Gianna ha ragione, pene più severe e che poi vengano applicate, altrimenti ...
Personalmente ritengo che il vero problema sia rappresentato dal fatto che per molti paesi "terzi" o "poveri" o fate un po' voi, i traffici di questo genere (piente e animali, intendo dire) rappresentano una importante fonte di reddito.
Non so se i veri colpevoli sono coloro che compiono le razzie, o chi acquista le razzie
un'idea comunque me la sono fatta
L'ultima modifica di pessimo il Sab 22 Giu 2013, 0:02, modificato 1 volta
Registrato: 01/04/09 09:12 Messaggi: 20147 Residenza: Reggio Emilia
Inviato: Ven 21 Giu 2013, 13:55 Oggetto:
Gianna Ven 21 Giu 2013, 13:55
Se non ci fosse richiesta non ci sarebbe chi fa razzie ...
C'è purtroppo gente disposta a spendere cifre molto alte pur di accaparrarsi queste piante ...
Beh, io non mi tiro indietro in quanto a colpe. Non le abbiamo dirette, ma quelle dei nostri padri ricadono anche sulle nostre spalle. Inutile mettere una pietra sopra "quello che è stato è stato". Noi coltiviamo grazie alla sconsideratezza di tanti che ci hanno preceduto. Ed è inutile cercare giustificazioni quali la prosperità di certe famiglie di piante. Qui non c'erano ed ora ci sono! Anche il discorso di coltivare per salvaguardare la specie è fasullo. Stesso discorso che vale per certi animali che vengono allevati in cattività perché, ormai, in natura ci sono pochissimi esemplari. Il fatto stesso che sono in uno zoo leva loro l'etichetta di animale naturale.
Con questo non giustifico chi va in giro per il mondo e prelevare qualcosa magari con la scusa di essere il paladino di un progetto di salvaguardia della natura.
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Inviato: Ven 21 Giu 2013, 19:37 Oggetto:
Gianni Ven 21 Giu 2013, 19:37
non so se sapete, ma in Australia, a meta`degli anni 90 (1994 mi pare) e`stato trovato un albero (Wollemia) che prima si pensava estinto, ne erano rimasti pochi esemplari in una zona remota tra le montagne..... Un albero rarissimo, quindi. Per evitare che la gente andasse a cercarlo e a farne incetta, il governo australiano ha deciso di prenderne talee, farle radicare, e regalare un po`di esemplari ai maggiori giardini botanici del mondo, per farlo diventare piu`comune e far si che l`habitat naturale non venisse disturbato.
Ho visto la Wollemia (ce ne sono in diversi parchi italiani) e conoscevo la sua storia. Ad essere sincero sono sempre stato contrario a tutti i tipi di "salvataggio manuale" relativi a qualunque essere di questo mondo. Se la natura (e anche l'uomo fa parte della natura) fa sparire qualcosa, o per cataclismi o altre situazioni, io (parere personale) non forzerei la sopravvivenza. La vedo come una cosa innaturale, un poco come la "resurrezione" di mammut grazie al DNA.
Discorso troppo generalizzato secondo me.
si deve distinguere a seconda di quale sia la causa che ha portato la pianta (o l'animale) a rischio di estinzione.
Se si tratta di una causa naturale (vedi il tuo esempio del mammut) è ovvio che cercare di salvarle dall'estinzione (o, nel tuo esempio, addirittura "ricrearli") risulterebbe innaturale,
ma se invece la causa è umana mi sembra giusto cercare di porre rimedio alle "colpe dei propri padri" come tu stesso le hai definite.
Poi si può discutere su quale sia il rimedio migliore, ma di sicuro non si può stare con le mani in mano e dire "capita" o, ancora peggio, "anche luomo fa parte della natura e quindi i disatri da lui causati sono naturali".
Una petroliera che perde e spande ti sembra naturale? non credo.
Cosi come non lo è la razzia di piante succulente più o meno rare di cui abbiamo sentito; proprio per questo si deve in primis porre un freno tramite la regolamentazione del loro commercio e poi, se ciò non dovesse bastare, anche studiare piano di ripopolamento...proprio per evitare di far ricadere altre colpe sui nostri figli...
