimento dei colori e' stato evidente. E, peggio ancora, sono passato da quasi zero perdite annuali (in circa 6 anni in CA) ad almeno il 10-20% di perdite ad ogni inverno/primavera qui a Parigi.
Ho una domanda: qualcuno di voi ha mai provato a tenere le piante, soprattutto in autunno/inverno, sotto lampade apposite? Ho conosciuto persone che lo fanno con buoni risultati in Inghilterra (bisogna ovviamente sperimentare sul tipo di lampada, sulla distanza dalla pianta, sul surriscaldamento.... ). Io devo tenere le piante in casa in inverno; non ho una serra o una stanza apposta, quindi non posso attrezzarmi con tutto l'armamentario di lampade/ventole.... E' piu' per curiosita' che chiedo.
Grazie
Certo il luogo dove uno ha la possibilita' di coltivare questo hobby
puo' essere determinante sulla salute e sull'aspetto delle piante....
Credo che non valga la pena di provare ad usare lampade per fornire
luce artificiale alle piante grasse (comunque tale luce non sarebbe mai
all'altezza di quella naturale) poi insieme alla luce andrebbe fornito
anche il calore adeguato a far si che la pianta possa crescere....
Molto meglio osservare i ritmi di riposo e crescita dettati dalle stagioni...
Penso che l'unico caso in cui risulta profiquo usare luce e calore artificiali
sia per la semina ed i primi mesi di crescita delle piantine....su piante
gia' adulte a mio modo di vedere non mi sembra una buona idea farlo....
Va da se credo che il discorso del rapporto 10 cm tot. areole debba essere adattato un po' in base alla specie (grandezza della pianta in età adulta e distanza delle areole diversa per natura stessa), oppure Francesco intendi dire che questo rapporto si può usare per tutte le specie di Ferocactus?
Il rapporto del numero di areole presenti in 10 cm. lineari che ho elencato
ieri era solo per fare un esempio pratico, perche tale rapporto varia da
specie a specie e non e' facilmente quantificabile....ad esempio ci sono
specie come chrysacanthus o cylindraceus in cui con una buona coltivazione si puo' ridurre bene la distanza tra un areola e l'atra (ovviamente c'e un limite oltre il quale non si puo' andare) e specie come il pottsii in cui tale
rapporto e' abbastanza standardizzato e difficilmente modificabile....
Quando il clima si fa torrido, le minime notturne si attestano per piu'
giorni sopra i 20 gradi e l'escursione termica tra il giorno e la notte e'
limitata le nostre piante e di conseguenza le spine rallentano anche
notevolmente, la crescita (solo i semenzali sotto l'anno d'eta' continuano a
crescere incuranti delle temperature) in questi frangenti e' meglio non
dare acqua....e' opportuno aspettare che un temporale o una perturbazione
rinfreschi un po l'aria.... li' e' il momento giusto per tornare ad
annaffiare....cosi' che poi le piante torneranno a crescere forti del sole (e del caldo)
preso nei giorni precedenti che avra' stimolato la pianta a produrre spine piu' robuste soprattutto come difesa da esso....
Quanto la genetica conta sullo sviluppo finale delle spine di ogni singola
pianta?
Io direi molto!! ora provo a fare un esempio prendiamo il Ferocactus emoryi ssp. rectispinus
(specie nella quale sto' cercando di specializzarmi in modo particolare)
esso se non vado errato e' la pianta con le spine piu'
lunghe che c'e' al mondo (in natura la spina puo' arrivare anche a 25 cm.
di lunghezza) ebbene proviamo a seminare 100 semi di questa specie
appena spuntate le piccole plantule sembreranno piu' o meno tutte uguali....
proviamo a rivedere le stesse piantine all'incirca dopo 3 mesi
gia' li inizieremo a notare alcune differenze, certe piantine saranno piu'
grosse e presenteranno spinette gia' leggermennte piu' lunghe rispetto
alle altre....
riprendiamo ancora queste semine dopo un anno circa,
ecco li si inizieranno a vedere differenze anche notevoli, alcune
piantine gia' grandi anche piu' del doppio rispetto ad altre, alcune ancora
con spine piu' grosse e parecchio piu' lunghe rispetto ad altre
(non sempre le piantine piu' grosse hanno anche le spine piu' lunghe, anche se generalmente si)
praticamente gia' in questa fase si puo' capire quali piante avranno da adulte le spine piu' lunghe e robuste
( in coltivazione raggiungere i 20 cm. e' un record)
in parole povere piante nate dalla stessa semina e cresciute allo stesso modo
e nella stessa composta potranno avere da adulte differenze di lunghezza di spine anche di svariati cm.
In conclusione un consiglio per chi insegue le spine: seminate le vostre
piante cosi' che potrete selezionare solo le piu' promettenti....
Queta e' genetica!
Ufffffff, Francesco: in sostanza, dici che è un caso e non serve diventar matti per cercar di avere un certo risultato; bisogna fare una scelta tra tanti esemplari se vogliamo stabilire un record
exwarrier, credo che il senso delle parole di Francesco sia:
tutte le cose devono essere fatte per bene, poi si selezionano gli esemplari migliori
_________________ Non sempre darsi da fare è la cosa migliore. Se Romeo avesse aspettato un po’ prima di suicidarsi sulla tomba di Giulietta, i due sarebbero felicemente invecchiati insieme... (Kathrin & Sascha)
Registrato: 08/09/10 18:53 Messaggi: 8307 Residenza: Marino Roma
Inviato: Mer 19 Giu 2013, 14:08 Oggetto:
seven Mer 19 Giu 2013, 14:08
Si ferokat....questo l'ho notato anch'io.
Da due o tre ' fruttini' prelevati da una sola pianta, si sono sviluppate altre piante che racchiudono in se tutte le informazioni genetiche di quella data specie.
Una per l'altra le piantine erano diverse tra loro.
Il colore delle spine, la lunghezza, la forma ad uncino o no.......
_________________ Serena.
" Il più grande nemico della conoscenza non è l'ignoranza, ma l'illusione della conoscenza." - Stephen Awking -
..tutte le cose devono essere fatte per bene, poi si selezionano gli esemplari migliori
questo non lo mettevo in discussione, ovviamente; semplicemente asserivo che non vale la pena rompersi il capo per soluzioni che, forse, non esistono e che i risultati sono dettati dal caso come nell'esempio portato da Serena.
E poi non sei proprio tu che riporti in calce ai tuoi interventi "...Non sempre darsi da fare è la cosa migliore..."? _________________ Amos
Selezione, come dice Francesco bisogna portare avanti le piante meritevoli che già in tenera età denotano caratteri speciali, da una semina di 50 piantine spesso solo un paio accennano spine e vigore tali da valer la pena di crescere. Naturalmente questo discorso vale nell' ambito di chi cerca quel qualcosa in più, spesso in natura è la selezione naturale a far emergere i caratteri più forti, in coltivazione ci deve pensare l' uomo.
Registrato: 08/09/10 18:53 Messaggi: 8307 Residenza: Marino Roma
Inviato: Mer 19 Giu 2013, 15:47 Oggetto:
seven Mer 19 Giu 2013, 15:47
Pero'.......c'e' una cosa che non mi e' del tutto chiara.
Se all'interno di una semina, riusciamo ad individuare una o due piante che valga la pena di vedere adulte, con caratteristiche molto interessanti, e che vogliamo riprodurre tramite semina; che possibilita' abbiamo di ritrovare quegli stessi geni?
Insomma con i semi prodotti, non si mischieranno di nuovo le carte?
_________________ Serena.
" Il più grande nemico della conoscenza non è l'ignoranza, ma l'illusione della conoscenza." - Stephen Awking -
non me ne intendo di geni ed altro, ma così ad occhio mi verrebbe da dire che selezionare gli esemplari "più interessanti", farli impollinare tra loro, selezionare i "più interessanti" dei semenzali ottenuti e così via, porta ad aumentare le probabilità di ottenere quelle caratteristiche che li rendono interessanti rafforzando questi caratteri..
sto dicendo una cavolata?