_________________ "Chi muore in una battaglia che non è la sua non sarebbe mai dovuto nascere"
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Inviato: Sab 22 Giu 2013, 15:17 Oggetto:
Gianni Sab 22 Giu 2013, 15:17
anche io sono d'accordo che il discorso e' troppo complesso per essere generalizzato. Da una parte bisognerebbe lasciare la natura al suo corso; ci sono specie che per un motivo o l'altro (spesso per l'eccessiva specializzazione) sono aviate verso l'estinzione anche senza l'intervento umano: un esempio potrebbe essere il panda gigante. Dall'altra, lasciare la natura fare il suo corso e stare a guardare puo' rivelarsi una scelta rischiosa... per dirne una, se un qualche virus (o altra causa "naturale") minacciasse di estinzione le api, sarebbe nostro interesse impedirne la scomparsa. Oltre a discorsi utilitaristici c'e' anche il lato estetico: sembra che l'Euphorbia abdelkuri, che si trova ora solo su una zona limitata della piccola isola Abd al-Kuri, occupasse un tempo zone piu' estese e che quindi stesse gia' scomparendo per cause naturali, prima che arrivasse l'uomo a velocizzare il processo.... o, chissa', a impedirlo. Come faccio a stare a guardare mentre la mia pianta preferita si estingue?!?
E poi c'e' la curiosita'. Io sono un ricercatore in biologia cellulare/molecolare, e il mammut lo farei risorgere subito! Non tanto (o non solo) per il mammut in se', ma per approfondire la conoscenza dei vari meccanismi genetici/cellulari/embrionali che il clonaggio di un animale estinto comporterebbe.
Per concludere: discorso troppo complesso! Sia lasciar fare che cercare di rimediare gli "errori" dell'uomo o della natura stessa possono avere conseguenze imprevedibili, quindi direi che ogni caso andrebbe valutato a se'.
Mi trovo in accordo con quanto hai scritto Gianni,
ogni caso va valutato nella sua concretezza.
A tal proposito riporto uno stralcio di una interessantissima discussione di un altro forum (ormai vecchietta in quanto risale al 2006) in cui "Gymno" (Massimo), nel parlare delle differenze tra G. horstii e G. buenekeri, ha introdotto il discorso della ripopolazione di un Gymno ormai estinto per cause umane
". Intendevo, il materiale più o meno poco documentato in coltivazione è di solito facilmente attribuibile all'uno o all'altro, anche perché spesso si tratta di forme selezionate. In natura è molto più difficile. G. horstii ssp. horstii fiorisce quasi sempre bianco. G. h. ssp. buenekeri sempre rosa. Una nuova sottospecie a volte bianca a volte rosa. Ne trovate in giro i semi diffusi come horstii Gf105. Arriva da una zona molto isolata, ed è probabilmente estinto in natura perché il proprietario della fattoria in cui cresceva la popolazione ha "ripulito" l'ambiente; un'altra popolazione è stata sepolta dalla discarica di un paese. Per fortuna di entrambe ci sono alcuni esemplari in coltivazione; stiamo cercando di produrne un grande numero di piccole piante per riportarle in Brasile e rimetterle in zona, previo accordi con i proprietari dei terreni. Vedremo se funzionerà
Ci siamo accordati tra chi ha propagazioni originali in coltivazione, in modo da garantire la purezza genetica - sarebbe un inutile pasticcio rimettere in ambiente qualcosa che non corrisponde ai genotipi originariamente presenti in quella stazione; ne ho parlato anche con Nigel Taylor e Daniela Zappi dei Kew Garden, loro sono in stretto contatto con le autorità brasiliane, e se riusciremo ad ottenere abbastanza piante vedremo come procedere. Anche G. h. buenekeri è fortemente minacciato in natura, 4 popolazioni note, e una sola in stato "decente" (cioè, appena qualche centinaio di esemplari!). E tutto molto complicato, ovviamente. Anche perché, altrettanto ovviamente, non finanziato da nessuno.
Ciao, Massimo"
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Inviato: Sab 22 Giu 2013, 15:55 Oggetto:
Gianna Sab 22 Giu 2013, 15:55
Sì, a dire il vero me l'aspettavo: ritrovamenti di questo tipo fanno sempre pensare.
Ben vengano queste discussioni in cui si espone il proprio punto di vista e dove è possibile confrontarsi, rispettando le idee degli altri
... Io sono un ricercatore in biologia cellulare/molecolare, e il mammut lo farei risorgere subito! ....
Ma per chi pensi che io abbia scritto quel pensiero ahaha? Che è puramente teorico, perché non c'è nessuno più curioso di me e, quindi, quello che la mente genera, non è detto che sia la tendenza del braccio _________________ Amos
Mi limito a dire bellissima pianta. Non mi immetto nel discorso per la sua salvaguardia, dico solo che se ci sono delle leggi vanno rispettate. Le piante vanno lasciate in habitat. Pazienza se fino ad ora non è stato così.
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