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
Mi piace questo topic, quindi pongo una riflessione.
Il mondo vegetale e il mondo animale, dal punto di vista genetico, un po' si somigliano
Incrociando cani o gatti con certe caratteristiche si potrà, nel tempo, fissare alcuni tratti ben precisi, sia che riguardino il pelo, sia il muso o piuttosto la statura.
Però, nelle cucciolate, i tratti specifici non si manifestano al meglio e su tutti i cuccioli, il patrimonio genetico contiene tante informazioni, anche quelle indesiderate
Purtroppo, non di rado, da genitori "bellissimi" escono cuccioli meno belli e diversi. Nelle piante sarà lo stesso ?
Il seme contiene tutto il patrimonio genetico della specie e (tornando ai nostri ... con le spine) anche di quelli un po' scarsi, poco somiglianti alla pianta che ha prodotto i frutti.
Chi fa selezione lo sa e scarta tutto ciò che non è in linea con le attese ... o sbaglio
In natura solo poche piante su migliaia di semi, caduti per terra
avranno la fortuna ed il merito di diventare adulte....
quali saranno tali piante?
Sicuramente quelle nate al riparo dal sole cocente (per le altre non c'e'
scampo!) e cioe' all'ombra di qualche sasso, pietra o di qualche altra pianta
gia' grande....
ma questo basta a garantirsi il passaporto per la vita?
purtroppo per loro no, solo pochissime piante di quelle nate in condizioni
favorevoli diventeranno adulte....praticamente solo quelle estremamente
piu' vigorose e forti che riuscendo a svilupparsi e a crescere piu'
in fretta delle altre, avranno poi la capacita' di resistere al lungo periodo
siccitoso che le aspetta (solitamente i semi germinano nel periodo delle
"piogge" che pero' solitamente dura poco) e a diventare un giorno adulte....
Questa e' la selezione naturale che permette solo alle piante piu' robuste
e sane di vivere e di conseguenza non permette alla tal specie di
INDEBOLIRSI nel corso dei millenni....
Ma in coltivazione tutto cio' e' possibile?
A mio modo di vedere direi di no, o comunque e' molto difficile....
Mi spiego meglio, per chi produce piante grasse per poi venderle la cosa
piu' importante e' che su mille semi messi a dimora ne escano piu'
piantine possibile e che di tali piantine ne diventino il piu' possibile adulte...
Ma quante di queste piantine sarebbero in natura diventate adulte?
Cosi' facendo pero' a lungo andare le varie specie coltivate e riprodotte
da semi prelevati in coltivazione andranno inevitabilmente ad indebolirsi
perdendo le caratteristiche salienti ed indispensabili delle piante che
vivono in natura....
L'appassionato coltivatore (e seminatore) come noi ha la possibilita'
quanto meno di rallentare questo declino delle specie (soprattutto quelle
con spine robuste o caratteristiche particolari)
In che modo?
C'e' un unica strada percorribile e cioe' quella di saper selezionare da
ogni semina solo le pochissime piantine che dimostrano di avere
tratti genetici piuttosto forti....cosi' facendo si avranno nel tempo piante anche piu' sane (cioe' meno bisognose di fungicidi e antiparassitari)
Ovviamente poi oltre al saper sfruttare la genetica della tal pianta
bisogna anche riuscire ad abbinare una coltivazione il piu' possibile
appropriata alla specie che si vuol "collezionare"....
In parole povere solo cosi' potremo avere piante di un certo "tipo" sane
e robuste nel tempo....
Spero di essermi spiegato con sufficiente chiarezza....
L'ultima modifica di cactofilo il Mer 19 Giu 2013, 20:48, modificato 1 volta
Non puoi inserire nuovi argomenti Non puoi rispondere a nessun argomento Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi votare nei sondaggi Non puoi allegare file Puoi scaricare file